lunedì 26 agosto 2013

FINALE OPERALIA CON PLACIDO DOMINGO - TEATRO FILARMONICO DI VERONA- domenica 25 agosto 2013, ore 20,00

Era il lontano 1993 quando il tenore Placido Domingo ideò il concorso lirico Operalia, the World Opera Competition. Lo scopo del Maestro fu quello di sostenere giovani colleghi talentuosi ed appoggiare le loro carriere nel difficile mondo della lirica internazionale. Oggi questa competizione è considerata una delle più importanti al mondo e sin dalla sua prima edizione ha sfornato artisti che hanno cantato e cantano nei teatri più prestigiosi del nostro pianeta. Quest’anno, per festeggiare il suo ventennale, le eliminatorie si sono svolte a Verona, in concomitanza col centenario dalla nascita del Festival areniano, con il conclusivo concerto dei finalisti al Teatro Filarmonico, presentato da Domingo stesso, che poi è sceso in buca per porsi a capo dell’orchestra dell’Arena di Verona,  in una serata emozionante e piena di adrenalina e di qualità molto alta.

La giuria è stata composta, tra gli altri, dalla signora Marta Domingo, dal Direttore Artistico della Fondazione Arena di Verona Paolo Gavazzeni e da direttori e consulenti artistici di teatri di levatura internazionale, sia europei che d'oltreoceano.

Quattordici i protagonisti in finale che hanno eseguito arie dei compositori più noti ed apprezzati da pubblico e critica.

Primo sul palco il bravissimo tenore bielorusso Vladimir Dmitruk, che ha cantato la splendida aria ‘Kuda, kuda udalilis’ dall’Onegin di Čajkovskij. La sua voce piena e calda corre benissimo in sala, dal bel colore e con buon fraseggio. Sicuro nell’interpretazione, è concentratissimo e molto partecipe.  
Il soprano rumeno Mirella Bunoaica ha cantato con la sua voce sottile e setosa l’aria ‘Qui la voce’ da I puritani di Bellini. La giovane emozionata ha acquistato sicurezza man mano sul palco mostrando un buon materiale vocale.
A suo agio e molto espressiva, di gran carattere e personalità, il soprano francese Julie Fuchs. Con l’acrobatica aria rossiniana ‘En proie à la tristesse’ da Le Comte Ory, ha messo in mostra l’agilità della sua voce con grande slancio esecutivo.
Voce tanto rara quanto bella per il contralto britannico Claudia Huckle. Col suo velluto tornito e ambrato unito ad espressività interpretativa, ha emozionato con l’aria ‘Weiche, Wotan, weiche’ dal wagneriano Das Rheingold.
Dalla Russia una consistente Irina Churilova ha eseguito ‘Pace, pace’ dal verdiano La Forza del Destino, anche se purtroppo ha accusato qualche segno di emozione in un paio di passaggi.
Lo statunitense tenore Zach Borichevsky con ‘Rachel, quand du Seigneur’ da La Juive di Halévy, ha cantato con voce sì corposa da consentirgli di abbracciare un repertorio piuttosto vasto. Si sfoga molto bene in potenza anche nella gamma più acuta. Ha interpretato con personalità ed eseguito anche per la sezione Zarzuela un’aria dall’operetta La picara Molinera di P. Luna.
Dalla Cina il soprano Hae Ji Chang ha mostrato una voce piuttosto squillante dal vibrato molto stretto. Ha cantato dal Rigoletto l’aria di Gilda con espressività e delicatezza, e per la sezione Zarzuela il brano ‘Me llaman la primorosa’ da El barbero de Sevilla.
Ancora Russia con il soprano Aida Garifullina, con la  lenta e malinconica aria da I Capuleti e i Montecchi ‘Oh, quante volte ti chiedo’,  che ha evidenziato una linea di canto lineare ed una interpretazione molto accorata.
Il veronese Simone Piazzola ha eseguito uno dei brani più intensi del repertorio baritonale: la morte di Rodrigo dal verdiano Don Carlo. Ha commosso fin quasi alle lacrime grazie alle sue doti interpretative ad al calore della sua voce precisa e possente.
Interprete di sicuro impatto emotivo la statunitense Kathriyn Lewek. Il soprano ha caricato moltissimo il personaggio nella struggente ‘Regnava nel silenzio’ dalla Lucia di Lammermoor di Donizetti.  Usa muoversi e gesticolare molto durante l’esibizione, ed ha arricchito l’esecuzione con una serie di difficili variazioni.
Drammatica e calda la voce della russa Tracy Cox, ottimamente assestata nel medio registro per poi esaltarsi nella gamma acuta con slancio e potenza.
Ao Li, basso-baritono cinese, ha colpito nel segno con Rachmaninov e la sua ‘Ves Tabor spit’ dall’Aleko. Dotato di voce riccamente scura e dal piglio molto espressivo, l’interprete è sicuro di sé e centra una esecuzione precisa ed appassionata.

Per la sezione Zarzuela si sono esibiti inoltre il bravo Banjamin Bliss, tenore americano dal canto leggero ed armonico, con l’operetta Los gavilanes, e l’altrettanto bravo Diego Silva, messicano, che ha offerto una splendida esecuzione della celebre ‘No puede ser’, intensa e convincente.

Infine, tutti i partecipanti alle eliminatorie di questi giorni hanno salutato i presenti con l’inno di Operalia scritto e musicato da Placido Domingo Jr.

A dirigere l’orchestra dell’Arena di Verona, il ‘papà’ artistico di questi giovani, che ha offerto una esecuzione orchestrale dai tempi ampi ed in funzione delle giovani voci.

Dopo una consultazione di circa un’ora, sono stati assegnati i premi alle migliori voci femminili e maschili, nonché i consueti premi collaterali. Primo premio al basso Ao Li ed al soprano Aida Garifullina; secondi classificati il baritono Simone Piazzola ed il soprano Julie Fuchs; terzi il tenore Zach Borichevsky ed il soprano Kathriyn Lewek.

Il premio CulturArte (offerto da Bertita & Guillermo Martinez dall’Associazione CulturArte di Porto Rico) è stato assegnato al tenore Vladimir Dmitruk; il premio Zarzuela (in ricordo dei genitori di Domingo stesso, per il repertorio di operetta spagnola in cui erano grandi star) è andato al soprano Hae Ji Chang, ed al tenore Banjamin Bliss; ed il premio speciale intitolato a Birgit Nilsson (il grande soprano svedese scomparso nel 2005) per attitudini vocali specifiche atte al repertorio wagneriano, al contralto Claudia Huckle ed al soprano Tracy Cox.
Infine, il premio del pubblico offerto da Rolex ha visto vincitori il baritono Simone Piazzola ed il soprano Kathriyn Lewek.      
     
Applausi per tutti e grandi manifestazioni di affetto per il tenore Placido Domingo, splendido padrone di casa che si è accomiatato dal pubblico con un accenno dall’Otello di Verdi, tra gli applausi scroscianti di tutti.

MTG