Era
il lontano 1993 quando il tenore Placido Domingo ideò il concorso
lirico Operalia, the World Opera Competition.
Lo scopo del Maestro fu quello di sostenere giovani colleghi talentuosi ed appoggiare
le loro carriere nel difficile mondo della lirica internazionale. Oggi questa
competizione è considerata una delle più importanti al mondo e sin dalla sua
prima edizione ha sfornato artisti che hanno cantato e cantano nei teatri più
prestigiosi del nostro pianeta. Quest’anno, per festeggiare il suo ventennale, le
eliminatorie si sono svolte a Verona, in concomitanza col centenario dalla
nascita del Festival areniano, con il conclusivo concerto dei finalisti al
Teatro Filarmonico, presentato da Domingo stesso, che poi è sceso in buca per
porsi a capo dell’orchestra dell’Arena di Verona, in una serata emozionante e piena di
adrenalina e di qualità molto alta.
La
giuria è stata composta, tra gli altri, dalla signora Marta Domingo, dal Direttore Artistico della
Fondazione Arena di Verona Paolo Gavazzeni e da direttori e consulenti artistici
di teatri di levatura internazionale, sia europei che d'oltreoceano.
Quattordici
i protagonisti in finale che hanno eseguito arie dei compositori più noti ed
apprezzati da pubblico e critica.
Primo
sul palco il bravissimo tenore bielorusso Vladimir Dmitruk, che ha cantato la
splendida aria ‘Kuda, kuda udalilis’ dall’Onegin di Čajkovskij. La sua voce piena
e calda corre benissimo in sala, dal bel colore e con buon fraseggio. Sicuro nell’interpretazione,
è concentratissimo e molto partecipe.
Il
soprano rumeno Mirella Bunoaica ha cantato con la sua voce sottile e setosa l’aria
‘Qui la voce’ da I puritani di Bellini. La giovane emozionata ha acquistato sicurezza man mano sul palco mostrando un buon materiale vocale.
A
suo agio e molto espressiva, di gran carattere e personalità, il soprano
francese Julie Fuchs. Con l’acrobatica aria rossiniana ‘En proie à la
tristesse’ da Le Comte Ory, ha messo in mostra l’agilità della sua voce con grande
slancio esecutivo.
Voce
tanto rara quanto bella per il contralto britannico Claudia Huckle. Col suo velluto tornito e ambrato unito ad espressività interpretativa, ha emozionato con l’aria ‘Weiche,
Wotan, weiche’ dal wagneriano Das Rheingold.
Dalla
Russia una consistente Irina Churilova ha eseguito ‘Pace, pace’
dal verdiano La Forza del Destino, anche se purtroppo ha accusato qualche segno di emozione
in un paio di passaggi.
Lo
statunitense tenore Zach Borichevsky con ‘Rachel, quand du Seigneur’ da La Juive di
Halévy, ha cantato con voce sì corposa da consentirgli di abbracciare un repertorio piuttosto vasto. Si sfoga molto bene in
potenza anche nella gamma più acuta. Ha interpretato con personalità ed eseguito anche
per la sezione Zarzuela un’aria dall’operetta
La picara Molinera di P. Luna.
Dalla
Cina il soprano Hae Ji Chang ha mostrato una voce piuttosto squillante dal vibrato
molto stretto. Ha cantato dal Rigoletto l’aria di Gilda con espressività e
delicatezza, e per la sezione Zarzuela
il brano ‘Me llaman la primorosa’ da El barbero de Sevilla.
Ancora
Russia con il soprano Aida Garifullina, con la lenta e malinconica aria da I Capuleti
e i Montecchi ‘Oh, quante volte ti chiedo’, che ha evidenziato una linea di canto lineare ed una
interpretazione molto accorata.
Il
veronese Simone Piazzola ha eseguito uno dei brani più intensi del repertorio
baritonale: la morte di Rodrigo dal verdiano Don Carlo. Ha commosso fin quasi alle
lacrime grazie alle sue doti interpretative ad al calore della sua voce precisa
e possente.
Interprete
di sicuro impatto emotivo la statunitense Kathriyn Lewek. Il soprano ha caricato moltissimo il personaggio nella struggente ‘Regnava nel silenzio’ dalla Lucia
di Lammermoor di Donizetti. Usa muoversi e
gesticolare molto durante l’esibizione, ed ha arricchito l’esecuzione con una serie di difficili variazioni.
Drammatica
e calda la voce della russa Tracy Cox, ottimamente assestata nel
medio registro per poi esaltarsi nella gamma acuta con slancio e potenza.
Ao
Li, basso-baritono cinese, ha colpito nel segno con
Rachmaninov e la sua ‘Ves Tabor spit’ dall’Aleko. Dotato di voce riccamente scura e dal piglio molto espressivo, l’interprete
è sicuro di sé e centra una esecuzione precisa ed appassionata.
Per
la sezione Zarzuela si sono esibiti inoltre il bravo Banjamin Bliss, tenore
americano dal canto leggero ed armonico, con l’operetta Los gavilanes, e l’altrettanto
bravo Diego Silva, messicano, che ha offerto una splendida esecuzione
della celebre ‘No puede ser’, intensa e convincente.
Infine,
tutti i partecipanti alle eliminatorie di questi giorni hanno salutato i
presenti con l’inno di Operalia scritto e musicato da Placido Domingo Jr.
A
dirigere l’orchestra dell’Arena di Verona, il ‘papà’ artistico di questi
giovani, che ha offerto una esecuzione orchestrale dai tempi ampi ed in
funzione delle giovani voci.
Dopo
una consultazione di circa un’ora, sono stati assegnati i premi alle migliori
voci femminili e maschili, nonché i consueti premi collaterali. Primo premio al
basso Ao Li ed al soprano Aida Garifullina; secondi classificati
il baritono Simone Piazzola ed il soprano Julie Fuchs; terzi il
tenore Zach Borichevsky ed il soprano Kathriyn Lewek.
Il
premio CulturArte (offerto da Bertita & Guillermo Martinez dall’Associazione
CulturArte di Porto Rico) è stato assegnato al tenore Vladimir
Dmitruk; il premio Zarzuela (in ricordo dei genitori di Domingo stesso,
per il repertorio di operetta spagnola in cui erano grandi star) è andato al
soprano Hae Ji Chang, ed al tenore Banjamin Bliss; ed il premio speciale
intitolato a Birgit Nilsson (il grande soprano svedese scomparso nel 2005) per attitudini
vocali specifiche atte al repertorio wagneriano, al contralto Claudia
Huckle ed al soprano Tracy Cox.
Infine, il premio del pubblico
offerto da Rolex ha visto vincitori il baritono Simone Piazzola ed il
soprano Kathriyn Lewek.
Applausi
per tutti e grandi manifestazioni di affetto per il tenore Placido Domingo,
splendido padrone di casa che si è accomiatato dal pubblico con un accenno dall’Otello
di Verdi, tra gli applausi scroscianti di tutti.
MTG