Il primo concerto del 2014 si apre in bellezza per l’associazione Verona
Lirica, con un teatro sempre più pieno di soci e con tanta voglia di
ricominciare a far musica. L’occasione felice vede la premiazione del soprano Elena
Mosuc per la sua importante carriera internazionale e per augurarle
ancora tanti successi in futuro. Il suo ampio repertorio l’ha vista trionfare
con Donizetti e Bellini, Mozart e naturalmente Verdi, ma anche Offenbach,
Strauss, e l’elenco è ancora molto lungo; sempre con intense interpretazioni
che hanno reso celebre il soprano in tutto il mondo. Quest’estate ha commosso
con la sua Violetta al festival areniano del centenario e giustamente
l’associazione veronese ha voluto premiarla anche per il suo contributo al
successo delle recenti serate d’opera nella città veneta.
Con lei sul palco il tenore Piero
Giuliacci, pietra miliare tra i tenori del nostro paese, che canta
ancora con l’entusiasmo e la generosità di un giovane rampante, il talentuoso
baritono Aris Argiris, ed il mezzosoprano Isabel De Paoli.
Ad inframmezzare gli interventi solistici, la
band Massimo
Longhi Trumpet Ensemble.
Il soprano romeno ha offerto alcuni cavalli di
battaglia del suo repertorio, a cominciare dalla temibile Lucrezia Borgia, la
cui ‘Com’ è bello’ è stata eseguita con intensità ed allo stesso tempo gran
carattere. Ancora Donizetti con un’altra donna incredibile: Anna Bolena: ‘Al
dolce guidami’, per poi passare a Bellini con la celeberrima e temutissima aria
di Norma: ‘Casta Diva’, e concludere in bellezza con Verdi, da Trovatore ‘ D’amor
sull’ali rosee’. La tecnica della signora Mosuc è straordinaria: fraseggio
morbido, uniformità nella linea di canto, il cui timbro si fa ancor più accattivante
nella tessitura grave, ottimo controllo del fiato; il che va aggiunto ad una
grande espressività interpretativa.
Come un fiume in piena il tenore Piero
Giuliacci non ha risparmiato né fiato né voce per i suoi personaggi: Andrea
Chénier di Giordano, con ‘Un dì all’azzurro spazio’, un potente duetto da
Otello di Verdi con il baritono Argiris nelle vesti di Jago (‘Sì, pel ciel
marmoreo giuro’), Dick Johnson da La fanciulla del West di Puccini: ‘Ch’ella mi
creda..’, infine Canio, da Pagliacci di Leoncavallo: ‘Vesti la giubba’. Ancora tanta energia, passione e voce possente
per un artista capace sempre di emozionare e stupire.
Talento ed energia anche per il giovane Aris
Argiris, che offre un bel colore caldo ed una estensione notevole per
un baritono. Le interpretazioni sono accorate ed ha ottenuto un suo personale
successo con le arie tratte ancora da Andrea Chénier nel ruolo di Gérard, poi da
Otello, oltre al duetto di Jago insieme al tenore come detto, anche ‘Credo in
un Dio crudel’; infine dal Don Carlo di Verdi ‘ O Carlo ascolta’.
Una bella voce possiede anche il mezzosoprano Isabel
De Paoli, brunita e calda. Peccato per il piccolo ‘intoppo’ vocale verso
il finale dell’aria di Madelon dall’Andrea Chénier, che l’ha costretta ad una
breve pausa, per poi terminare tranquillamente. Apprezzata con le successive
arie tratte dal Werther di Massenet, e soprattutto la bellissima ‘Voce di donna
o d’angelo’ da La Gioconda di Ponchielli: bene vocalmente, anche se sicuramente
migliorerà nella dizione.
Il brillante ensemble Massimo Longhi Trumpet di
Rovigo ha offerto un particolare diversivo per il pomeriggio, con pezzi di
vario genere, tra cui temi da cartoons e
film come I Flinstones o La stangata, un pezzo del figlio del grande Bach, C.P.
Emanuel Bach, noto come ‘La marcia dell’arca’, ed anche un adattamento della
marcia trionfale dell’Aida.
Al pianoforte la sempre impeccabile Patrizia
Quarta e ad intrattenere il pubblico, con le sue approfondite e sempre
ottimamente documentate introduzioni, Davide Da Como.
Pubblico visibilmente soddisfatto, prossimo
concerto fine febbraio.
MTG