Si
avvia alla conclusione il viaggio musicale che la OTO vicentina ha intrapreso
lo scorso autunno attraverso i luoghi più caratteristici della musica
internazionale, e che per questo penultimo appuntamento ha visto come
protagonisti i mostri sacri dell’ottocento tedesco Beethoven e Brahms, con le
pagine più conosciute dal grande pubblico che anche ieri sera ha quasi riempito
il grande Teatro Comunale di Vicenza e salutato l’evento con il consueto
calore.
Questa
volta l’orchestra ha visto il gradito ritorno sul podio del giovane ed
affermato Matteo Beltrami, che aveva chiuso la scorsa stagione sinfonica
con largo consenso di pubblico. In apertura la ouverture del Coriolano di L.V.
Beethoven. Questo gioiellino scritto nel 1807 per l’opera teatrale di Heinrick-Joseph
von Collin, che fu anche segretario dell’Imperatore d’Austria, descrive per
l’appunto la figura del personaggio eroico dell’antica Roma, espressa
dall’incipit battagliero, mentre lo sviluppo centrale ci porta alle suppliche
ed all’affetto materno e famigliare, che viene esemplificato dalla dolcezza
infinita dei suoni di una melodia straordinaria. E se già in questo breve pezzo
è evidente il piglio del giovane Maestro, ancor più con la seconda esecuzione
diventa ben chiaro quanta forza ed impeto porti la conduzione del giovane
direttore genovese.
Con
la quinta sinfonia in do minore di L.V. Beethoven, datata 1808, non si può che
restare senza fiato, per il suo carattere incisivo, per la forte espressività d’
insieme. Accanto alla celeberrima ‘Nona’ è una delle opere sinfoniche più amate
ed eseguite e non poteva mancare nel celebrare la meraviglia dell’arte tedesca
in questo percorso nel tempo e nello spazio della musica più grandiosa di sempre. La passione è evidente in tutti i suoi movimenti, ed il giovane
Beltrami è guizzante sulla sua postazione, quasi volesse trascinare con sé la
compagine strumentale nel vortice delle note ossessive dell’arcinoto tema del
destino. Punti di forza dell’Orchestra vicentina sono stati anche questa volta gli
archi, molto concentrati e capaci di delineare un suono pieno, vibrante e
carico di tensione.
Nella
seconda parte del concerto la meravigliosa Sinfonia n. 1 in do minore di
J. Brahms, portata a termine dopo una lunga gestazione nel 1876, in cui la
forza e l’impeto tedesco a cui è dedicata la serata sono ancora una volta
esposti con evidenza. Un giusto accostamento tra i due compositori della serata,
a testimonianza di quanto il grande amburghese rappresenti il naturale proseguimento
del cammino iniziato da Beethoven, le cui influenze sono evidenti in diversi
passaggi di questo capolavoro, dal richiamo alla quinta sinfonia ai
riconoscibilissimi echi nell’ultimo movimento della ‘Nona’. Ricca di colori
ed atmosfere che cambiano continuamente, questa sinfonia richiede all’orchestra un suono grintoso e vellutato al contempo per esprimere al meglio la sua anima. Così la OTO
offre sonorità cariche di energia e pathos, oppure di elegia e romanticismo, per
concludere poi in potenza.
Il
pubblico ha omaggiato l’orchestra ed il Maestro Beltrami con applausi sentiti,
decretando un altro bel successo per l’organizzazione e la città veneta.
MTG