Per
la stagione lirica 2013-14 del teatro Filarmonico di Verona che si concluderà
come di consueto nel prossimo autunno, la Fondazione Arena ha deciso di
proseguire con il filone giocoso dei precedenti due eventi e puntare su un
titolo di sicuro impatto sul pubblico, che infatti, grazie anche alla felice
presenza delle scuole, sta registrando un folto numero di presenze in questi
giorni. La vedova allegra di Lehar, ha offerto uno spettacolo completo,
ove musica, danza e prosa si sono intersecate per circa tre ore di spettacolo,
ed in cui non sono mancati colpi di scena, risate, ma anche poesia e
delicatezze.
Il
compositore Franz Lehar iniziò come autore di opere liriche, ma con scarso
successo. Fu con il genere dell’operetta che il suo estro creativo ebbe modo di
estrinsecarsi ed ottenere il tanto agognato riconoscimento tra i maestri del
genere, come Offenbach e Strauss figlio.
La sua formazione classica, nonché la vita in continuo viaggio, gli permisero sì
la conoscenza dei grandi compositori del passato, ma anche di quanto alla sua
epoca offriva il panorama musicale internazionale. Ciò gli consentì di inserire
tutto ciò che era il suo vissuto personale e di studio nelle sue composizioni.
Così potremmo affermare che c’è praticamente tutto ne La vedova allegra: il
lirismo dovuto alle storie d’amore che si intrecciano, gli scambi di persona, i tradimenti e le conseguenti corna, i dissesti finanziari, già notissimi al pubblico appassionato di opere, ma
anche le musiche dei valzer tanto cari agli austriaci, e persino i canti degli
zingari.
Ci
si immerge in tutto questo trovandosi nello specifico nella grande Francia
della belle époque, con le sue luci e colori, con le sue ‘donnine allegre’, le
danze, le feste, i locali alla moda un po’ equivoci, e naturalmente gli amori.
Tutti elementi di sicuro fascino per un pubblico che già nel 1905, anno della
prima rappresentazione a Vienna, apprezzava questo nuovo genere, decretandone
uno straordinario successo sin dall’inizio ed incoronando il genio del suo autore
a livello internazionale. Oggigiorno il capolavoro di Lehar è molto amato e
riscuote sempre grandi consensi per le arie ben note, come ‘Tace il labbro’
oppure ‘La romanza della Vilja’, ma soprattutto per i balletti ivi inseriti e
per l’atmosfera di gaiezza che sprigiona.
Per
questa versione italiana della Fondazione Arena datata 2005 (l’originale è in
tedesco), con la regia di Gino Landi,
siamo in una Francia un po’ veneta ed anche un po’ napoletana, per via di certi
piccoli riferimenti alla città di Verona e naturalmente per la forte ed
accentratrice presenza dell’attrice partenopea Marisa Laurito.
Quello che di solito è l’impiegato di cancelleria dell’armata di Pontevedro,
paese nella cui ambasciata a Parigi è
ambientata la storia, qui è la scaltra, furba ed impicciona segretaria
dell’ambasciatore pontevedrino Zeta. Con le sue battute ed improvvisazioni
viene ad essere la mattatrice dello spettacolo, mettendo a segno una battuta
dietro l’altra, intrattenendo letteralmente il
pubblico e strappando anche applausi a scena aperta. Il tutto è
incorniciato dalle splendide scene di Ivan Stefanutti,
che riproducono ambienti signorili di inizio secolo scorso e giardini
meravigliosi con statue che si rivelano essere ballerini in carne ed ossa nella
scena del duetto tra Hanna ed il conte Danilowitsch. Meravigliosi anche i
costumi perfettamente in stile di William Orlandi.
La
vedova in questione è stata una brillante Mihaela Marcu.
Oltre ad avere indubbiamente il physique du rôle, ha interpretato con molta
classe e spigliatezza il suo ruolo. La voce forse non è perfettamente a suo
agio per la tessitura richiesta, soprattutto sul grave, ma ha confermato di
possedere una bella linea di canto e dei suoni emessi con sicurezza, dai
pianissimo agli acuti di slancio.
In
grandissima forma il baritono Markus Werba.
Perfetto per il ruolo del conte, ben recitato e ben cantato, è interprete di sicuro
piglio sul palco e utilizza la sua voce con compostezza ed omogeneità,
spingendosi anche verso zone piuttosto acute.
A
suo agio anche una eccentrica e disinvolta Daniela Schillaci come Valencienne,
con il suo maritino dalla testa pesante, il barone Mirko Zeta, un buon Francesco Verna,
di spirito ed anche ottimo attore. Bella voce anche se un po’ sottile il tenore
Anicio Zorzi
Giustiniani, Camille de Rosillon, che si è ben difeso sul palco, anche se
più dimesso rispetto ai suoi colleghi.
Le
coppie Bogdanowitsch con la moglie Sylviane,
rispettivamente Andrea
Vincenzo Bonsignore e Francesca Martini,
Kromow
e la sua consorte Olga, ossia Nicolo' Ceriani, veramente
bravissimo e centrato nel suo ruolo, ed Elena Serra,
nonché Pritschitsch
e Praskowia,
alias Romano Dal Zovo
e
Alice Marini,
insieme ai simpatici Dario Giorgelè
e
Francesco Pittari
come pretendenti, il visconte Cascada
e Raoul de St. Brioche,
completano il cast.
Compartecipe
e buon interprete il coro preparato da Armando Tasso. Menzione particolare
va fatta al corpo di ballo che nel terzo atto ha eseguito parte del balletto ‘Gaité
parisienne’ di Jacques Offenbach e Manuel Rosenthal, con numeri strepitosi e di
grande impatto visivo, inseriti per l’occasione.
L’orchestra
condotta da Roberto Gianola si è inserita perfettamente nel clima
festoso dello spettacolo, con interventi anche in scena e con il giusto brio ed
accompagnamento agli artisti.
Pubblico
in delirio per la Signora Laurito e molti applausi anche per Werba e Marcu. Successo
pieno per tutti gli interpreti.
MTG
LA PRODUZIONE
Direttore d'orchestra
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Roberto Gianola
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Regia
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Gino Landi
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Scene
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Ivan Stefanutti
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Costumi
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William Orlandi
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GLI INTERPRETI
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Il barone Mirko Zeta
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Francesco Verna
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Valencienne
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Daniela Schillaci
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Il Conte Danilo Danilowitsch
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Markus Werba
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Hanna Glawari
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Mihaela Marcu
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Camille de Rosillon
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Anicio Zorzi
Giustiniani
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Il visconte Cascada
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Dario Giorgelè
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Raoul de St. Brioche
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Francesco Pittari
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Bogdanowitsch
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Andrea
Vincenzo Bonsignore
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Sylviane
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Francesca Martini
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Kromow
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Nicolo' Ceriani
|
Olga
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Elena Serra
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Pritschitsch
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Romano Dal
Zovo
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Praskowia
|
Alice Marini
|
Njegus
|
Marisa Laurito
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ORCHESTRA, CORO E CORPO DI BALLO
DELL’ ARENA DI VERONA
Maestro del coro Armando
Tasso
Direttore corpo di ballo Renato Zanella
Direttore allest. scenici
Giuseppe Filippi Venezia
Foto Ennevi