È sempre una piacevole sensazione quella di constatare come anche a fronte di un piccolo
budget si possano realizzare degli spettacoli d’Opera di garbo, intelligenza e
soprattutto qualità. È questo il caso del dramma giocoso di Mozart Così fan tutte in scena al meraviglioso Teatro Olimpico di Vicenza.
Nel caso in questione Lorenzo Regazzo è impegnato
sia come interprete del ruolo di Don Alfonso che come regista. Del resto è
proprio intorno alle trame di costui che si dipana tutta la faccenda e non
vediamo nulla di più naturale che sia egli stesso anche l’autore della messa in
scena. Da questo punto di vista abbiamo potuto godere di uno spettacolo
studiato, vissuto e realizzato in funzione del libretto che a sua volta è
servito da una musica perfetta ed immortale che ancora oggi è in grado di
ottenere il tutto esaurito come con nostra grande gioia è stato anche ieri
sera.
L’allestimento scenico curato da Michele Lisi sfrutta gli
spazi offerti dal gioiello palladiano. Le due sorelle ferraresi sono proprio
intente ad ammirare le statue che adornano le pareti del teatro come in visita
culturale quando la storia prende il via. Gli arredi che poi serviranno per la
casa di Fiordiligi e Dorabella sono coperti da teli bianchi per poi essere
svelati a tempo debito. Siamo naturalmente in tempi moderni e i protagonisti
sono vestiti con abiti contemporanei. Per dimostrare la loro dedizione ai
rispettivi innamorati le fanciulle indossano addirittura delle magliette
recanti le loro effigi. Queste stesse poi saranno prova di tradimento quando le sorelle
cederanno alla tentazione e le regaleranno ai compagni della beffa, che in
questo caso è addirittura svelata, poiché i giovani in preda alla passione si
liberano del travestimento per compiere l’atto amoroso. I baldi pretendenti
sono qui travestiti con buffi e spiritosi costumi scozzesi, non albanesi, atti
a mettere in atto la scommessa fedifraga. Di grande effetto il travestimento di
Despina in medico/santone indiano color oro con corona a mo' di turbante, che al posto della
calamita adopera naturalmente una sfera magica per rianimare gli amanti
respinti e fintamente privi di conoscenza. Per non parlare del buffo abito da notaio nell’ultimo
atto con parruccone incluso.
Con una delicata fontana a rappresentare il giardino
sul retro, due divani, un tavolino, un paio di sedie ed alcuni cubi colorati la
scena è allestita e non serve davvero altro per quanto ricca di spunti sia la
regia di Regazzo. Il suo Don Alfonso è un intellettuale che ama poetare ed aggiunge
al libretto persino altri versi di Da Ponte intensamente recitati per esplicitare il suo pensiero nel
consolare i giovani ‘cornificati’. Il burattinaio della situazione sa
perfettamente di aver ragione, non solo perché reputa che le donne ‘gentili’ siano
per loro natura votate al tradimento, ma perché in giovinezza si vive ogni
passione al massimo e le occasioni vanno colte al volo, anche se ciò significa
tradire il compagno partito per il fronte. Probabilmente a situazione inversa tra
le coppie il risultato sarebbe stato il medesimo. Compare anche il personaggio muto
di una donna vestita di bianco, una donna che porta con sé una bambola che
richiama sì alla fanciullezza ma anche alle tentazioni dell’età ‘del buon tempo’.
Anche il coro è parte integrante della messa in
scena, sia quando reca con sé un cuore rosso esibito con i cantori posti tutti in
bell’ordine in fila, oppure nell’indossare una piccola maschera durante il
tentativo di matrimonio con i nuovi compagni nel finale. Non mancano altri
momenti di pura ilarità, come la distribuzione di cioccolatini al pubblico da
parte dei due giovani protagonisti, ed i simpatici siparietti creati per il
personaggio di Despina, armata di straccio ed aspirapolvere fatta funzionare
effettivamente in scena. Insomma un godibilissimo spettacolo, che può vantare
anche un cast giovane e spigliato, dalle ottime qualità canore.
Giovanna Donadini esce trionfatrice da questa produzione come Despina: con
incredibile verve si muove sul palcoscenico adoperando la sua ricca e potente
voce che riesce anche a modificare per rendere più plausibili le mascherate
ordite da Don Alfonso, a cui fa pure la corte.
Lorenzo Regazzo è un ottimo Don Alfonso: il colore bruno e
voluminoso della sua voce emessa con sicurezza e navigata esperienza fornisce
il perfetto completamento ad una performance approfondita e veramente analitica
del suo personaggio. È anche un ottimo declamatore di versi.
Deliziosa la Fiordiligi di Arianna Vendittelli: fresco il suo personaggio e fresco il timbro della
sua voce acuta e piena soprattutto nei centri.
Molto bene anche la spigliata Dorabella di Raffaella Lupinacci. Bel colore di voce brunito, sicurezza ed
espressività nel canto, davvero poliedrica nel ruolo della vispa e furba
giovane ‘bene’.
Ottima intesa e ben interpretati anche i ruoli dei
due giovanotti: Daniele Zanfardino, Ferrando, possiede una grande musicalità e canta con voce
delicata e sinuosa. In questo repertorio è perfettamente a suo agio. Marco Bussi è grande attore e bravissimo interprete di
Guglielmo, forte di uno strumento vocale di grande spessore e ottima emissione.
Il coro de I Polifonici
Vicentini ha
incorniciato molto bene gli eventi in essere, mentre l’ Orchestra di Padova e del
Veneto ha mostrato di essere
in ottima forma ed a suo agio con la partitura affidata al Maestro Giovanni Battista Rigon che ha creato una sapiente sinergia di intenti tra
tutte le componenti dello spettacolo, dalla buca al palco.
Il pubblico festante e caloroso ha applaudito con
vera gioia tutti i protagonisti di questo spettacolo davvero gradevole.
MTG
LA PRODUZIONE
Maestro concertatore
e direttore Giovanni Battista Rigon
Regia Lorenzo Regazzo
Regia Lorenzo Regazzo
Respons. scene e
costumi Michele Lisi
Assistente regia Selena Farinelli
Maestro del coro
Pierluigi Comparin
GLI INTERPRETI
Despina Giovanna Donadini
Don Alfonso Lorenzo Regazzo
Fiordiligi Arianna Vendittelli
Dorabella Raffaella Lupinacci
Ferrando Daniele Zanfardino
Guglielmo Marco Bussi
Don Alfonso Lorenzo Regazzo
Fiordiligi Arianna Vendittelli
Dorabella Raffaella Lupinacci
Ferrando Daniele Zanfardino
Guglielmo Marco Bussi
I
Polifonici Vicentini
Orchestra di Padova e del Veneto
Alberto Boischio maestro al cembalo
Caterina Galiotto maestro collaboratore
Orchestra di Padova e del Veneto
Alberto Boischio maestro al cembalo
Caterina Galiotto maestro collaboratore
FOTO LUIGI DE FRENZA