Aida in versione
“intimista” quella andata in scena al Teatro dell’Opera di Roma.
La
regia del grande Micha Van Hoecke infatti è priva di orpelli, di “lustrini” e di
ogni simbolo normalmente associabile alla maestosità di questo titolo.
Difettano di grandiosità le scene di assieme che, nonostante il numero di
persone in palcoscenico sia copioso, sembrano sempre spoglie e svuotate di
quell’energia che ci si aspetterebbe.
I
momenti intimistici invece sono risolti con gesti e movimenti molto misurati,
quasi che i protagonisti si muovessero sempre in una “bolla” di acqua e che
questo fiume Nilo non scorresse accanto a loro ma li tenesse imprigionati con
le gambe nel pantano.
Belle
le luci di Vinicio Cheli, unico elemento che creava un po’ di atmosfera;
migliorabili i costumi di Carlo Savi che “imprigionavano” i
protagonisti rendendo anche i loro movimenti troppo plastici e poco morbidi.