Anche
per la stagione 2015 l’ultimo titolo in cartellone all’Arena di Verona è Roméo
et Juliette di Gounod con l’allestimento
creato da Francesco Micheli nel 2011. Al suo quinto anno consecutivo
in scena dobbiamo dire che non risulta per
nulla ripetitivo ed anzi conserva ancora il sapore gioviale della freschezza
innovativa che colpì a suo tempo. Come sottolineato più volte vi è un’ottima
fusione tra la classicità dell’eterno racconto shakespeariano ed il modo avveniristico
di rappresentarlo, con un profluire di impalcature,
scale mobili e strampalati mezzi luminescenti, opera di Edoardo Sanchi, e i
coloratissimi costumi di Silvia Aymonino arricchiti da
strutture simil - metalliche. Il tutto è sottolineato dalle altrettanto colorate
luci di Paolo Mazzon, che marcano tanto le passioni dei
protagonisti quanto le opposte fazioni delle loro famiglie. Il ritmo dell’azione
è incalzante, non sussistono tempi morti e magnifica è l’elegia creata quando
gli innamorati si dichiarano, con un gioco di sguardi, piccole rincorse e
saliscendi tra le scene. Anche gli altri personaggi hanno una specifica collocazione
che ne sottolinea le caratteristiche, si pensi al Frère Laurent posto nella sua
multi sfaccettata chiesetta, al Duc de Vérone che sentenzia l’esilio dall’alto
del suo gigantesco pulpito dorato, o a Capulet posto anch’egli in alto a
rappresentare l’autorità sulla figlia. Infine completano la ricca offerta sul
palcoscenico i balletti del corpo di ballo della Fondazione coreografati da Nikos
Lagousakos. Insomma un allestimento felicissimo e a dir poco
spumeggiante.
Ben
si adatta al contesto giovane e romantico la Juliette di Irina Lungu, che unisce al
candore del personaggio la giusta malizia nella conquista e la forza di una ragazza
già delusa dalla pur giovane vita. Conferma di possedere una facilità nel canto
elegiaco con buona uniformità di registro, toccando l’apice certo nei duetti col
suo Roméo, ma soprattutto nella scena del veleno, vissuta intensamente tra il
dubbio ed il coraggio.
Il
fresco ed irruento Roméo è un Giorgio
Berrugi che possiede sì un dolce e sinuoso timbro vocale che può adattarsi molto bene all’idea
di un giovane e trepidante innamorato, ma avremmo preferito l’interprete più attivo
sul piano attoriale.
Torna
positivamente ad indossare i panni di Mercutio Michael Bachtadze la cui voce bruna e tornita si adatta bene al ruolo
tutto cuore ed azione; molto espressiva e alquanto sbruffoncella Nino Surguladze nei panni en travesti di
Stéphano. Bella voce anche quella di Leonardo
Cortellazzi che interpreta un corretto Tybald. Gli impeccabili ed
imperiosi ruoli di Frère Laurent e le Duc sono interpretati anche quest’anno rispettivamente da Giorgio Giuseppini, che conferma la sua
propensione per ruoli di questo tipo e da Deyan Vatchkov, ancora severo e convincente; meno lo è stato il Capulet di
Enrico Marrucci, soprattutto nel primo
atto. Tra il petulante a ben donde ed il materno ben si disimpegna Alice Marini come Gertrude, mentre
chiudono il cast Francesco Pittari come Benvolio, Nicolò Ceriani, il conte Pâris, ed il Gregorio
di Marcello Rosiello.
Meravigliosa
è la conduzione che il Maestro Daniel Oren offre
dell’orchestra areniana. Sono infiniti i colori che animano la partitura
tornata a piena vita sotto le mani esperte del Maestro; il suono è ricco e
perfettamente bilanciato tra le sezioni, gli archi risuonano di una poesia che
in taluni punti sfiora la commozione. Il ritmo degli eventi è sottolineato da
dinamiche stringenti e i protagonisti sono esaltati da una guida dal piglio
sicuro ma mai prevaricante. Così anche il coro di Salvo Sgrò trova una espressività
intensa nei suoi interventi vedendo premiato l’impegno e la partecipazione in
scena, anche quando ‘ingabbiato’ nell’impalcatura cilindrica.
Il
pubblico un po’indisciplinato ha premiato tutti i protagonisti con i consueti
apprezzamenti vocali e applausi prolungati, soprattutto per Lungu, Berrugi e l’amatissimo Maestro Oren.
Maria Teresa Giovagnoli
LA PRODUZIONE
Direttore d'Orchesta Daniel
Oren
Regia Francesco
Micheli
Scene Edoardo
Sanchi
Costumi Silvia
Aymonino
Luci Paolo
Mazzon
Coreografia Nikos
Lagousakos
Maestro del Coro Salvo Sgrò
Direttore del Corpo di ballo Renato Zanella
Direttore allestimenti scenici Giuseppe De Filippi Venezia
Direttore del Corpo di ballo Renato Zanella
Direttore allestimenti scenici Giuseppe De Filippi Venezia
GLI INTERPRETI
Juliette Irina Lungu
Stéphano Nino Surguladze
Gertrude Alice Marini
Roméo Giorgio Berrugi
Tybalt Leonardo Cortellazzi
Benvolio Francesco Pittari
Mercutio Michael Bachtadze
Pâris Nicolò Ceriani
Grégorio Marcello Rosiello
Capulet Enrico Marrucci
Frère Laurent Giorgio Giuseppini
Le
Duc De Vérone Deyan
Vatchkov
Orchestra,
Coro, Corpo Di Ballo e Tecnici Dell'Arena Di Verona