Singspiel in due atti
Libretto Emanuel Schikaneder
Libretto Emanuel Schikaneder
Scritta nel 1791, l’opera di Mozart che è tra le più amate anche dai
piccini, vide la luce il 30 settembre di quell’anno in cui come è noto il compositore
morì, senza godere del successo che lo spettacolo ottenne nelle numerose repliche
successive. Se anche furono soprattutto le incombenze finanziarie a spingere il
compositore ad accettare l’incarico dell’amico Schikaneder di comporre questa
opera cantata e recitata, la cui trama piaceva particolarmente al librettista,
non meno intrisa di significati e di contenuti profondi rispetto alle altre sue opere è l’intera vicenda. Oltre
ai richiami etico morali, come noto il salisburghese era adepto massone e
credeva molto ai principi del movimento, molti hanno visto anche alcuni riferimenti
alla vita privata dello stesso Amadeus, in un intrecciarsi di simboli che tra l’umano
ed il fiabesco ne decretarono il successo che concluse degnamente la vita artistica del
grande autore.
La storia ambientata in un antico Egitto non meglio precisato, che vede protagonisti
la principessa Pamina ed il suo amato principe/salvatore Tamino, ci spiega come
spesso l’apparenza delle persone inganni, come non sempre ciò che appare buono sia
veramente tale, così come i presunti malvagi si rivelano in seguito esseri
saggi e giusti. Ecco che la Regina della notte, considerata amabile madre dalla propria figlia
Pamina, ben presto si mostra quale donna spietata che anela soltanto all’uccisione
dell’acerrimo nemico Sarastro, il quale a sua volta, da crudele rapitore in
principio, risulta poi essere un giusto protettore della principessa contro la
malvagia influenza della madre.
E la regista Michela Lucenti ha voluto esemplificare ciò che serpeggia negli
animi dei personaggi attraverso una messa in scena senza tempo, che guarda ai
giorni nostri, per poi letteralmente ‘tuffarsi’ in una ambientazione subacquea,
ma che non dimentica del tutto la terra con i suoi disastri e le sue paure.
Grande parte della scenografia è in realtà realizzata tramite proiezioni
sullo sfondo del palco, come è ormai sempre più in uso attualmente. Vi si
trovano dunque fondali marini futuristici, in cui pesciolini, meduse o squali nuotano tra le strutture di una moderna città
sommersa, tra la natura che con il suo verde rigoglioso trionfa in mezzo all’opera
dell’uomo. Troviamo persino un riferimento alle torri gemelle statunitensi, con
l’incendio ed il successivo sgretolamento di un grattacielo, a cui però fa
seguito una cascata di acqua pura che vuole biblicamente spazzare via il male e
purificare i due giovani protagonisti che ascendono al cielo, trasportati in
alto da funi in movimento.
Sul palco sono presenti pochissimi oggetti che aiutano all’azione scenica. Questa
inizia infatti su di una spiaggia ove è presente soltanto una cabina
spogliatoio, che insieme ad un ombrellone costituiscono gli unici oggetti in
scena. Il serpente che da libretto insegue il principe Tamino è raffigurato qui
da una ballerina che volteggia in modo atletico con un materassino gonfiabile a forma di coccodrillo. Altra variazione dovuta alla specifica messa in scena è per esempio
l’utilizzo di una pistola per bolle di sapone in luogo del carillon magico, con
cui Papageno aiuta Tamino nella sua impresa d’amore. Così il lucchetto, con cui
le tre dame tappano la bocca allo stesso Papageno per punirlo delle sue bugie,
qui è un leccalecca che viene incastrato tra i denti del buffo uccellatore. Ed anche
il ritratto di Papagena che fa innamorare Tamino qui è una foto di un articolo
del giornale che le tre dame sono intente a leggere sotto il sole.
Con l’inizio dell’avventura magica, Tamino, dotato del flauto magico che lo
aiuterà a riportare a casa la sua principessa, si ritrova nel regno sommerso di
Sarastro. Questo, come mostrano le immagini, è un misto tra muri e finestre ecclesiastici ed edifici post moderni, sempre popolati da esseri marini. La tridimensionalità
delle raffigurazioni spesso sembra invadere il palco come se fosse pienamente allestito.
Piccolo appunto che si potrebbe fare alle elaboratissime immagini proposte, sta
nel fatto che talvolta esse rubano la scena agli interpreti, che spesso si muovono su
di un relitto di un bimotore presumibilmente affondato anni addietro in questo
mare indefinito.
I costumi creati da Csaba Antal (che firma anche le scene) sono un misto tra settecentesco e contemporaneo, non sempre di gusto impeccabile in verità.
L’intero spettacolo non risulta affatto appesantito da troppo simbolismo, e
l’atmosfera di fiaba e di leggerezza che gli interpreti respirano rende complessivamente
l’opera molto godibile e piacevole.
La compagnia musicale che si è cimentata nell’opera è stata composta da
giovani affiatati che hanno mostrato di divertirsi facendo divertire, offrendo
anche notevoli qualità dal punto di vista attoriale.
La dolce Pamina è interpretata da Marina Bucciarelli. L’interprete
canta con notevole disinvoltura, mostra una voce limpida ed uniforme nella sua
emissione; il suo personaggio è recitato/cantato con sensibilità e delicatezza,
ma non si pone come una bomboletta qualsiasi, bensì come consapevole figlia di
una regina imponente, dalla quale pretende anche il dovuto rispetto.
Tamino è un buon Enrico Casari. Molto ben affiatato
con la partner in scena, il suo personaggio è interpretato con buona verve
attoriale ed altrettanta padronanza sia linguistica che musicale. Sciolto quanto
basta, il suo principe offre una voce tenorile dal bel
timbro e delicatezza.
Artista di notevole interesse si è mostrato Sebastian Seitz. Questo giovanissimo
baritono ha tenuto il palcoscenico col suo Papageno grazie alla sua presenza fisica
ed alle ottime doti interpretative. Il suo canto è promosso grazie ad una bella
voce dal volume interessante, ed ha divertito ed animato la scena ad ogni sua
apparizione; il più applaudito dal pubblico in sala.
Spiritosa e delicata la Papagena di Heidi Gietl, che però soffre
leggermente di volume e a tratti viene coperta dalla musica.
Il terribile ruolo della Regina della notte è interpretato da Linda
Kazani. Non semplice eseguire le sue impervie arie dai voli pindarici
sopra il rigo dall’alto di un pulpito in sospeso nell’aria, ma l’interprete è
riuscita nell’impresa, grazie ad una voce molto duttile, i cui sovracuti sono
precisi e i difficilissimi vocalizzi risolti con proprietà; dotata anche di
ottimo volume risolve il suo personaggio con la giusta austerità da regina
offesa e vendicativa.
Fiero ed austero il Sarastro di Paolo Buttol. Molto particolare il
colore scuro del basso, che trova la sua massima espressione proprio nella zona
più squisitamente grave. Il suo personaggio è sì l’ineffabile nemico della
regina Astrifiammante, ma si rivela essere anche il buon saggio e giusto che
protegge i due innamorati fino a benedirne l’unione.
Spassose e ben interpretate le tre dame della Regina: Ulpiana Aliaj, Gabriella Sborgi, Anna Lucia Nardi,
che con il rosso dei loro costumi sgargianti hanno contribuito a rendere più
vivace e colorato questo allestimento.
Altrettanto corretti il Monostatos di Alexander Graf, l’Oratore, Marek Gasztecki, il Primo
Sacerdote di Marek
Gasztecki ed il Secondo Sacerdote di Rouwen Huther.
Menzione particolare per i tre fanciulli, dalle voci delicatissime ed
angeliche, sicuri e partecipi: Jakob Seiwald, Ivan Huber, Gregor Steinmayr.
Molto buoni gli interventi del Coro Lirico Regionale di Luigi
Azzolini. Numerosi anche gli interventi del Balletto Civile coreografati dalla stessa Michela Lucenti.
Direzione musicale di Ekhart Wycik che vede il ripristino della cosiddetta ‘Cadenza
delle tre dame’, che il compositore cancellò durante le prove, causa la mancanza
di tempo, e che grazie al manoscritto autografo è stata felicemente reinserita.
Il maestro propone una lettura attenta alle indicazioni dello spartito,
delicata nel complesso e sempre attenta al palcoscenico.
Numerosi i bambini presenti in sala, alcuni dei quali al termine si sono
avvicinati alla buca per applaudire i musicisti. Ovazioni per Seitz e
moltissimi applausi e chiamate per tutti gli interpreti, il direttore Wycik, e
la regista Lucenti.
MTG
LA PRODUZIONE
Direzione musicale Ekhart Wycik
Regia Michela Lucenti
Scene e costumi Csaba Antal
Luci Stefano Mazzanti
Regista assistente Maurizio Camilli
Balletto Civile
Movimenti coreografici Michela Lucenti
GLI INTERPRETI
Regia Michela Lucenti
Scene e costumi Csaba Antal
Luci Stefano Mazzanti
Regista assistente Maurizio Camilli
Balletto Civile
Movimenti coreografici Michela Lucenti
GLI INTERPRETI
Sarastro Paolo Buttol
Tamino Enrico Casari
Regina della Notte Linda Kazani
Pamina Marina Bucciarelli
Prima dama Ulpiana Aliaj
Seconda dama Gabriella Sborgi
Terza dama Anna Lucia Nardi
Papagena Heidi Gietl
Papageno Sebastian Seitz
Monostatos Alexander Graf
Oratore Marek Gasztecki
Primo sacerdote Marek Gasztecki
Secondo sacerdote Rouwen Huther
Tre fanciulli Jakob Seiwald, Ivan Huber, Gregor Steinmayr
Coro Lirico Regionale
Maestro del coro Luigi Azzolini
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento | Haydn-Orchester von Bozen und Trient
Nuovo allestimento
Produzione Fondazione Teatro Comunale e Auditorium
Bolzano | Stiftung Stadttheater und Konzerthaus Bozen
FOTOGRAFIE Benedetta Pitscheider