"Le
Veau d'or est vainqueur des dieux!"
Il teatro comunale di Bolzano si dimostra ancora una volta istituzione di
cultura di alto livello, programmando una stagione interessantissima per titoli
di prosa, musica, danza ed opera.
Proposto come secondo titolo operistico della stagione, il Faust di C. Gounod
è opera di difficilissima esecuzione per le difficoltà di una messa in scena
che richiede grande dispendio di energie esecutive e sceniche.
L'allestimento prodotto con l'opera di Lipsia è il risultato di un giusto
equilibrio tra grandi idee e pochi mezzi a disposizione.
L'idea registica di Michiel Dijkema (qui ripresa da
Patrick Bialdyga) funziona a dovere, equilibrata tra un allestimento di tradizione
e uno di theater regie.
I personaggi si muovono con movimenti studiatissimi, il coro è partecipe e
protagonista anch'esso, l'idea di un Mephistopheles tutto fuoco e tiri mancini funziona
a dovere, l'impianto scenico (un non luogo costruito con un alto muro a mattoni
dal quale si aprono 5 porte scorrevoli che lasciano scoprire il mondo al di là)
è interessante e permette di tagliare al minimo gli altrimenti numerosi e
lunghi cambi di scena.
Dispiace solo che la drammaturgia di Christian Geltiger alteri in parte la
numerazione delle scene presenti in partitura da Gounod trasportando l'aria
"il etait un Roi de Thule" dal secondo al quinto atto, come pure l'aria
di Siebel " le bonheur à sourire t'invite" che qui diventa un malinconico
addio alla vita invece che una languida dichiarazione di affetto, per tacere
dei pesanti tagli all'ingresso del coro dei soldati nella quarta scena del
quarto atto, nelle danze pasticciate da ingrati copia e incolla del quinto atto
per finire con la malsana idea di far cantare il coro celeste al termine dell'opera
in scena invece che nel retropalco come previsto in partitura, cancellando
quindi completamente l'idea di misticità prevista da Gounod.
Il versante musicale ha visto un pregevole Mark Schneible nei panni
di Mephistopheles dipanarsi con agilità nella ingrata sua parte: timbro
scavato, dizione perfetta e fraseggio curato hanno completato una serata per
lui da ricordare.
Non altrettanto si può dire per il Faust di Mario Zeffiri al quale è
venuta la malsana idea di affrontare un ruolo totalmente scollegato alla sua
vocalità nonostante la voce bella e gli acuti (tutti in falsetto) facili,
speriamo di risentirlo presto in un repertorio a lui più congeniale.
Arika Schoenberg è apparsa in evidente difficoltà ed affanno ad
affrontare la parte di Marguerite. La voce è sfibrata, gli acuti urlati e il
fraseggio scolastico, per tacere della dizione approssimativa.
Convincente anche se spesso in difficoltà nelle note di passaggio, il Valentin
di Jonathan
Michie dalla voce vellutata e suadente e dagli acuti facili e precisi
in una parte che ha ben poco di baritonale.
Brava Kathrin Goering nella parte di Siebel, canta la sua aria con la
giusta caratterizzazione vocale e scenica.
Brava anche Karin Lovelius ad interpretare la petulante Marthe con la
giusta dose di caratterismo senza scendere in ridicole sforzature.
Corretto Matteo Ferrara nella parte di Wagner.
Complimenti ad Alessandro Zuppardo per la direzione del partecipe e preciso
coro dell'opera di Lipsia in un lavoro dove più di un quarto dell’intera
partitura è a lui destinato.
L'Orchestra Haydn di Trento e Bolzano diretta da Anthony Bramall ha saputo
mettere a frutto la sua provenienza dal repertorio sinfonico esaltando i
momenti sinfonici di cui questa partitura è zeppa risultando di una precisione più
che convincente.
Applausi cordiali per tutti da parte di un pubblico non particolarmente caloroso.
LA PRODUZIONE
Direzione musicale Anthony Bramall
Regia Michiel Dijkema
Dammaturgia Christian
Geltiger
GLI INTERPRETI
Mephistopheles Mark
Schneible
Faust Mario
Zeffiri
Valentin Jonathan Michie
Marguerite Arika
Schoenberg
Marthe Karin
Lovelius
Siebel Kathrin
Goering
Wagner Matteo
Ferrara
Coro Oper
Leipzig, maestro Alessandro
Zuppardo
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
Nuovo
Allestimento