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col medesimo successo dell’anno scorso il più noto componimento di Carl Orff all’Arena
di Verona. L’impianto scenografico resta sostanzialmente quello del 2014,
eccezion fatta per il fuochi d’artificio sospesi per questa edizione. Molti
cambi di luce dai toni forti colorano lo sfondo dei gradoni arricchendoli di
effetti visivi, con qualche arredo preso in prestito dalle produzioni in corso.
Si ripete dunque il giro della Ruota della Fortuna cantata dai Clerici
vagantes, da cui prende il via e ritorna l’intero corpus di 24 poemi, musicati
ex novo dal compositore tedesco nel ‘37 del secolo scorso, non prendendo in considerazione quanto
riportato su alcuni manoscritti, che come sappiamo contenevano oltre trecento
canti. I temi goliardici e conviviali, amorosi e persino moraleggianti con cui
immaginiamo si arricchissero le feste di questi studenti girovaghi, si sposano
con le melodie ed i ritmi che Orff ha reso moderni e davvero avveniristici anche
per la sua epoca, divenendo unici e riscuotendo tanto consenso ancora oggi ogni
volta che li si esegue
Nonostante una amplificazione a nostro avviso eccessiva se non addirittura superflua, l’intera serata così particolare ha trovato ancora una volta nel Maestro Andrea Battistoni il condottiero ideale, certo per energia ma anche polso nel coordinare e domare orchestra, coro areniano di Salvo Sgrò e doppio coro di voci bianche diretti da Paolo Facincani e Marco Tonini che, grandi protagonisti di questa cantata, come spesso ribadito trovano formazione vincente l’essere compatti e disposti su file. Il risultato è un equilibrio di suoni che in brani come il classico O fortuna seguito da Fortuna plango vulnera, oppure Veni, veni, venias, ecc.. risultano ricchi e avvolgenti; si fanno austeri o intimistici, ad esempio con Veris laeta facies o Amor volat undique; mentre non manca una certa lievità gioiosa in brani come Floret silva nobilis, Estuans interius, o In taberna quando sumus, per citare solo alcuni esempi di questa ricchissima raccolta.
Mario
Cassi si esprime molto bene e con voce sicura nel suo registro baritonale, ci
convince meno nel falsetto, ma è interprete attento e molto espressivo.
Jessica
Pratt è perfettamente a suo agio con la partitura e regala un prezioso
affresco vocale con i suoi delicati interventi, coronati dal dolcissimo In trutina.
Raffaele
Pe ritorna ad interpretare con ironia il povero cigno allo spiedo in Olim Lacus colueram.
Successo pieno e festoso come ad un concerto rock per tutti i solisti, il
coro ed il direttore.
Dispiace che eventi del genere non siano stati
programmati per la stagione successiva, speriamo che per il futuro ci sia la
possibilità di arricchire ancora il cartellone con serate come questa, peraltro
molto amate e di forte richiamo.
Maria Teresa Giovagnoli
Direttore d'Orchestra Andrea
Battistoni
Maestro del Coro Salvo Sgrò
Baritono Mario Cassi
Soprano Jessica Pratt
Controtenore Raffaele Pe
Coro di Voci bianche A.LI.VE diretto da Paolo Facincani
Coro di Voci bianche A.d’A.MUS. diretto da Marco Tonini
Orchestra, Coro e Tecnici dell'Arena di Verona
Coro di Voci bianche A.d’A.MUS. diretto da Marco Tonini
Orchestra, Coro e Tecnici dell'Arena di Verona
Foto Ennevi per gentile concessione Fondazione Arena di Verona