All’interno
di un fine settimana ricco di iniziative culturali di sicuro interesse per la
città di Treviso si è inserito l’evento forse più atteso dal pubblico e
fortemente voluto dal direttore artistico Giuseppe
Aiello che, grazie anche al sostegno della Regione Veneto, è riuscito a portare
sul palcoscenico del Teatro Mario del Monaco l’opera forse più rappresentativa
del genio e della sensibilità di Gaetano Donizetti: Lucia di Lammermoor. In un
periodo storico disastroso per la cultura italiana e per la gestione di
certi luoghi simbolo dell’arte e della bellezza, è davvero importante
dare un segnale positivo e dimostrare che con professionalità ed efficienza si
possono porre in essere eventi di questo genere. L’opera è stata eseguita in
forma di concerto, introdotta dal saluto del direttore artistico Aiello e poi
dalla giornalista e musicologa Elena Filini, che ne ha brevemente anticipato i
contenuti anche sotto il profilo psicologico ed introspettivo.
Ad
interpretare il ruolo di Lucia abbiamo ritrovato l’artista che si pone tra le
più esperte del momento e che ormai naviga questo ruolo con una disinvoltura
davvero disarmante: il soprano Jessica Pratt. A nostro avviso ancor
più che di consueto, probabilmente data l’aria di ‘festa’ che aleggiava nella
serata, l’interprete ha dato sfoggio di ciò che la sua voce è in grado di
proporre. Il suo canto stupisce per l’ampia estensione vocale, la ricchezza timbrica
e la chiarezza nel fraseggio.
La
scena della pazzia le è valsa una autentica ovazione con applausi prolungati e
festanti.
Il
suo amore contrastato è stato l’Edgardo di Alessandro Scotto di Luzio. Ci ha
regalato un personaggio vigoroso ed appassionato, carico di ardore vibrante sia
nel cuore che nella voce.
Sul
palcoscenico ha conquistato la scena con piglio sicuro ed impassibile il Lord Ashton
di Claudio
Sgura, personalità prorompente che si estrinseca anche tramite un
timbro vocale importante e brunito dall’ottimo volume.
Raimondo Bidebent è stato
Dario
Russo, un educatore accorato e partecipe degli eventi di cui abbiamo
ancora apprezzato il particolare colore della voce. Felice sorpresa è stata la brava
Deborah
Humble come Alisa, mentre lo sfortunato ed indesiderato sposo è stato Riccardo
Gatto, alias Lord Arturo. Completa la ‘squadra’ in campo Carlos
E Bárcenas come capo degli armigeri di Ravenswood.
Ci
piace sottolineare che ciascuno dei personaggi è stato reso con massimo impegno
ed efficacia scenica, il che non è sempre sottinteso quando un’opera di questa
portata viene eseguita in forma di concerto. Probabilmente lo si deve grazie
anche al supporto di una valida cornice musicale che ha visto la sua realizzazione
da parte dell’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta diretta da Giampaolo
Bisanti. Al suo debutto col titolo donizettiano, ma non nuovo al
compositore bergamasco, il Maestro milanese ha sciolto le corde che compongono la
partitura con una particolare attenzione ai dettagli. Se in questo capolavoro l’orchestra
è quanto mai protagonista descrittiva delle circostanze narrate, in tal caso ha acquisito anche un tocco
particolarmente elegante tanto nella concitazione quanto nel più intenso
lirismo.
A completare l’esecuzione l’apporto del Coro Lirico Amadeus che sin dall’inizio della sua attività ha in
repertorio questo celeberrimo dramma.
Successo
calorosissimo da parte di un pubblico vivamente entusiasta e commosso.
MTG