Più che Gala 'Domingo-Harding', la serata speciale
che ieri sera si è svolta in Arena a Verona poteva essere intitolata 'Domingo
and Friends', dal momento che il lungo
concerto ha visto esibirsi sul palco, non solo il grande direttore artistico
onorario del Festival, ma anche altri valenti compagni di viaggio che hanno
regalato davvero momenti speciali ed emozionanti.
Un programma ricchissimo che ha visto
naturalmente omaggiati i due grandi compositori celebrati quest’anno: Verdi e
Wagner, con arie e sinfonie tratte dalle loro opere più acclamate e
rappresentate. L’atmosfera amichevole e la bravura del cast hanno contribuito a
regalare uno spettacolo molto applaudito.
Il palco è stato adornato semplicemente con due
sfingi ai lati, ormai emblema dell’anfiteatro, mentre degli arbusti a fusto
alto hanno incorniciato la buca dell’orchestra.
Il maestro Placido Domingo è parso in forma fisica ed ha
cantato con grande partecipazione ed entusiasmo, trasmettendo la sua ormai proverbiale energia e passione. La sua verve interpretativa è sempre impressionante, si
immerge con totale impegno nei ruoli che man mano interpreta, ora come tenore,
per le arie di Wagner, con Parsifal e Die Walküre (Sigmund), ora come baritono, per Verdi, nella lunga sezione dedicata al Simon Boccanegra di cui è protagonista. Un Artista capace di
reinventarsi ed accettare sempre nuove sfide. Ed il pubblico lo ha lungamente
premiato ad ogni sua apparizione.
Ad accompagnare il grande Maestro, sul palco
giovani e bravi artisti: il mezzosoprano Violeta Urmana ha aperto la serata
subito dopo la Ouverture da La forza del destino, interpretando la principessa
Eboli dal Don Carlo con ‘O Don fatale’. Successivamente ha messo in fila le
difficili arie di Isolde ‘Liebestod’, dal Tristan und Isolde, e da Die Walküre ‘Der
Männer sippe’, l’aria di Sieglinde. Il suo strumento è ricco e pastoso, dalle
tinte brunite che risaltano particolarmente nei ruoli proposti, e non manca la presenza scenica a condire copiosamente la sua performance.
L'elegantissimo soprano Susanna
Branchini ha impersonato Elisabetta di Valois con la bellissima ‘Tu
che le vanità’ dal Don Carlo, e Amelia nei concertati
dal Simon Boccanegra. La sua voce corre rotonda e calda nell’aria, e l'interprete si pone sul
palco con tenacia e grande forza esecutiva, degna delle eroine a cui da' vita con grazia ed austerità.
Meraviglioso il tenore Francesco Meli, che ha colpito al cuore con la sua aria di Macduff dal Macbeth, e con il ruolo di Gabriele con l’aria "Oh inferno!...Amelia qui!’ dal Simon Boccanegra. L’intensità delle sue interpretazioni sono il giusto complemento di una voce melodiosa dalla pasta morbida, che si esalta nell’ottava acuta.
Bella sorpresa il soprano Evelyn Herlitzius, che ha
tempra e voce da vendere. Presenza scenica, interpretazione e grinta in mostra
con Wagner: da Tannhäuser l’aria di Elisabeth ‘Allmächt'ge Jungfrau‘, e dal
Götterdämmerung l’aria di Brünnhilde ‘Starke Scheite schichtet mir dort’.
Il basso Vitalij Kowaljow possiede un
timbro ruvido ed un piglio austero, in evidenza con ‘Leb wohl, du kühnes,
herrliches Kind’, da Die Walküre. Infine, insieme per il finale del III atto dal Simon Boccanegra, il Maestro Domingo con Branchini, Meli e Kowaljow, e per il finale del I atto dallo stesso, si
sono uniti ai colleghi i bravi Davit
Babayants e Gianluca Breda.
L’orchestra dell’Arena è stata diretta dall’altro
strepitoso protagonista del gala: Daniel Harding. Molto atteso a Verona,
la sua fama non lo ha tradito. Il giovane direttore è stato il valore
aggiunto della serata. Dotato di gran carisma, sul podio ha il piglio giusto ma
non eccessivo di chi conosce il proprio mestiere: l’orchestra lo segue, fa suo
il repertorio verdiano quanto quello wagneriano con estrema sensibilità. Presta
attenzione ai dettagli, accarezza le note con sentimento e spinge ove il dramma
incede. Ha in sintesi intessuto nota dopo nota un prezioso manto musicale, sul
quale le caratteristiche di ogni protagonista hanno potuto emergere e farsi
apprezzare.
Bene anche il coro preparato da Armando
Tasso, che ha lodevolmente eseguito col giusto pathos sia ‘Patria
oppressa’ dal Macbeth, che l’immancabile ‘Va pensiero’ dal Nabucco, nonché da I
Lombardi alla Prima Crociata ‘O Signore, dal tetto natio’. Molto bella anche l’entrata
nel ‘Nur eine Waffe taugt’ dal Parsifal, lieve e poi maestoso, con Domingo ad
interpretare Parsifal.
Vista la corposità del programma, si poteva far
cominciare la serata anche al consueto orario delle 21,00, poiché non appena l’ultima
nota è stata emessa, data l’ora molto tarda, un folto numero di presenti si è portato
frettolosamente verso le uscite. Pertanto, costoro non hanno goduto del siparietto
finale inscenato per il bis: il maestro Harding che intona il coro del Trovatore: ‘Vedi! Le fosche notturne spoglie’, e Placido Domingo che prende
il posto del maestro sul podio, il quale si accomoda tra i violini primi, ‘costringendo’
il rimpiazzato ad accomodarsi fra i contrabbassi. Pubblico in estasi!
Successo pieno per tutti, con tributi di affetto
a Domingo, lungamente salutato ed acclamato.
MTG
FOTO ENNEVI