lunedì 10 febbraio 2014

MADAMA BUTTERFLY, G. PUCCINI – FIRENZE, TEATRO DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO, domenica 9 febbraio 2014

Il Maggio Musicale Fiorentino sta dimostrando che con l’impegno e con la qualità degli spettacoli si può e si deve portare avanti la sua attività, sia perché è una delle istituzioni artistiche più importanti del nostro paese, sia naturalmente per la gioia dei numerosi appassionati che lo seguono con attenzione, numerosissimi anche dall'estero. Dopo il successo del precedente Nabucco mette infatti a segno un altro bel colpo, con questa produzione della Madama Butterfly che, pur nella sua semplicità concettuale, grazie alla vicenda in sé e a degli interpreti di forte richiamo e talento, ha potuto anche ieri sera far registrare il sold out per una replica appassionata che ha visto più di un melomane piangere dalla commozione.

L'opera della dolcezza quasi infantile, della passione giovanile, della fiducia incondizionata verso l'amato, che in realtà è solo un uomo superficiale che ama divertirsi, pur conoscendone perfettamente le vicende, suscita ancora oggi vera amarezza e compassione. Non c’entra molto il fatto che il protagonista sia un aitante americano e la sfortunata una giovane orientale. Che un uomo si prenda gioco di una ingenua fanciulla disonorandola e conducendola al suicidio può accadere ovunque ed in ogni epoca, ecco perché la morte per amore è ancora un tema profondamente attuale.
Gioca tutto sugli effetti luminosi e sulle emozioni la messa in scena del regista Fabio Ceresa, con scene di Giada Tiana Claudia Abiendi, nell'allestimento del Teatro Comunale di Bologna di qualche anno fa. Soltanto una struttura scarna rossa che richiama l'ingresso delle case giapponesi in mezzo al vasto palco del Comunale, che poi lascia il posto a semplici asticelle rosso sangue, forse un richiamo alle canne di bambù,  nel successivo cambio di scena,  sono gli elementi visivi di questo spettacolo, ove infine resta solo una semplice piattaforma immersa nel buio per il finale. I riflettori a giorno puntati su ogni personaggio e le luci dai toni ora accesi, ora tenui fino al nero opprimente dello sfondo, sottolineano quanto l'attenzione debba concentrarsi sul dramma stesso, come se la gioia, o il dolore, potessero essere proiettati dal cuore all’esterno, così da essere visibili da tutti.
I costumi di Massimo Carlotto sono garbati ed aiutano a richiamare l'ambiente nipponico.

Quando le vicende sono così concentrate sulla protagonista è necessario avere un'interprete dalla padronanza scenica assoluta, capace di coinvolgere il pubblico con il suo canto ed il suo ‘sentire’ il ruolo. Fiorenza Cedolins è certamente una di queste artiste. Conferma di amare molto questo ruolo e di interpretarlo con grazia ed eleganza.  Capace di differenziare il suo canto plasmandolo sulla parola, ha offerto diversi momenti felici dell'esecuzione, tra cui il duetto d'amore nel primo atto,  la reale dolcezza materna col piccolo, come in ‘Vedrai, piccolo amore’, e naturalmente l’intenso e struggente finale.

La sua cameriera Suzuki è una centratissima Manuela Custer. Il mezzosoprano nobilita il piccolo ruolo con una interpretazione molto compita, quasi solenne nel suo assistere impotente alla sorte della padrona, confermando anche questa volta di possedere un timbro vocale particolarmente ricco ed omogeneo. 

Il tenore Stefano Secco
è un Pinkerton molto generoso. Non possiede esattamente il physique du role, ma non si risparmia sulla scena. La sua è una buona esecuzione, omogenea in tutta la gamma, regalando i momenti più intensi quando in coppia con la protagonista. 
 
Molto bene lo Sharpless di Julian Kim
: bello il timbro bruno e dal volume inappuntabile, ben eseguito il suo personaggio, nonostante la regia non gli abbia offerto molto spazio per svilupparlo. 
 
Lo zio Bonzo è un coloratissimo Cristian Saitta
, il cui costume rosso nero un tantino demoniaco, ne fa un personaggio molto cupo nella sua austerità.

Completano il cast il buon Goro di Roberto Covatta
, il principe Yamadori di William Corrò, Ivan Marino come Commissario Imperiale, l’Ufficiale del registro, Vito L. Roberti, una non eccezionale Mrs Pinkerton, Milena Josipovic, e le parenti di Cio-Cio-San: Sabina Beani, Ilaria Sacchi, Eun-Young Jung, rispettivamente madre, zia e cugina.

Il Maestro Juraj Valčuha
ha offerto una direzione molto sentita, dall’attenzione molto partecipe alla scena. Pur se con qualche leggera prepotenza in taluni punti, ha optato per dei tempi più distesi, soprattutto nei momenti di particolare pathos, e molto gradito è stato l' interludio al terzo atto. Bravo e preparato il coro del Maggio di Lorenzo Fratini.

Pubblico internazionale visibilmente commosso e soddisfatto, che ha tributato ovazioni a tutti gli interpreti. 
Grande soddisfazione per il Maggio Musicale Fiorentino, a cui auguriamo di proseguire il cammino con tanti altri successi ed il costante sostegno del suo pubblico.
MTG

LA PRODUZIONE

Direttore                    Juraj Valčuha
Regia                          Fabio Ceresa

Scene                          Giada Tiana Claudia Abiendi
Costumi                      Massimo Carlotto
Luci                                                    Pamela Cantatore
Maestro del Coro      Lorenzo Fratini
 

GLI INTERPRETI  
Cio-Cio-San              Fiorenza Cedolins

Suzuki                        Manuela Custer
 
Kate Pinkerton         Milena Josipovic
F. B. Pinkerton         Stefano Secco
Sharpless                  Julian Kim
Goro                          Roberto Covatta

Yamadori                  William Corrò
Lo zio Bonzo             Cristian Saitta
Il Commissario          Ivan Marino
Imperiale 


L'Ufficiale 
del Registro               Vito L. Roberti

La madre                   Sabina Beani

di Cio-Cio-San 
La zia                         Ilaria Sacchi
La cugina                  Eun-Young Jung

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino

Nuova produzione
Allestimento del Teatro Comunale di Bologna