Nel
lontano aprile 1914 andava in scena per la prima volta Madama Butterfly di Puccini
al Teatro Verdi triestino, ed occasione più ghiotta non poteva esserci per rappresentare
nel capoluogo friulano la fortunata produzione firmata proprio recentemente dal
teatro e che ha ottenuto già ampi consensi anche a livello internazionale. La regia
è di Giulio Ciabatti, che con l’apporto delle scene di Pier Paolo Bisleri, ha voluto
trasportarci non solo fisicamente, ma soprattutto idealmente e col cuore nei
colori, nelle sensazioni e perché no nei profumi di un Oriente riconoscibilissimo,
ma non necessariamente vincolato ad un tempo preciso. Nagasaki è trasognata nei
volti e nelle situazioni che inscenano i personaggi, i loro sentimenti sono
espressi con estrema passione. Con lo sguardo alla tradizione giapponese, al
suo teatro ‘Nō’ che rappresenta i più alti valori dell’umanità contrapponendo
il divino all’umano, così la contrapposizione dei due mondi Oriente/Occidente, inavvicinabili
per usi e costumi, è tragicamente esemplificata dal dramma che vive la protagonista,
fiduciosa a lungo invano, fino alla terribile disillusione.
Sullo sfondo
uno schermo accompagna gli eventi, siano essi il ripudio, con una cascata di petali
che rimanda ad una innocenza ormai perduta, oppure una cascata di stelle tra
lucciole che svolazzalo lente in scena (grazie al silenzioso apporto dei mimi
nell’ombra), creando emozioni e palpiti nel toccante duetto d’amore di fine
primo atto, che manda in delirio il pubblico. I suggestivi effetti di luce sono
ad opera di Claudio Schmid.
Il resto è
un delizioso e garbato ambiente con una accenno alla casetta, la presenza del
Torii, l’arco di accesso ai luoghi sacri giapponesi, e la
bandiera americana che dallo schermo compare all’occasione, trionfale sugli astanti.
Completano la raffinata rappresentazione i costumi ricchi e coloratissimi di Pier
Paolo Bisleri, grazie ai quali i coristi ricordano davvero gli
imponenti e maestosi samurai e le coriste, come le protagoniste stesse,
sembrano delle delicate bambole di porcellana, che con i loro movimenti fluidi
ed aggraziati sembrano poter spezzarsi all’improvviso, come in un triste
presagio.
I capricci
del meteo attuale hanno costretto il tenore Luciano Ganci a lasciare il posto al
collega Luis Chapa per l’ultima rappresentazione nel ruolo di
Pinkerton. Il messicano ha uno strumento che si esprime particolarmente con
agio nel registro acuto e si mostra disinvolto sul palco. Ottimo il feeling con
la sua partner in scena. Si mostra molto più a suo agio nei momenti di
sentimento, piuttosto che nelle scene di baldanzoso maschilismo strafottente. Porta
comunque a casa una prova positiva apprezzata dal pubblico.
Anche il
soprano Amarilli Nizza era stato
annunciato come affetto da sindrome influenzale prima dell’apertura del
sipario. Ma la grande forza di volontà dell’artista ha preso il sopravvento e
le ha consentito di eseguire un’altra delle sue interpretazioni straordinarie. Ormai
confermata la sua famigliarità col ruolo, il suo calarsi anima e corpo nel
personaggio, tanto da gioire o soffrire con esso, senza mai staccarsi mentalmente dalla piccola
Cio-Cio-San e coinvolgendo il pubblico che ne resta rapito. In aggiunta, la sua
tecnica consolidata le permette una emissione vocale sicura ed uniforme su
tutta la gamma.
Suzuki è
stata una convincente Chiara Chialli. Se la voce talvolta
tende ad irrigidirsi nei suoni gravi, il colore che offre è comunque corposo e
di bella pasta. Molto delicato il suo incedere, la sua interpretazione della
governante dolce e servizievole è di incredibile grazia e spontaneità.
Austero,
impeccabile e ben cantato il ruolo del console Sharpless, un Filippo
Polinelli equilibrato, mai sopra le righe.
Apprezzabile anche il Goro di Gianluca Sorrentino, spigliato e ben centrato.
Apprezzabile anche il Goro di Gianluca Sorrentino, spigliato e ben centrato.
Un po’
eccessivo il costume dello zio Bonzo, in vesti corvine con tanto di bandiere
penzolanti dal dorso, interpretato da un ben crudele Pietro Toscano, la cui
voce però si perde leggermente nel suono dell’orchestra.
A completare
il cast, la signora Pinkerton della deliziosa Silvia Verzier, il
corretto principe Yamadori di Makoto
Kuraishi, Giuliano Pelizon e Giovanni Palumbo, rispettivamente
Commissario imperiale ed Ufficiale del registro.
Straordinario
il suono dell’Orchestra della Fondazione Teatro Verdi: bilanciata, uniforme, in
perfetto accordo con i cantanti, carica di lirismo e pathos. Il Maestro Donato Renzetti l’ha guidata con fare impeccabile ed è stato
la ciliegina sulla torta di una produzione di pregio.
Ottimo lavoro anche dei coristi preparati del puntuale Paolo Vero.
Teatro esaurito in ogni ordine di palco e posto, successo caloroso per tutti gli
interpreti con punte di entusiasmo per Nizza e Chapa, Chialli ed il Maestro
Renzetti.
MTG
LA PRODUZIONE
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Maestro Concertatore
E Direttore
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Donato Renzetti
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Regia
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Giulio Ciabatti
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Scene E Costumi
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Pier Paolo Bisleri
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Luci
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Claudio Schmid
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Maestro Del Coro
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Paolo Vero
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Videomaker
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Antonio Giacomin
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GLI
INTERPRETI
Madama Butterfly / Cio-Cio-San
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Amarilli Nizza
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Suzuki
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Chiara Chialli
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F.B. Pinkerton
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Luis Chapa
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Kate Pinkerton
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Silvia Verzier
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Sharpless
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Filippo Polinelli
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Goro
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Gianluca Sorrentino
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Yamadori
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Makoto Kuraishi
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Zio Bonzo
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Pietro Toscano
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Il Commissario Imperiale
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Giuliano Pelizon
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L’ufficiale Del Registro
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Giovanni Palumbo
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Orchestra, Coro e Tecnici Della
Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” Di Trieste
Allestimento Della Fondazione Teatro
Lirico “Giuseppe Verdi” Di Trieste
In Collaborazione Con Jas Foundation Di Yokohama
FOTO TEATRO VERDI TRIESTE