Quanto
è vicina a noi oggigiorno questa straordinaria opera di Giacomo Puccini:
giovani in difficoltà che non sanno come sbarcare il lunario. Oggi come allora
c’è soltanto una cosa che neanche la povertà può sconfiggere, e si tratta
certamente della capacità di sognare e di coltivare le proprie passioni. Così nella
fredda Parigi dell’Ottocento, luogo di ‘sogni
e di chimere’, un poeta, un pittore, un filosofo ed un musicista sopravvivono
alla giornata per quanto sia possibile, aiutandosi a vicenda e condividendo una
grande amicizia, finché anche l’amore non giunge inaspettatamente a complicare
le cose, con la dolcezza e l’ingenuità della piccola ricamatrice di fiori che
non vive a lungo per vedere realizzati i suoi sogni.
E
ci immergiamo subito in queste atmosfere, come se questi personaggi fossero in
ognuno di noi: sin dall’inizio i nostri giovani hanno l’esigenza impellente di
scaldarsi nella fredda soffitta nell’inverno parigino, luogo ove tutto inizia e
tutto si conclude..
Grazie
anche al bellissimo allestimento curato dal regista Francesco Micheli, con
scene di Edoardo Sanchi, lo spettacolo offerto dal Teatro La Fenice è
del tutto godibile, fresco, vivace, senza un attimo di tregua. Dalla soffitta
ben allestita con poltrone, stufetta ed un lettino, il tutto circondato da una
cornice luminosa che riprende i profili dei monumenti parigini. Si passa poi al
caffè Momus, rappresentato con dei coloratissimi pannelli, con il coro che vi
giunge da una metropolitana rappresentata sul palco con tanto di passanti con
ombrelli aperti al piano sovrastante. La neve scende copiosa nel terzo quadro,
per la scena della Barriera d'Enfer, per poi ritornare nella soffitta al termine. In
pieno accordo con il resto i costumi di Silvia Aymonino, molto colorati per le ‘amiche’ di Musetta, e
piuttosto classici per il cast principale. Simpatico il costume rosso con
orecchie da topo per il personaggio di Parpignol. Insomma uno spettacolo in
piena regola ove i cantanti sono stati impegnati anche dal punto di vista
attoriale e addirittura nella danza.
Ed
i nostri amici bohémien sono sembrati davvero affiatati sul palco, per un
risultato godibilissimo. La dolcissima Mimì è stata ancora una volta la
straordinaria Maria Agresta. Quando un ruolo è ben collaudato e la
professionalità si unisce ad una voce incantevole, il risultato è una
interpretazione straordinaria. Il soprano ci ha offerto una Mimì matura,
consapevole, credibile. Il timbro ben noto è corposo ma in grado di emettere
degli acuti leggerissimi da far restare col fiato sospeso. Massimiliano Pisapia è il poeta
Rodolfo. Non una delle sue migliori serate in quanto a resa canora, molto bene
invece dal punto di vista dell’interpretazione, mostrando di saperci fare sulla
scena e di essere ben affiatato con i suoi giovani amici, nonché col
personaggio di Mimì, con cui i duetti sono stati molto apprezzati.
Ancora una
prova convincente del baritono Simone Piazzola, alias il pittore
Marcello. Questo giovane baritono è in grado di calarsi completamente in
qualunque ruolo gli sia proposto, sempre con grande personalità, utilizzando la
sua voce piena, calda, e sicura nell’emissione. Schaunard è stato un veramente simpatico e brillante Armando Gabba, anche dal
punto di vista vocale, mentre chiude il gruppo degli amici Colline,
interpretato da Sergey Artamonov. La voce non è ancora profondamente bassa e negli appoggi non sembra sicura, si esprime meglio nel registro più baritonale.
Ci è piaciuta la Musetta di Ekaterina Bakanova. Simpatica,
spigliata, molto femminile e dotata di una voce tagliente che si adatta al
personaggio. Simpatico come detto
prima Cosimo D’Adamo nel ruolo di Parpignol, nonché credibile e spiritoso il Benoit
di Matteo
Ferrara.
Chiudono il cast Andrea Snarski, Alcindoro, il venditore ambulante di Bo Schunnesson, il
sergente dei doganieri, Salvatore Giacalone, ed il doganiere, Julio
Cesar Bertollo, tutti veramente
bravi e ben calati nei loro piccoli ruoli. Buona prova sia del coro della Fenice di Claudio
Marino Moretti che dei Piccoli Cantori Veneziani di Diana
D'Alessio, qui coinvolti anche in simpatiche coreografie.
Infine
la direzione orchestrale è affidata al Maestro Diego Matheuz. Purtroppo
in più punti la musica ha completamente sovrastato le voci degli interpreti,
mancando di quei dettagli e sfumature che avrebbero sottolineato la
drammaticità o delicatezza di cui l’opera è copiosa, rendendo piuttosto monotono
il risultato globale.
Grandi
applausi per tutti gli interpreti, pubblico soddisfatto per aver assistito ad
uno spettacolo ben allestito ed altrettanto ben riuscito.
MTG
LA PRODUZIONE
Maestro
concertatore Diego Matheuz
e direttore
Regia Francesco Micheli
Scene Edoardo Sanchi
Costumi Silvia Aymonino
Light designer Fabio Barettin
Maestro del coro Claudio Marino Moretti
Maestro del coro di voci bianche Diana D'Alessio
e direttore
Regia Francesco Micheli
Scene Edoardo Sanchi
Costumi Silvia Aymonino
Light designer Fabio Barettin
Maestro del coro Claudio Marino Moretti
Maestro del coro di voci bianche Diana D'Alessio
GLI INTERPRETI
Rodolfo Massimiliano Pisapia
Marcello Simone Piazzola
Marcello Simone Piazzola
Schaunard
Armando Gabba
Colline Sergey Artamonov
Colline Sergey Artamonov
Benoit
Matteo Ferrara
Alcindoro Andrea Snarski
Mimi' Maria Agresta
Musetta Ekaterina Bakanova
Parpignol Cosimo D’Adamo
Un venditore ambulante Bo Schunnesson
Un sergente dei doganieri Salvatore Giacalone
Un doganiere Julio Cesar Bertollo
Alcindoro Andrea Snarski
Mimi' Maria Agresta
Musetta Ekaterina Bakanova
Parpignol Cosimo D’Adamo
Un venditore ambulante Bo Schunnesson
Un sergente dei doganieri Salvatore Giacalone
Un doganiere Julio Cesar Bertollo
ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO LA FENICE
Piccoli Cantori Veneziani
Con sopratitoli
Allestimento Fondazione Teatro La Fenice