Non è una novità che le donne del nostro bel paese abbiano una fama di grandi amatrici, siano 'disinvolte e scaltre', e pertanto capiti molto spesso che.. 'suol restar gabbato chi le vorria gabbar'. Ben lo sapeva
Gioachino Rossini che, nel comporre questo autentico divertimento in musica, esaltò a pieno tali qualità delle sue connazionali. E ovviamente l' eroina rossiniana, Isabella, è molto astuta, brillante, e sa sfruttare la situazione sempre a suo vantaggio. Il libretto fu di Angelo Anelli, il quale lo scrisse per il compositore Luigi Mosca, ed il soggetto e libretto stesso con qualche modifica furono poi ripresi da Rossini per la sua versione, che fu rappresentata per la prima volta nel 1813 a Venezia, e poi rimaneggiata in versioni successive.
E se un fatto di cronaca, come si sa, ispirò l'autore, i temi e le giocose situazioni in scena sono sempre attualissime. Un marito ricco ed annoiato, una moglie che non vuole lasciarlo andare perché ancora innamorata, la bella disinvolta che fa girare la testa a tutti, e naturalmente una storia d'amore a guidare le trame del racconto con tutte le situazioni che il libretto offre con maestria e perizia.
Del resto pare che tra gli estimatori di quest'opera ci fosse Stendhal, che amò sempre molto la nostra arte in tutte le sue manifestazioni. E se poi la produzione che fa da sfondo alla storia è ben costruita e dispone di un cast affiatato, lo spettacolo è garantito.
Il regista Vittorio Borrelli ha creato qualche anno
fa questa messa in scena con Claudia Boasso per il Regio, splendidamente
tradizionale, coloratissima, ricca, che ci cala direttamente nel palazzo del
bey di Algeri. Abbiamo arredi lussuosi, cuscini, divani, letti enormi, tutto il
lusso che un ricco e tracotante Sultano può permettersi. Non mancano gli
sketch burleschi, i doppi sensi creati dagli elementi scenici stessi, in
un'atmosfera serena e veramente divertita, che ha coinvolto il pubblico sin
dalla prima scena.
E
sicuramente si e' divertito Simone Alberghini nel ruolo del Bey di Algeri.
Chiamato a sostituire il collega Lorenzo Regazzo, ha offerto sì una interpretazione giocosa, ma non caricaturale, del prepotente beffato. Il suo personaggio non
fa lo sciocco per forza, anzi mostra maturità ed intelligenza anche nella sconfitta e rassegnazione finale, rendondo il
suo ruolo molto credibile. Il timbro deciso e corposo della voce del basso completano la performance.
Centrata anche la bella Isabella di Daniela Pini:
scaltra al punto giusto, intrigante e molto disinvolta, padronissima della
scena, delizia con le sue agilità e la sua timbrica scura e piena da donna
sicura di sé.
Antonino Siragusa è un simpatico Lindoro. Cristallino il suono dei suoi acuti, con una setosità che si addice molto ai ruoli rossiniani per colore della voce, e convince bene nel ruolo dell'innamorato affezionato.
Antonino Siragusa è un simpatico Lindoro. Cristallino il suono dei suoi acuti, con una setosità che si addice molto ai ruoli rossiniani per colore della voce, e convince bene nel ruolo dell'innamorato affezionato.
La
moglie del bey ci piace per lo spirito con cui ha gestito il ruolo: Linda
Campanella è spigliata e con la sua voce acuta e sottile riesce comunque a
riempire l'ampia sala del teatro.
Marco Filippo Romano e' un perfetto Taddeo, le
espressioni del volto che riesce ad assumere sono spassose, il suo ruolo e'
veramente da 'macchietta' ed il baritono si propone nei siparietti richiesti con
spirito e professionalità, coadiuvato da una resa vocale che ne esalta le
caratteristiche. Altrettanto spigliati Federico Longhi e Alessia Nadin
nei rispettivi ruoli di Haly e Zulma, la cui resa vocale premia una interpretazione
convincente ed affiatata. Infine divertente anche l'interpretazione del mimo Marco Cabras in veste di chef; molte scene a volte non sarebbero così divertenti senza la collaborazione di questi preziosi artisti.
Particolare
menzione va a coro ed orchestra del Teatro Regio. Corposo e' il suono di
insieme dei coristi e ben si amalgama con efficacia alle voci dei protagonisti,
ottimamente diretto dal Maestro Claudio Fenoglio.
Il
Direttore d'orchestra Daniele Rustioni dona classe e perfezione ad uno spartito che da molti
è definito come tale. Guida sicuro, brioso e con ottima intesa i musicisti, offrendo ritmi e colori vibranti ed accesi. L ' orchestra si esalta, si
fonde nell'insieme, non copre mai i cantanti, anzi li accompagna con gusto e
precisione.
Pubblico
entusiasta, omaggia tutti gli interpreti ed il direttore d'orchestra con caldi
applausi e svariate chiamate sul palco. Un pomeriggio di pura serenità per
tutti.
MTG
MTG
LA
PRODUZIONE
Direttore
d'orchestra
|
Daniele Rustioni
|
Regia
|
Vittorio Borrelli
|
Scene
|
Claudia Boasso
|
Costumi
|
Santuzza Calì
|
Luci
|
Andrea Anfossi
|
Maestro del
coro
|
Claudio Fenoglio
|
GLI
INTERPRETI
Isabella,
signora italiana
|
Daniela Pini
|
Lindoro,
giovane italiano,
schiavo favorito di Mustafà |
Antonino Siragusa
|
Mustafà,
bey d'Algeri
|
Simone Alberghini
|
Elvira,
moglie di Mustafà
|
Linda Campanella
|
Taddeo,
compagno d'Isabella
|
Marco Filippo Romano
|
Haly,
capitano dei corsari
algerini |
Federico Longhi
|
Zulma,
schiava confidente
di Elvira |
Alessia Nadin
|
Lo
chef mimo
|
Marco Cabras
|
Maestro
al cembalo
|
Giannandrea Agnoletto
|
Orchestra
e Coro del Teatro Regio
Allestimento
Teatro Regio
|