" When past bearing is our grief,
Then 'tis Heaven will send relief ! "
Appuntamento tradizionale delle festività natalizie assieme al balletto The Nutcracker, Hansel And Gretel è approdato al Metropolitan nel nuovo allestimento di Richard Jones proveniente dalla Welsh National Opera e Lyric Opera of Chicago, andando a sostituire la vetusta messinscena del 1967 data per piu di 200 rappresentazioni nel corso degli anni con protagonisti del calibro di Teresa Stratas, Judith Blegen, Tatyana Troyanos, Federica Von Stade solo per citarne alcuni tra i più gloriosi.
Il capolavoro musicale di
Humperdinck è un lavoro di un compositore vissuto sempre all'ombra creativa di
Richard Wagner.
Ma si direbbe che il wagnerismo
qui rappresenti un limite negativo, per quel tanto di carico e di pesante che
turba non poco la fiabesca ingenuità della storia, si pensi ad esempio al
massiccio accompagnamento musicale nella scena della rottura della brocca di
latte al primo atto o ancora di più alla cavalcata delle streghe che apre il
secondo atto, imitazione spettacolare della più famosa Cavalcata delle
Walkirie.
La personalità di Humperdinck
si rivela infatti più genuina, proprio la dove il debito verso Wagner è
sconnesso dalla diversità del suo atteggiamento spirituale verso il problema
dell'opera, rivelando un insieme di piccoli Lieder di origine popolare che entrano
in funzione di caratterizzazione delle singole scene, ma lontani anni luce
dalla complessa tecnica del ricorso tematico utilizzata da Wagner.
La regia pensata da Richard
Jones, coadiuvato per le scene e i costumi da John Macfarlane e per le
luci da Jennifer Tripton, si inserisce nel solco di quelle messinscene
innovative ma non disturbative.
Trasportando la messinscena in
un passato molto recente dalla nostra epoca, presumibilmente gli anni del
secondo dopoguerra, la casa del creatore di scope originaria del primo atto si
trasforma in una claustrofobica stanzetta di una casa del Midwest americano
realizzata riducendo l'enorme boccascena del teatro neworkese di due terzi. Il
bosco del secondo atto è ambientato in una casa diroccata abitata da creature
fantastiche, uomini albero, cuochi obesi che soddisfano la cronica mancanza di
cibo dei due fratelli coadiuvati da un cameriere\salmone e dove il buono
Sandman è un mostro vecchio e rugoso e la Fata della rugiada una lavapiatti che
pulisce tutto. La casa della strega del terzo atto assomiglia più ad un
laboratorio mostruoso di un serial killer piuttosto che alla candida casetta di
marzapane.
I due fratelli si comportano
come due discoli della loro epoca, accennano
passi di Boogie Woogie nella scena della danza del primo atto, si tirano
i capelli e si azzuffano clamorosamente, rompendo la brocca del latte, unico
sostentamento della povera famiglia, mandando su tutte le furie una madre
psicologicamente fragilissima che non vede altra via di fuga alla loro misera condizione
se non quella di suicidarsi ingerendo un flacone intero di pillole.
Proposito fallito
miracolosamente dall'arrivo del padre, vestito con una salopette da meccanico,
che portando una sacca piena di viveri, trasforma la madre in una bulimica
macchina ingerente, la quale puntualmente vomiterà il tutto nel momento in cui
il padre accenna ai pericoli che corrono i due figli lasciati soli nel bosco.
Insomma una messinscena
originale ma non clamorosamente innovativa, tutta giocata sulla ricerca della
perfezione del particolare e su una maniacale cura nei movimenti scenici
piuttosto che su una gratuita e scontata dissacralità tanto di moda
ultimamente.
Il cast scelto dal Met si piega
alla perfezione metronomica indicata dal regista, non risparmiandosi un momento.
I due fratelli Hansel ( una
vocalmente perfetta Christine Rice dalla maschia voce contraltile e dai fiati
lunghissimi) e Gretel (la chiarissima voce di
Aleksandra Kurzak è dotata di un carico vocale di tutto
rispetto ma perennemente imprecisa nel settore acuto della sua parte) sudano
parecchio nel danzare, azzuffarsi, lottare, preparare dolci nella casa della
strega.
Il padre Peter ( un vocalmente
debole Dwayne Croft) e la madre Gertrude ( una scenicamente bravissima
e vocalmente perfetta Michaela Martens) creano la perfetta
coppia scoppiata americana tutta sorrisi di fronte e pugnalate alle spalle.
La ricorrente scelta infelice
di far interpretare la strega Marzapane ad una voce maschile, dimostra tutti i
limiti del caso non solo antropologici (una strega uomo crea confusione...) ma
soprattutto vocali, essendo la parte scritta da Humperdinck per voce femminile.
Robert Brubaker cavalca i
salti di ottava, i trilli e tutte le girandole vocali scritte da Humperdinck
per un mezzosoprano con baldanzosa precisione ma evidente affanno, risultando
più convincente scenicamente che vocalmente.
Molto bene nelle loro brevi ma
bellissime parti Carolyn Sproule nel ruolo del Nano Sabbiolino e Ying
Fang in quella della Fata Rugiada.
Sul podio Sir Andrew
Nelson, trova i momenti più felici nella prima parte dello spettacolo e
in generale nei momenti in cui dominano la componente patetica e la invenzione
melodica, mentre le scene del terzo atto che vedono coinvolta la strega
avrebbero richiesto una più precisa incisività, verve e precisione da parte di
quell'ottimo concertatore quale Nelson è.
Bravissimo il coro di voci
bianche del Metropolitan diretto da Anthony Piccolo.
Successo calorosissimo per
tutti da parte di un teatro strapieno di bambini di tutte le età, letteralmente
stregati dalla musica di Humperdinck e dalla messinscena di Macfarlane.
Pierluigi Guadagni
LA PRODUZIONE
Direttore d’orchestra Sir Andrew Davis
Regia Richard Jones
Set &
Costume Designer John Macfarlane
Luci Jennifer Tipton
Coreografia Linda Dobell
Traduzione David Pountney
GLI INTERPRETI
Gretel Aleksandra Kurzak
Hansel Christine Rice
Gertrude Michaela Martens
Strega Robert Brubaker
Peter Dwayne Croft
ORCHESTRA E CORO METROPOLITAN HOUSE DI NEW YORK