Con
la spettacolare produzione che debuttò in Arena nell’ormai lontano 1995,
rivisitata ed ‘alleggerita’ nell’allestimento del 2009, la Fondazione Arena ha
deciso di rendere omaggio alla più amata e celebre opera di Bizet per
festeggiare un’occasione speciale: il centesimo anno dalla sua prima
rappresentazione al Festival, per celebrare un’opera che in pratica ha
contribuito a fare la storia stessa della Fondazione e che è stata rappresentata
per ben duecentoventisei volte fino a questa stagione. E se bisogna festeggiare
in grande, l’imponente e cinematografica messa in scena del Maestro Franco Zeffirelli
è
chiaramente atta allo scopo. L’ormai mitico allestimento è uno dei più graditi al
pubblico areniano ed anche in questo caso ha raccolto nell’anfiteatro un
pubblico entusiasta e partecipe quasi come ad una partita di calcio.
Abbiamo ritrovato quindi la collaudatissima ambientazione sivigliana ricca di spunti e decisamente dinamica, incorniciata da coloratissimi teli che aiutano a completare la già folta scenografia. Come sempre Zeffirelli ci proietta esattamente al centro degli eventi dotando il palco di tutto ciò che può essere utile alla messa in scena: abbiamo ritrovato la famosa piazza di Siviglia, la ricca e colorata taverna di Lillas Pastia, siamo stati poi catapultati dall'accampamento dei contrabbandieri alla Plaza dos Toros come in un set cinematografico, con i meravigliosi e ricchi abiti di Anna Anni. Non mancano i consueti quadrupedi che qualche volta tendono ad agire non proprio ‘secondo copione’ regalando anche graziosi fuori programma. In sintesi estrema un allestimento immenso per un immenso traguardo raggiunto a Verona da questo dramma.
Dramma della
donna in tutte le sue sfaccettature, nel suo porsi in essere in una società che
non la accetta perché gitana e ribelle, nel porsi con il sesso opposto come
dominante per non soccombere ella stessa, nel suo vivere senza regole dettate
dal bon ton ma dettate dal suo essere donna e libera. Il ruolo di Carmen è uno scoglio difficilissimo da sormontare e rappresenta una punta di diamante per tantissime interpreti
che abbiano raggiunto il traguardo di poterla eseguire. Dispiace molto che Ekaterina Semenchuk
non
ci abbia trasmesso le vibranti emozioni che un ruolo del genere richiede. La sua
Carmen non è stata la donna di profondità e spessore che il personaggio
dovrebbe esprimere. Non ci ha convinto neanche dal punto di vista vocale, né per
intonazione né per fraseggio.
Palma
d’oro della serata ad una splendente Irina Lungu
come Micaela. Impeccabile scenicamente nel ruolo della donna per bene
ed innamorata, perfetto contraltare di Carmen nei modi e nei costumi. Grazie
alla sua voce piena dall’ottimo volume, unitamente ad una emissione sicura e
precisa può considerarsi la vera protagonista della serata. Le ovazioni
interminabili del pubblico al termine della rappresentazione hanno sancito una
serata davvero molto positiva per il soprano.
Il
Don Josè di Carlo Ventre
è appassionato e come sempre da’ prova di possedere uno strumento vocale di
notevole spessore. Non sempre però il risultato di tanto ardore sia canoro che attoriale
risulta impeccabile.
Sotto
tono ci è sembrata anche l’interpretazione di Carlos Alvarez
nel ruolo dell’acclamato e desiderato Escamillo. Pur possedendo una voce molto
suadente soprattutto quando scende verso il registro più grave non ne ha
beneficiato per ottenere una performance all’altezza della sua bravura.
Graziose
e discrete Francesca Micarelli
e Cristina Melis,
le maliarde Frasquita e Mercedes. Completano il ricco cast il bravo Federico Longhi
come Dancairo, Paolo Antognetti,
Seung
Pil Choi e un buon Francesco Verna
nei panni di Remendado, Zuniga e Morales.
Bene
i piccoli cantori del Coro voci bianche A.Li.Ve. di Paolo
Facincani e pregevole il lavoro del Coro dell’Arena di Verona di Armando Tasso. Non possiamo dimenticare il contributo
ormai celebre delle coreografie di El Camborio riprese da una
applauditissima Lucia Real per le coinvolgenti danze del corpo di ballo
areniano, con primi ballerini Teresa Strisciulli, Amaya
Ugarteche, Antonio Russo.
Il
Maestro Henrik Nánási
è stato alla
testa dell’orchestra della Fondazione. Con il direttore ungherese abbiamo
potuto ascoltare una Carmen di vigore, energica e vivace, che ha lasciato anche
il posto all’intensità ed al dramma nei momenti più intensi.
Il pubblico
effervescente ha applaudito con generosità tutti i protagonisti riservando una
autentica ovazione alla signora Lungu.
MTG
LA
PRODUZIONE
Direttore
d'orchestra
|
Henrik Nánási
|
Regia e
scene
|
Franco Zeffirelli
|
Costumi
|
Anna Anni
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Coreografia
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El Camborio ripresa da Lucia Real
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Maestro
del coro
|
Armando Tasso
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Direttore
corpo di ballo
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Renato Zanella
|
Direttore
allestimenti scenici
|
Giuseppe De
Filippi Venezia
|
Coro voci
bianche
|
A.Li.Ve.
|
Direttore
voci bianche
|
Paolo Facincani
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GLI INTERPRETI
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Carmen
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Ekaterina Semenchuk
|
Micaela
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Irina Lungu
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Frasquita
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Francesca Micarelli
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Mercedes
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Cristina Melis
|
Don Jose'
|
Carlo Ventre
|
Escamillo
|
Carlos Alvarez
|
Dancairo
|
Federico Longhi
|
Remendado
|
Paolo Antognetti
|
Zuniga
|
Seung
Pil Choi
|
Morales
|
Francesco Verna
|
Primi ballerini:
Teresa Strisciulli, Amaya Ugarteche, Antonio Russo.
ORCHESTRA, CORO, CORPO DI BALLO E TECNICI DELL'ARENA DI VERONA
ORCHESTRA, CORO, CORPO DI BALLO E TECNICI DELL'ARENA DI VERONA
Foto ENNEVI per gentile concessione della Fondazione Arena di Verona