lunedì 12 maggio 2014

DECIMO CONCERTO SINFONICO – TEATRO FILARMONICO DI VERONA, domenica 11 maggio 2014

Conclusione della stagione sinfonica al Filarmonico di Verona con un programma dedicato al novecento, grazie a tre compositori vissuti tutti nel corso secolo scorso. Un concerto che ha visto impegnata l’orchestra dell’Arena di Verona apparsa molto coinvolta e davvero in ottimo feeling col condottiero della serata: Daniele Rustioni.
Apertura con il Concerto violino e orchestra n. 1 op. 77 in la minore di Dmitrij Sostakovic. Nel pezzo datato 1948 si ravvisa una certa inquietudine artistica dell’autore, già evidente nel primo movimento che lascia l’ascoltatore quasi sempre in sospeso, come se il suo sviluppo tardasse ad esprimersi, in attesa di risposte che non arrivano. Il violino protagonista da subito accompagna e sottolinea il senso nostalgico di questa apertura. Si cambia completamente ambientazione con lo Scherzo, in cui  sembra essere abbandonata ogni incertezza per lasciare il posto a maggiore leggerezza e persino alla danza. Con la Passacaglia e la Cadenza del violino vi è il ritorno alla riflessione ed alla melanconia: le note altissime emesse dalle corde quasi stridono e richiamano alla mente lampi di sensazioni vissute, come a non volerle cancellare, a fissarle dunque nella memoria. Infine  torniamo a ritmi decisamente più vivaci grazie alla Burlesca, che vede il violino impegnato senza tregua come in una corsa sulle montagne russe, ove la velocità si moltiplica quasi indisciplinatamente verso il cosiddetto finale con botto, con conseguente esplosione di applausi al termine.
Applauditissima Francesca Dego che, apparsa davvero in stato di grazia e concentratissima nell’esecuzione perfetta dei ritmi serrati di questo concerto, è stata chiamata diverse volte sul palco registrando un vero trionfo.

Seconda parte del concerto con Ottorino Respighi e le sue  Fontane di Roma, scritto in epoca fascista come trittico in omaggio alla città eterna, assieme a I pini di Roma e Feste romane. Un delicato affresco di ciò che rappresenta Roma in una giornata ideale con le sue bellezze in armonia con il paesaggio, in questo caso le fontane di Valle Giulia, di Tritone, di Trevi e di Villa dei Medici, raffigurate dall’alba al tramonto nella loro maestosa bellezza. Questo poema sinfonico delicato è intriso di sensazioni campestri, di evocazioni paesaggistiche, in cui dolcemente sembra di assistere allo scorrere dell’acqua che da quasi sonnecchiante all’improvviso zampilla con energia vitale nel pieno della giornata, per poi spegnersi nuovamente col calar del sole. Non mancano richiami a figure marine fantastiche: tritoni, naiadi, cavalli marini, ecc. Un passaggio ‘dolce’ verso la parte finale del programma.

Con l’inimitabile ‘fuoco’ di Stravinsky l’orchestra dona il meglio di sé al Maestro ed al pubblico. Una delle pagine più intriganti della storia sinfonica europea,  L'Uccello di Fuoco (suite del 1919) viene sfogliata dalla compagine orchestrale con profondo entusiasmo e dobbiamo registrare che anche il direttore Rustioni sembra particolarmente a suo agio nel genere. Non solo il piglio si fa ancora più convinto e sicuro, ma riesce a trascinare nel suo brio l’orchestra che lo segue pedissequamente quasi fossero una cosa sola. È questo uno dei capolavori del musicista russo, parte della serie di musiche per balletti che il compositore concepì a partire dal primo decennio del Novecento. Ciò che la musica in se stessa non era più in grado di offrire poteva essere arricchita dal balletto, una forma espressiva che andava a completare visivamente ciò che balenava nella mente di Stravinsky. Anche se lo stesso autore desiderava che il risultato finale fosse qualcosa di indipendente dalla danza, che potesse essere eseguito parallelamente in contesti sinfonici, come a sottolineare comunque la superiorità della musica sulle altre arti. Da ciò la suite sinfonica di questo pezzo che viene regolarmente eseguita in concerto. Il tema principale è fiabesco e tratto dalla tradizione sovietica, con al centro la lotta tra bene e male rappresentati dalla classica figura dell'eroe in soccorso della principessa amata, in opposizione allo stregone malvagio. Ad ausilio dei giovani un fatato volatile in grado di contrastare gli incantesimi del mago. L’alternanza di momenti concitati con delicate melodie più distese ed ancora momenti scoppiettanti con altri attimi di lirismo, portano verso il maestoso finale che decreta il definitivo successo del concerto.
Un finale in bellezza dunque per la stagione dell’orchestra, in attesa del nuovo impegno areniano tra poco più di un mese. Gli applausi sono stati calorosi da parte di un pubblico non numerosissimo purtroppo, ma visibilmente soddisfatto.
MTG





FOTO ENNEVI