sabato 5 dicembre 2015

A HAND OF BRIDGE (Barber)/ TROUBLE IN TAHITI (Bernstein) – Teatro comunale di Bolzano, venerdì 4 dicembre 2015

Dopo l’apertura a Trento con Così fan tutte di Mozart approda anche a Bolzano la stagione della Fondazione Haydn firmata dal neo giunto direttore artistico Matthias Lošek, il cui intento è di presentare grazie ai titoli in cartellone l’ironia della vita in tutte le sue sfaccettature, quasi a sottintendere che in fondo bisogna prenderla con filosofia, per quanto imprevedibile possa essere. Iniziando da un classico per eccellenza quale è l’opera mozartiana, la stagione prosegue invece con opere tratte dal repertorio del ventesimo e ventunesimo secolo, tanto da intitolare questo progetto proprio ‘Opera 20.21’. In scena dunque a Bolzano un curioso dittico proveniente dall’opera di Lipsia che vede succedersi senza soluzione di continuità il brevissimo  A hand of bridge di Samuel Barber affiancato dallo scorrevole e piacevolissimo Trouble in Tahiti, atto unico di Leonard Bernstein anche in veste di librettista. Le due storie costituiscono uno spaccato dello stile di vita americano anni Cinquanta del secolo scorso, ove il boom economico ed il crescente consumismo hanno sì creato tante famiglie benestanti ed apparentemente felici e soddisfatte, ma tanto benessere ha spesso nascosto, allora come oggi, anche insoddisfazioni profonde, amarezze ed incomprensioni. Gli interventi del Trio Jazz nella seconda opera sdrammatizzano e se vogliamo ridicolizzano certi falsi miti, tra cui la fantastica vita in campagna.


Con una soluzione scenica piuttosto intimistica, il regista Patrick Bialdyga ha pensato di fare accomodare il pubblico direttamente sul palcoscenico, circondando la scena centrale creata da Norman Heinrich, costituita da una pedana girevole divisa in quattro zone, atte ad ospitare le diverse scene previste. Una enorme radio dietro cui si cela l’orchestra fa da sfondo ed anche sipario alle entrate dei protagonisti e funge da palchetto per il trio jazz, che simpaticamente ricorda personaggi/icone americane tra cui spicca la voce femminile in stile Marilyn dal tipico abito di ‘Quando la moglie è in vacanza’. La regia è coadiuvata per l'aspetto drammaturgico da Johanna Mangold ed impegna molto i personaggi in scena anche fisicamente: ciascuno mostra a chiare lettere le fissazioni ed i tratti tipici di queste coppie borghesi in crisi.

I soli dieci minuti di A hand of bridge bastano ad addentrarsi nei pensieri delle prime due coppie protagoniste, con sopra tutti l’ottima Geraldine di Jennifer Porto, che rimpiange un rapporto mai avuto con la madre, gioca di gusto con la voce e l’ espressività del volto muovendosi con estrema disinvoltura. Suo marito David è un buon Toby Girling, uomo depresso che vorrebbe di più dalla vita. Sally, la brava Sandra Maxheimer, mostra con fare realmente ossessivo la sua fissazione per il cappello di piume ed è anche una deliziosa Girl nel Trio jazz; il consorte Billy è il classico infedele che teme di essere scoperto, un Patrick Vogel che altrettanto si disimpegna bene come Boy del Trio jazz. 

In Trouble in Tahiti Dinah e Sam conducono una vita ormai stereotipata che si articola in momenti ben stabiliti, spesso alleggeriti solo dall'andare al cinema (il titolo è appunto ispirato ad un film amato dalla povera Dinah). Gli interpreti sono ancora una volta Jennifer Porto e Toby Girling, sempre più espressivi e smaliziati. Felix-Tillmann Groth completa il Trio Jazz che come detto stempera con leggerezza le piuttosto noiose vicende della coppia in scena.
Complessivamente, pur non potendo esprimerci sullo spessore vocale degli interpreti perché microfonati, i giovani protagonisti offrono tutti delle voci molto piacevoli e secondo noi particolarmente adatte a questo genere, che spazia dal jazz puro al moderno musical.

Lo spettacolo è interamente in tedesco, debitamente sottotitolato in italiano, e si apre con video interviste, per la verità un po’ stucchevoli, di varie tipologie di coppie moderne che rappresentano i più tipici cliché amorosi, tra sdolcinerie varie e piccole scaramucce solo accennate. Le stesse compaiono più volte nel corso di tutta la rappresentazione, come se le due storie fossero l’una il seguito dell’altra, o semplicemente una serie di quadri famigliari posti a confronto ed interazione tra loro. Tant’è che la coppia Sally - Bill sembra comparire anche successivamente tra le elucubrazioni esotiche di Dinah e Sam.

L’orchestra Haydn è condotta con brio dal Maestro Anthony Bramall, che gli interpreti hanno potuto seguire solo attraverso i video posti sulla scena, esaltati da ritmi incalzanti e dal suono particolarmente brillante negli interventi del trio jazz di Trouble in Tahiti.  

Applausi calorosi per tutti e naturalmente per l’orchestra che ha sfilato al termine sul palco col suo direttore per raccogliere i meritati consensi.

Maria Teresa Giovagnoli

LA PRODUZIONE

Direzione musicale               Anthony Bramall
Regia                                      Patrick Bialdyga
Coreografia                           Friedrich Bührer
Scene, costumi                      Norman Heinrich
Drammaturgia                      Johanna Mangold

GLI INTERPRETI

Geraldine/Dinah                   Jennifer Porto
Sally/Girl in Jazz-Trio         Sandra Maxheimer
David/Sam                            Toby Girling
Bill/Boy in Jazz-Trio            Patrick Vogel
Boy in Jazz-Trio                   Felix-Tillmann Groth

Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
Coproduzione  Oper Leipzig, Fondazione Haydn Stiftung







Foto  Luca Ognibeni