sabato 20 ottobre 2012

DON CARLO – GIUSEPPE VERDI, (Versione di Modena 1886), Teatro Comunale "Luciano Pavarotti", Modena, venerdì 19 ottobre, ore 19,00.


Qualora si pensi ad un mondo d’altri tempi, alle tipiche dimore principesche, ai costumi sfarzosi e a tutto ciò che di affascinante e sognante può derivarne, il Don Carlo è l’opera che fa per questo genere di aspirazione. Siamo nel XVI secolo alla corte di re Filippo II di Spagna, il quale sposa la donna precedentemente promessa al figlio Carlo per motivi politici (la pace di Cateau-Cambrésis), gettandolo nella disperazione; così i temi del romanzo ‘cappa e spada’ ci sono tutti: amore contrastato ed impossibile, gelosia, politica, guerra, religione, che non si distaccano affatto dal mondo in cui viviamo oggi e per questo ben sentiti dal pubblico. L’opera trae il suo spunto dal dramma di Schiller, che a sua volta si basò su una fonte storica, la ‘Nouvelle historique’ del 1672 dell'abate Saint-Real. Fu scritta in francese per l’Opéra di Parigi dove fu rappresentata in primis l’11 marzo 1867, per poi essere rimaneggiata in più riprese fino alla versione italiana del 10 gennaio 1884 del Teatro alla Scala. 


La versione in scena questa settimana e con ultima replica domenica pomeriggio a Modena è quella proposta proprio per la città emiliana nel 1886 in cinque atti. Il regista Joseph Franconi Lee ha pensato ad una regia assolutamente tradizionale, grazie anche allo splendido lavoro dello scenografo e costumista Alessandro Ciammarughi, i cui magnifici costumi cinquecenteschi hanno reso giustizia ai personaggi in scena, ed i pannelli dipinti hanno fatto da sfondo alle vicende susseguitesi nella narrazione. Pertanto ci si trova davanti ad una base fissa in legno che rappresenta il tribunale dell’Inquisizione, dietro al quale i pannelli dipingono man mano le varie ambientazioni: dalla iniziale foresta di Fontainebleau, fino al chiostro del convento di San Giusto nell'ultimo atto. Sul palco si alternano oggetti importanti come la tomba di Carlo V, o la fontana dei giardini della Regina.  Regia e scene che si ispirano  alla tradizione di Luchino Visconti.
Filippo II è interpretato da Giacomo Prestia: il basso fiorentino è riuscito a rendere in maniera convincente il personaggio del sovrano fiero ed austero davanti alla sua corte, ma profondamente ferito nell’orgoglio e nel cuore dalla donna che ha sposato e non lo ama. La sua voce corposa riesce a rendere al meglio proprio nelle note più basse, e con intensità largamente omaggiata dal pubblico ha emozionato soprattutto con la celebre ‘Ella giammai m'amò...!’.

Sergio Escobar, nel ruolo dell’infante di Spagna, ha uno strumento molto notevole, che già si nota dall’iniziale ‘Fontainebleau! Foresta immensa..'. Il volume della sua voce è tale come pochi attualmente e non teme la forza dell’orchestra, anche nei momenti più intensi. Il colore è chiaro, gli acuti sono abbastanza ben sostenuti, ed il suo stile è molto elegante. È stata buona l’intesa col personaggio di Elisabetta, ma ancor meglio ed apprezzata dal pubblico la fusione con la voce e con il personaggio dell’amico fraterno Rodrigo di Posa, col quale ha dato vita ad emozionanti momenti musicali, come nella scena terza del secondo atto, calorosamente applaudita.
Elisabetta di Valois è una brava Cellia Costea, dotata di una bella voce molto calda e corposa all’ascolto, ma anche acuta laddove la partitura lo richieda. Volume pregevole, ha reso il ruolo della regina con eleganza e bella presenza scenica. La celebre aria ‘Tu che la vanità ’' ha commosso il pubblico che l’ha omaggiata con applausi calorosi al termine.

Autentiche ovazioni ha ottenuto il baritono Simone Piazzola, nel ruolo del suddetto Rodrigo di Posa. La sua voce è parsa particolarmente in forma ed anche la sua interpretazione del personaggio ben riuscita. Sicuro e convincente, ha saputo rendere giustizia al Marchese ed ha regalato forti emozioni con la sua resa della dipartita nel pronunciare le parole Ah! ... di me... non... ti... scordar...! .
Il Grande Inquisitore, impersonato da Luciano Montanaro è reso in modo quasi spettrale: personaggio impassibile e funesto, cantato con voce profonda che ben si adatta al ruolo, a rappresentare il terrore che l’Inquisizione diffondeva al tempo di questi accadimenti. Ben eseguito  il duetto con il Re nel quarto atto :‘Son io dinanzi al Re...?’.
La Principessa Eboli è ben resa sia scenicamente che vocalmente da Alla Pozniak, dal timbro vocale molto particolare, particolarmente scuro e pastoso, che si destreggia bene sia nelle note gravi, che in quelle del registro più acuto. Piacevole la ‘canzone del velo’, in cui ben riuscito è l’impasto con la voce di Irène Candelier, molto brava nel doppio ruolo di Tebaldo, paggio d'Elisabetta, nonché Voce dal cielo.
Sono stati applauditi e hanno ben interpretato il ruolo anche  Paolo Buttol, nel ruolo di un Frate, intenso e compartecipe, Giulio Pelligra, Il Conte di Lerma, nonché Marco Gaspari, un Araldo Reale.       

Buona resa del Coro Lirico Amadeus - Fondazione Teatro Comunale di Modena, condotto da Stefano Colò, che ha ben accompagnato sia i momenti più leggeri che quelli drammaticamente più intensi. La direzione dell’Orchestra regionale dell’Emilia Romagna è stata affidata al Maestro Fabrizio Ventura. Molto partecipe nella conduzione, dal gesto ampio ed evidente,  ha spinto molto sulle note verdiane, talvolta anche in maniera un po’ eccessiva, ma riuscendo comunque a sottolineare gli eventi in scena in modo significativo.

Tanti applausi alla fine, pubblico entusiasta, e siamo lieti che le note straordinarie del meraviglioso Giuseppe Verdi possano risuonare ancora in teatri-gioiello come è successo ieri sera a Modena.

MTG

LA PRODUZIONE

Direttore                                    Fabrizio Ventura
Regia                                         Joseph Franconi Lee
Scene e costumi                        Alessandro Ciammarughi
Luci                                            Nevio Cavina
Movimenti coreografici             Marta Ferri
Assistente alle scene e              Fulvia Donatoni
ai costumi 
Scene dipinte da                        Rinaldo Rinaldi, Maria Grazia Cervetti, Keiko Shiraishi
nella Sala di scenografia del Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena


Maestro del coro                       Stefano Colò

GLI INTERPRETI

Filippo II, Re di Spagna             Giacomo Prestia
Don Carlo, Infante di Spagna    Sergio Escobar
Rodrigo, Marchese di Posa      Simone Piazzola
Il Grande Inquisitore                 Luciano Montanaro
Un Frate                                     Paolo Buttol
Elisabetta di Valois                   Cellia Costea
La Principessa Eboli                 Alla Pozniak
Tebaldo, paggio d'Elisabetta/ 
Una voce dal cielo                    Irène Candelier
Il Conte di Lerma                     Giulio Pelligra
Un araldo reale                         Marco Gaspari
                     

ORCHESTRA REGIONALE DELL'EMILIA-ROMAGNA
Coro Lirico Amadeus - Fondazione Teatro Comunale di Modena
Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Comunale di Modena
Coproduzione Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatri di Piacenza