lunedì 26 gennaio 2015

TRAVIATA, G. VERDI – TEATRO FILARMONICO DI VERONA, DOMENICA 25 GENNAIO 2015

Il maestro Josef Svoboda ci ha lasciato ormai da tredici anni ma le sue brillanti intuizioni in termini di scenografia continuano ad affascinare e ad esser parte di allestimenti operistici vincenti. Tra questi la splendida Traviata ormai nota come ‘degli specchi’ che è praticamente rappresentata ogni anno in giro per l’Italia e nel mondo ottenendo sempre consensi entusiastici di pubblico. Ed approda finalmente anche al Teatro Filarmonico di Verona con la regia di Henning  Brockhaus e con la collaborazione di Benito Leonori per la ricostruzione scenografica.
Il famoso allestimento ci ricorda che il mondo non ha una sola prospettiva e che ognuno di noi dovrebbe guardare aldilà del proprio punto di vista e cogliere le diverse angolazioni di ciò che avviene intorno. Così la storia di Violetta non va guardata soltanto col nostro occhio giudice e moralista, ma letteralmente a tutto tondo, ossia anche dal suo punto di vista e da quello di chi vive la sua storia con lei. Ecco così che lo specchio inclinato che sovrasta sullo sfondo assume un significato psicologico, oltre che squisito mezzo scenico per offrire una inquadratura inusuale dei personaggi e degli ambienti. Come è ben noto i pannelli che occupano il piano vengono fatti scivolare a scomparsa ed in successione si alternano i bellissimi tableau dai colori sfavillanti che affrescano man mano il salone delle feste di Violetta o della casa di Flora con squisita eleganza, riproducono la deliziosa casa di campagna per il nido d’amore di Violetta ed Alfredo, per poi lasciare il posto al pavimento nudo e scuro dell’ultimo atto, ove si poggiano un letto, pochi cuscini su cui si adagia Annina ed un tavolino, con la celeberrima conclusione a specchio raddrizzato per riflettere l’orchestra ed il pubblico stesso, lasciando ad ognuno la propria interpretazione di quanto avviene. Ricordiamo che gli sfavillanti  costumi  sono di Giancarlo Colis.

Dal punto di vista musicale diverse considerazioni da fare. Certo la direzione del Maestro Marco Boemi ha condizionato non poco l’esecuzione degli interpreti che sono stati chiamati a dura prova per seguire adeguatamente il tempo in taluni passaggi. Probabilmente l’intento del direttore era di imprimere alla rappresentazione un carattere estremamente toccante e drammatico, ma ciò si è tradotto a nostro avviso in uno stacco di tempi fin troppo distesi con dinamiche non sempre chiare; in più punti si è percepito uno scollamento tra buca e palco anche per gli interventi del coro.

Ne fa le spese in un certo senso Francesca Dotto per cui confermiamo le impressioni avute nella recente Traviata di Venezia. Il colore della voce è molto bello ed uniforme, e sicuramente mostra un bell’affiatamento con i partner sul palco, ma ci riserviamo qualche tempo per vedere una Violetta a trecentosessanta gradi da parte del soprano dalle indubbie doti vocali che può ancora crescere e donare più carattere al ruolo.

Alfredo Germont è un Antonio Poli dalla voce fresca e pastosa che pur non mostrando una potenza esponenziale si cala molto bene nel ruolo del giovane di cuore e passione.

Grande successo per Simone Piazzola che ormai ha raggiunto un bel numero di Giorgio Germont nella lista delle sue interpretazioni. Sempre più maturo il personaggio, il colore pulito della voce si esprime uniformemente in tutta la gamma del suo registro dando forza ad un ruolo gestito con padronanza ed autorità. Per lui una serata davvero positiva.

Non convince a pieno la Flora di Elena Serra la cui voce sembra talvolta soffrire l’orchestra, pur dando un certo carattere spigliato e gagliardo al suo personaggio.

Ci è sembrato un po’ troppo caricato il ruolo di Annina per essere una semplice domestica, alias Alice Marini, mentre hanno ben figurato nei ruoli di contorno: Gastone, Antonello Ceron, il Barone Douphol, Nicolo' Ceriani, il Marchese d'Obigny, Dario Giorgelè, l’ottimo Dottor Grenvil di Gianluca Breda, Giuseppe, Francesco Pittari, ed il Domestico e Commissionario di Romano Dal Zovo.
Il coro diretto da Vito Lombardi si mostra ben affiatato ed ottimo in scena, fermo restando i suddetti problemini percepiti con l’orchestra.

Il pubblico che ha riempito il teatro ha tributato un buon successo  per tutti gli interpreti con punte per Dotto, Poli ed il maestro Boemi, registrando un vero e proprio trionfo per Piazzola.

Maria Teresa Giovagnoli

LA PRODUZIONE

Direttore
Marco Boemi
Regia e luci
Henning  Brockhaus
Direttore corpo di ballo
Renato Zanella
Bozzetti scenografici
Josef Svoboda
Ricostruzione scenografica
Benito Leonori
Costumi
Giancarlo Colis
Coreografa
Valentina Escobar
Direttore allestimenti scenici
Giuseppe De Filippi Venezia
Maestro del coro
Vito Lombardi



GLI INTERPRETI
Violetta Valery
Francesca Dotto
Alfredo Germont
Antonio Poli
Giorgio Germont
Simone Piazzola
Flora Bervoix
Elena Serra
Annina
Alice Marini
Gastone
Antonello Ceron
Barone Douphol
Nicolo' Ceriani
Marchese d'Obigny
Dario Giorgelè
Dottor Grenvil
Gianluca Breda
Giuseppe
Francesco Pittari
Domestico/Commissionario
Romano Dal Zovo



ORCHESTRA, CORO, CORPO DI BALLO E TECNICI DELL’ARENA DI VERONA

Allestimento di proprietà della fondazione Pergolesi Spontini di Jesi da bozzetti scenografici di Josef Svoboda

FOTO STUDIO ENNEVI per gentile concessione Fondazione Arena di Verona