Il maestro Josef Svoboda
ci ha lasciato ormai da tredici anni ma le sue brillanti intuizioni in
termini di scenografia continuano ad affascinare e ad esser parte di
allestimenti operistici vincenti. Tra questi la splendida Traviata ormai nota
come ‘degli specchi’ che è praticamente rappresentata ogni anno in giro per l’Italia
e nel mondo ottenendo sempre consensi entusiastici di pubblico. Ed approda
finalmente anche al Teatro Filarmonico di Verona con la regia di Henning
Brockhaus e con la collaborazione di Benito Leonori per la
ricostruzione scenografica.
Il famoso
allestimento ci ricorda che il mondo non ha una sola prospettiva e che ognuno
di noi dovrebbe guardare aldilà del proprio punto di vista e cogliere le
diverse angolazioni di ciò che avviene intorno. Così la storia di Violetta non
va guardata soltanto col nostro occhio giudice e moralista, ma letteralmente a
tutto tondo, ossia anche dal suo punto di vista e da quello di chi vive la sua
storia con lei. Ecco così che lo specchio inclinato che sovrasta sullo sfondo assume
un significato psicologico, oltre che squisito mezzo scenico per offrire una
inquadratura inusuale dei personaggi e degli ambienti. Come è ben noto i
pannelli che occupano il piano vengono fatti scivolare a scomparsa ed in
successione si alternano i bellissimi tableau dai colori sfavillanti che affrescano
man mano il salone delle feste di Violetta o della casa di Flora con squisita
eleganza, riproducono la deliziosa casa di campagna per il nido d’amore di
Violetta ed Alfredo, per poi lasciare il posto al pavimento nudo e scuro dell’ultimo
atto, ove si poggiano un letto, pochi cuscini su cui si adagia Annina ed un
tavolino, con la celeberrima conclusione a specchio raddrizzato per riflettere l’orchestra
ed il pubblico stesso, lasciando ad ognuno la propria interpretazione di quanto
avviene. Ricordiamo che gli sfavillanti costumi sono di Giancarlo Colis.
Dal punto di
vista musicale diverse considerazioni da fare. Certo la direzione del Maestro Marco Boemi
ha condizionato non poco l’esecuzione degli interpreti che sono stati chiamati
a dura prova per seguire adeguatamente il tempo in taluni passaggi.
Probabilmente l’intento del direttore era di imprimere alla rappresentazione un
carattere estremamente toccante e drammatico, ma ciò si è tradotto a nostro
avviso in uno stacco di tempi fin troppo distesi con dinamiche non sempre chiare;
in più punti si è percepito uno scollamento tra buca e palco anche per gli
interventi del coro.
Ne fa le
spese in un certo senso Francesca Dotto
per cui confermiamo le impressioni avute nella recente Traviata di
Venezia. Il colore della voce è molto bello ed uniforme, e sicuramente mostra
un bell’affiatamento con i partner sul palco, ma ci riserviamo qualche tempo
per vedere una Violetta a trecentosessanta gradi da parte del soprano dalle
indubbie doti vocali che può ancora crescere e donare più carattere al ruolo.
Alfredo
Germont è un Antonio Poli
dalla voce
fresca e pastosa che pur non mostrando una potenza esponenziale si cala molto
bene nel ruolo del giovane di cuore e passione.
Grande
successo per Simone Piazzola
che ormai ha raggiunto un bel numero di Giorgio Germont nella lista
delle sue interpretazioni. Sempre più maturo il personaggio, il colore pulito
della voce si esprime uniformemente in tutta la gamma del suo registro
dando forza ad un ruolo gestito con padronanza ed autorità. Per lui una serata
davvero positiva.
Non convince
a pieno la Flora di Elena Serra
la cui voce sembra talvolta soffrire l’orchestra, pur dando un certo carattere
spigliato e gagliardo al suo personaggio.
Ci è
sembrato un po’ troppo caricato il ruolo di Annina per essere una semplice
domestica, alias Alice Marini,
mentre hanno ben figurato nei ruoli di contorno: Gastone,
Antonello Ceron,
il Barone
Douphol, Nicolo' Ceriani,
il Marchese
d'Obigny, Dario Giorgelè, l’ottimo Dottor
Grenvil di Gianluca Breda, Giuseppe, Francesco Pittari, ed il Domestico e Commissionario
di Romano Dal
Zovo.
Il coro
diretto da Vito Lombardi si mostra ben affiatato ed ottimo in scena,
fermo restando i suddetti problemini percepiti con l’orchestra.
Il pubblico che ha riempito il teatro ha tributato un buon successo per tutti gli interpreti con punte per Dotto, Poli ed il maestro Boemi, registrando
un vero e proprio trionfo per Piazzola.
Maria Teresa
Giovagnoli
LA PRODUZIONE
Direttore
|
Marco Boemi
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Regia e luci
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Henning
Brockhaus
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Direttore corpo di ballo
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Renato Zanella
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Bozzetti scenografici
|
Josef Svoboda
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Ricostruzione scenografica
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Benito Leonori
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Costumi
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Giancarlo Colis
|
Coreografa
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Valentina Escobar
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Direttore allestimenti scenici
|
Giuseppe De
Filippi Venezia
|
Maestro del coro
|
Vito Lombardi
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GLI INTERPRETI
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Violetta
Valery
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Francesca Dotto
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Alfredo
Germont
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Antonio Poli
|
Giorgio
Germont
|
Simone Piazzola
|
Flora
Bervoix
|
Elena Serra
|
Annina
|
Alice Marini
|
Gastone
|
Antonello Ceron
|
Barone
Douphol
|
Nicolo' Ceriani
|
Marchese
d'Obigny
|
Dario Giorgelè
|
Dottor
Grenvil
|
Gianluca Breda
|
Giuseppe
|
Francesco Pittari
|
Domestico/Commissionario
|
Romano Dal
Zovo
|
ORCHESTRA,
CORO, CORPO DI BALLO E TECNICI DELL’ARENA DI VERONA
FOTO STUDIO ENNEVI per gentile concessione Fondazione Arena di Verona