lunedì 7 aprile 2014

MARIA STUARDA, G. DONIZETTI – TEATRO FILARMONICO DI VERONA, domenica 6 aprile 2014

La storia dei monarchi britannici ha sempre suscitato un indiscusso interesse internazionale sin dai tempi più remoti. In particolare le vicissitudini dei nobili d’Inghilterra hanno riempito pagine e pagine dei libri di storia ed ancora oggi sono spesso all’attenzione delle cronache, sia per faccende pubbliche che private. La ‘Maria Stuarda’ di Gaetano Donizetti pone al centro delle sue vicende il rapporto tra due grandi regine britanniche, imparentate tra di loro ma rivali in politica: la cattolica regina di Scozia che da' il titolo all'opera e sua cugina Elisabetta Prima d’Inghilterra, la figlia protestante di Enrico VIII e della discussa Anna Bolena. Poiché erano ancora tanti i sostenitori della Chiesa di Roma e quindi della legittimità del trono della Stuarda, per mantenere saldo il suo regno la sovrana inglese fece processare e condannare la rivale accusandola di tradimento e la sentenza di morte fu eseguita presso il castello di Fotheringhay l’8 febbraio 1587.

Il compositore si sofferma proprio sulla connotazione negativa di Elisabetta: col librettista Giuseppe Bardari immagina una regina forte e volitiva che mischia la politica con i moti del cuore, essendo accecata soprattutto dalla gelosia nei confronti del conte di Leicester, da lei amato ma che ha occhi solo per la sua odiata rivale. Non vuole rinunciare al trono e vi si attacca con tutte le sue forze, eliminando tutto ciò che potrebbe ostacolare il suo cammino ed il progetto di creare una ‘Grande Inghilterra’, inclusa la cugina cattolica. Le due leonesse compaiono inizialmente separate in scena: è Elisabetta la prima, esibendo già il suo carattere, la sua forza. Poi è la volta del suo opposto: la regina buona, la cattolica consacrata da Dio, nell’atto di ricordare il suo passato come moglie del re francese e la nostalgia dei tempi che furono. Finalmente le due ‘belve’ si incontrano/scontrano: l’una contro l’altra, nessuna speranza di riconciliazione; le invettive di Maria contro Elisabetta in merito alla sua nascita illegittima sono la svolta decisiva verso una sua condanna ineluttabile: Maria Stuarda non può più sperare nella grazia

La produzione in scena al Teatro Filarmonico di Verona è targata Bergamo Musica Festival Gaetano Donizetti ed ha registrato già un bel successo la passata stagione d’opera, arrivando quindi molto attesa da un pubblico che non è stato affatto deluso dalla sua realizzazione.

Il simbolo del destino ormai compiuto è la prigione di Maria, che è proprio il caso di dirlo, troneggia al centro della scena per tutta la rappresentazione, in forma cubica, scomponendosi e ricomponendosi a seconda delle richieste librettistiche. Diventa anche simbolo delle due donne, color nero per Elisabetta, abbigliata di scuro ovviamente, bianco per Maria, in veste candida. Tutti sono di nero vestiti tranne la protagonista, martire innocente. I begli abiti sono opera di Manuel Pedretti.  Il regista  Federico Bertolani, coadiuvato dallo scenografo Giulio Magnetto, gioca sull’oscurità che circonda i personaggi principali: nera è l’anima di Elisabetta, privo di luce è certamente il futuro di Maria. In alto sul cubo è poggiato proprio il trono della regina protestante, come a simboleggiare in maniera ancora più evidente che a lei si devono le sciagure della cugina, che può solo ‘sottostare’di fatto ai suoi voleri, ma riuscendo vincitrice su tutta la linea dal punto di vista morale. 

Se è in gioco il trono d’Inghilterra, si provi a portare via anche l’oggetto dei desideri ad una regina ed è guerra aperta. Splendida nel ruolo della malvagia Elisabetta Sonia Ganassi: il ghigno sul volto che mostra mentre si rivolge alla rivale è impressionante quanto lo è la potenza del suo strumento vocale: ampio, ricco di colori ed accenti, si espande maestoso in tutta la sala con la giusta sottolineatura della parola e con straordinaria padronanza della scena.

Nel ruolo del titolo una ispiratissima Mariella Devia. Il soprano mostra un incedere deciso, un’ aria maestosa pur nel martirio della prigionia, una reale sofferenza nel volto, unitamente ad una voce particolarmente in forma, che le consente di sfoggiare tanto acuti decisi ed in voce, quanto scale ascendenti e discendenti con estrema disinvoltura, dando tutta se stessa ad un pubblico veramente in delirio per lei.

Molto bene anche i suoi compagni di palcoscenico: Marco Vinco è un ottimo Talbot, la sua voce è scura e ben emessa in maniera uniforme, si espande nella sala senza perdere in potenza e colore; molto attento anche alla recitazione che quindi risulta sentita e per ciò centrata.

Leggera e melodiosa la voce di Dario Schmunck, dal bel timbro acuto che non teme affatto i volumi dell’orchestra; il suo Leicester è accorato e molto partecipe.

Forte e volitivo Lord Cecil con Gezim Myshketa, anch’egli dotato di una bella voce calda e corposa, che ben completa nell’insieme un ruolo di carattere eseguito con sicurezza. Molto accurato e ben eseguito anche il ruolo di Anna Kennedy, alias Diana Mian.

Prezioso il contributo del Coro dell’Arena di Verona diretto da Armando Tasso.

A completamento della buona riuscita dello spettacolo, il Maestro Sebastiano Rolli ha guidato l’orchestra della Fondazione Arena con puntualità, attenzione alle voci ed ai singoli momenti dell’opera, evitando suoni monotoni o troppo ridondanti, donando così  all’orchestra  colore e suono particolarmente ricchi.
Il pubblico (non proprio disciplinato) ha dispensato applausi veramente sentiti e prolungati per tutti i protagonisti, in particolar modo per la signora Ganassi, per la Signora Devia, con ripetute chiamate sul palco, e addirittura tifo quasi da stadio per il direttore Rolli.
MTG


LA PRODUZIONE


Direttore d'orchestra
Sebastiano Rolli
Regia
Federico Bertolani
Scene
Giulio Magnetto
Costumi
Manuel Pedretti

Maestro del coro                      Armando Tasso
Direttore allest. Scenici           Giuseppe De Filippi Venezia



GLI INTERPRETI
Maria Stuarda
Mariella Devia
Elisabetta
Sonia Ganassi
Giorgio Talbot
Marco Vinco
Roberto Leicester
Dario Schmunck
Anna Kennedy
Diana Mian
Lord Guglielmo Cecil
Gezim Myshketa


ORCHESTRA, CORO E TECNICI DELL’ARENA DI VERONA







FOTO ENNEVI