In cento anni di onorata storia la città di Verona si è guadagnata un posto di primissimo piano nel
panorama musicale internazionale. Cantanti, registi e direttori d’orchestra da tutto il mondo hanno dato il loro apporto a far sì che il Festival Lirico dell' Arena divenisse quel grande orgoglio nazionale che è oggi e che ci auguriamo sarà ancora per tantissimi anni. Sono tanti i modi in cui la Fondazione Arena sta festeggiando
questo importante traguardo temporale. Molteplici le manifestazioni, le mostre e le
serate speciali dedicate alle celebrazioni di questo longevo appuntamento
musicale, che quest’anno si sposa perfettamente con le ormai avviatissime celebrazioni
in onore di Verdi e Wagner.
Sarà
per l’enormità del suo palcoscenico e la conseguente possibilità di sbizzarrirsi con idee registiche
e sceniche, o per l’atmosfera suggestiva che si viene a creare di notte all’aperto,
consone alle ambientazioni della storia narrata; fatto sta che l'Aida di Giuseppe Verdi inaugurò una lunga avventura quel lontano 1913 grazie alla felice intuizione del tenore Giovanni Zenatello, ed ormai è un punto saldo nel calendario del Festival di cui è divenuto il simbolo
per eccellenza.
Le sfingi tratte dalle scene fanno spesso da cornice ai concerti lirici eseguiti nell'anfiteatro, e l’opera ambientata nell’antico Egitto è stata applaudita in Arena per ben 53 volte, seguita soltanto da Carmen e Nabucco. Così, ad affiancare la nuova produzione de La Fura
dels Baus siglata 2013, non poteva mancare l' edizione assolutamente
tradizionale del colosso verdiano, quella che rievoca la prima assoluta e che già è nota al pubblico di melomani areniani da diversi anni.
Allestimento
possente quello della rievocazione del 1913, targato Gianfranco de
Bosio, che risponde a pieno a ciò che ci si aspetta di
vedere per una storia ambientata nell' Egitto dei Faraoni. Il palazzo reale, le sfingi, i palmizi, i costumi opulenti e perfettamente
in stile. Tutto così suggestivo da suscitare, ancora oggi, gli applausi del
pubblico ad ogni cambio di scena. Non mancano animali veri sul palco e tutto ciò
che rende spettacolare e sempre apprezzato uno spettacolo di livello
cinematografico, come spesso è stato sottolineato.
Tanta
qualità visiva è stata premiata anche da altrettanto valore artistico e
musicale offerto dagli interpreti della serata.
Se
Aida è una principessa/schiava nella storia, la sua interprete è una Regina,
tanto per interpretazione quanto per esecuzione vocale. Un ruolo che la
straordinaria Fiorenza Cedolins
ha fatto suo al cento per cento: in ottima forma, il soprano può contare su una
pienezza timbrica unita ad una celestialità nel canto, che forte di un incedere
autorevole ed elegante, nobilita uno dei personaggi più amati nella storia delle
opere verdiane.
Carlo Ventre
è
un Radames di cuore e passione. Il suo ruolo è sviluppato con molto carattere
ed impetuosità, il che si riflette anche nell’irruente esecuzione canora, molto
apprezzabile per la potenza del suo strumento, pur se in qualche passaggio il suono si sporca leggermente.
Molto
brava e ‘nel ruolo’ Violeta Urmana.
La sua Amneris è forte, espressiva, e con la sua voce imponente e
sicura offre una figlia del faraone di spessore e qualità.
Il
re etiope Amonasro è un grande Alberto Mastromarino.
L'interprete impersona con sensibilità e vera sofferenza il ruolo di
genitore e re di un popolo afflitto, coadiuvato da notevole presenza scenica e
voce rotonda da baritono pieno.
Discreti
senza troppo colpire il Re egiziano di Carlo Cigni, e
Orlin Anastassov,
un Ramfis non troppo convincente, la cui voce tende a scomparire nei
toni più squisitamente gravi.
Completano
il cast la brava sacerdotessa, Antonella Trevisan e un
messaggero, Antonello Ceron.
Deliziosi
i balletti del corpo di ballo areniano con i bravissimi primi ballerini Alessia
Gelmetti, Evghenij Kurtsev, Antonio Russo,
Amaya Ugarteche esaltati
dalle coreografie di Susanna Egri. Buona la prestazione
del Coro dell’Arena di Verona preparato da Armando Tasso.
L’orchestra
dell’Arena di Verona è stata diretta ancora una volta dal Maestro Daniel Oren.
Il binomio Aida – Oren è ormai un evergreen del Festival, tante sono le volte che il
direttore ha condotto dal podio l'opera, sempre con la sua particolare verve:
saltando su se stesso, quasi ‘ballando’ sulla sua postazione, con gesti molto
ampi, perfino incitando oralmente i musicisti nei passaggi più complessi.
Applausi
copiosi per tutti i protagonisti, con ovazioni per la Signora Cedolins ed il
Maestro Oren.
Un
altro successo pieno per la Fondazione Arena nel centenario dalla nascita del suo splendido Festival.
MTG
LA PRODUZIONE
Direttore d'orchestra
|
Daniel Oren
|
Regia
|
Gianfranco de
Bosio
|
Coreografia
|
Susanna Egri
|
Direttore del coro Armando
Tasso
GLI INTERPRETI
Il Re
|
Carlo Cigni
|
Amneris
|
Violeta Urmana
|
Aida
|
Fiorenza Cedolins
|
Radames
|
Carlo Ventre
|
Ramfis
|
Orlin Anastassov
|
Amonasro
|
Alberto Mastromarino
|
Sacerdotessa
|
Antonella Trevisan
|
Un
messaggero
|
Antonello Ceron
|
Prima ballerina Alessia
Gelmetti
Primi ballerini Evghenij
Kurtsev, Antonio Russo
Prima ballerina Amaya
Ugarteche
ORCHESTRA, CORO, CORPO DI BALLO E
TECNICI DELL’ARENA DI VERONA
Foto Ennevi