lunedì 17 dicembre 2012

MACBETH, GIUSEPPE VERDI – TEATRO FILARMONICO DI VERONA, domenica 16 dicembre 2012, ore 15,30


Quando Shakespeare scrisse questo dramma viveva un’epoca di cospirazioni, guerre sanguinarie, nell’Inghilterra che aveva appena salutato la grande Elisabetta 1 e che aveva appena sventato la Congiura delle polveri. Fu un’ implicita dedica al re James di Scozia, re buono e virtuoso come qui Duncano, la cui dinastia era destinata a regnare a lungo nella visione encomiastica del drammaturgo. Fulcro della vicenda sono i drammi mentali e la brama di potere dell’usurpatore Macbeth, il desiderio di possedere sempre di più, di regnare ad ogni costo schiacciando tutti coloro che si parino davanti al suo cammino, istigato da una Lady agghiacciante che viene inghiottita essa stessa dalle sue follie. Verdi voleva un’opera che colpisse e restasse impressa, e prendendo ‘in prestito’ questo soggetto riuscì a scuotere non poco gli animi degli italiani a suo tempo.

 
E se sono le cupe e folli visioni le vere protagoniste di questo dramma, anche una messa in scena essenziale come quella prodotta dalla Fondazione veronese in questo caso, risulta di notevole efficacia e soprattutto impatto psicologico. Il contesto di cornice è una scuola d’arte, ove nella visione di Stefano Trespidi un gruppo di ragazzi sta provando appunto il suddetto dramma. Pertanto, sul palco vi è un altro palchetto ridotto, secondo lo schema del ‘teatro nel teatro’, su cui si esibiscono i loro compagni, e sul fondo si cala a tempo debito uno schermo che esemplifica di volta in volta il pensiero e gli incubi dei protagonisti, con immagini piuttosto forti, tratte ora da produzioni storiche, ora ritraenti gli interpreti stessi. Il tutto con luci scure ed effetti di nebbia che esaltano l’offuscamento della mente dell’ambizioso protagonista e della sua compagna, aiutati da pochissimi oggetti significativi.

Macbeth è interpretato da Andrzej Dobber. L’interprete è di classe e colpisce immediatamente per la sua presenza scenica. Il colore della voce è molto bello, un baritono che potrebbe spingersi anche verso note più chiare e l’impasto vocale che ne risulta è davvero di piacevole ascolto. Ci sarebbe piaciuto che si spingesse anche di più nell’impersonare cotal usurpatore, sia vocalmente che  dal punto di vista della caratterizzazione del suo personaggio. Si denota infatti qualche accenno di stanchezza, soprattutto verso la fine della rappresentazione, ma ciò non compromette la resa generale del ruolo che è comunque decisamente nelle sue corde.

La sua fedele compagna è una splendida e crudele Susanna Branchini. Tratteggia il personaggio con  straordinaria interpretazione, espressività e convinzione in ogni scena. Il ruolo non da’ tregua e le arie difficili si susseguono a ritmo incalzante, ma il soprano le risolve in scioltezza con la sua tecnica e voce potente e sufficientemente scura da poter essere una credibilissima Lady. L’espressione stessa del suo volto e la mimica che utilizza sottolineano la resa del personaggio. Gli applausi dopo  arie come Vieni! t'affretta, o Una macchia è qui tuttora, sottolineano l’apprezzamento in sala.  

Roberto Tagliavini ricopre il ruolo di Banco. La sua è una interpretazione sicuramente molto sentita. Ha dato molto al personaggio cercando costantemente il suono giusto per rendere al meglio i momenti più intensi. Voce dal colore scuro, un basso pieno che però talvolta esagera leggermente nel chiudere i suoni vocalici.

Macduff è affidato al tenore Massimiliano Pisapia.  Si muove bene sulla scena convincendo per resa vocale ed interpretativa. Possiede una voce chiara che raggiunge facilmente le note più acute ed esegue la sua aria Ah, la paterna mano con scioltezza e senza sforzo alcuno.
Malcolm è un discreto Giorgio Misseri, dalla voce interessante che fa ben sperare in una crescita futura.
Chiudono il cast la Dama di Lady Macbeth ed il Medico, interpretati da Francesca Micarelli e  Dario Giorgelè , ed il domestico di Macbeth/Sicario,  Seung Pil Choi, discreti anche senza troppo lasciare il segno.  Precise e diligenti,  le voci bianche che dalla buca hanno cantato i brevi passi di Apparizioni,  Alberto Testa e Vittoria Sancassani.

I ballerini dell’Arena di Verona hanno interpretato con bravura e precisione i ballabili con i particolarissimi costumi  di Trespidi . Ben si è comportato anche il coro areniano nell’impersonare le streghe, anche se l’interpretazione vocale non è stata sempre coadiuvata da movimenti scenici altrettanto validi.
Alla guida di questa miscellanea di emozioni musicali il Maestro Omer Meir Wellber. Il direttore ha dato all’insieme operistico una lettura molto viva, dal ritmo incalzante dal primo all’ultimo atto, come a sottolineare  quanto le vicissitudini non diano tregua neanche alla musica che le fa vivere. Il gesto è ampio e forse anche fin troppo evidente, l’orchestra lo ha seguito perfettamente così come anche gli interpreti sul palco.                    

Infine un encomio particolare va alla Fondazione Arena di Verona, che ha rischiato vincendo con  una produzione innovativa, ricca di spunti interessanti, con un tocco di tecnologia e dimostrando che pur con pochi mezzi si riesce a dar sfogo alla fantasia in modo intelligente che colpisce e si ricorda, come Verdi desiderava per quest’opera.
MTG


LA PRODUZIONE

Direttore


Omer Meir Wellber
Coreografia
Maria Grazia Garofoli
Regia video
Amerigo Daveri
Coordinatore alla regia, scene e costumi
Stefano Trespidi
Lighting designer
Paolo Mazzon

Direttore del Coro                   Armando Tasso
Direttore del Corpo di ballo   Maria Grazia Garofoli
Direttore allestimenti scenici  Giuseppe De Filippi Venezia

GLI INTERPRETI
Macbeth
Andrzej Dobber
Banco
Roberto Tagliavini
Lady Macbeth
Susanna Branchini
Dama di Lady Macbeth
Francesca Micarelli
Macduff
Massimiliano Pisapia
Malcolm
Giorgio Misseri
Medico
Dario Giorgelè
Domestico di Macbeth/Sicario
Seung Pil Choi
Apparizioni
Alberto Testa/ Vittoria Sancassani

ORCHESTRA, CORO E CORPO DI BALLO DELL’ARENA DI VERONA

Nuova produzione della Fondazione Arena di Verona




Foto Ennevi