«A giorni il Re ritorna
gran feste si daranno,
rapidi qui verranno
stranieri in quantità.
Da quello che preparasi
a corte ed in città,
ben si può giudicare
che festa si farà;
Spettacol più giocondo,
mai visto si sarà;
chi a Reims non poté andare
qui si consolerà.”
gran feste si daranno,
rapidi qui verranno
stranieri in quantità.
Da quello che preparasi
a corte ed in città,
ben si può giudicare
che festa si farà;
Spettacol più giocondo,
mai visto si sarà;
chi a Reims non poté andare
qui si consolerà.”
Concepire un nuovo
allestimento de Il Viaggio a Reims dopo lo straordinario spettacolo che lo ha
riportato in luce nel 1984 a Pesaro per la regia di Ronconi, la direzione di
Abbado e un parterre di cantanti di primissimo livello, è sempre cosa
rischiosissima per una forma di teatro che spesso vive, ahimè, più di ricordi e
sospiri piuttosto che di ricerca di novità e apertura al diverso.
La sfida della
direzione artistica della Dutch National Opera, teatro che si pone
all'avanguardia in Europa per qualità e scelta degli allestimenti sempre di
primissimo ordine, pare ancora più ardua se per la scelta di reinventare una
concezione registica di una cantata scenica praticamente senza soggetto
specifico, si chiama un enfant terrible come Damiano Michieletto.
Scelta vincente, e non
ne avevamo il minimo dubbio!
La cantata scenica
pensata dal librettista Balocchi, si sviluppa su di un canovaccio molto
semplice che non ingabbia l'azione in un intrigo drammatico particolarmente
rigido, quale occasione migliore per reinventare completamente una storia
divertentissima?
Michieletto,
coadiuvato nelle scene da Paolo Fantin e nei costumi da Carla
Teti, trasporta l'azione dall' Albergo del Giglio d'oro alla
Golden Lily Galery alla vigilia dell'apertura di una grande mostra d'arte.
Madama Cortese diventa la curatrice tutta isterismo e tensione stile Meryl
Streep ne “Il diavolo veste Prada”, Don Profondo diventa un entusiasta
banditore d'aste, Lord Sydney un tecnico restauratore follemente innamorato del
soggetto femminile del quadro al quale sta lavorando.
Gli altri personaggi del libretto originario sono trasformati in opere
d'arte viventi che letteralmente escono dalla tela per iniziare ad interagire
con il mondo reale.
Ecco quindi che l'azione diventa un racconto surrealista, popolato da
personaggi vivi dipinti da Botero, Goya o Magritte. L'interazione tra i due
mondi, crea situazioni che sono a volte poetici, a volte comici ma sempre
comunque avvincenti. Lo spettacolo visivo culmina con l'apertura della grande
mostra in cui, uno ad uno, tutti i personaggi in scena prendono il loro posto
nel sontuoso tableau vivant ricreato per ricostruire la scena del dipinto di
Francois Gèrard “L' incoronazione di Carlo X” del 1825 sul quale poi verrà
proiettato l'originale, concludendo l'opera con il party di Madama Cortese per
l'acquisizione del nuovo dipinto alla galleria.
Se dal punto di vista visivo, lo spettacolo è stato entusiasmante,
musicalmente ci ha regalato veri momenti di altissima professionalità, a
cominciare dalla direzione di Stefano Montanari alla
guida della Nederland Kamerorkester. Seduto al fortepiano dal quale ha
accompagnato anche i recitativi, Montanari ha saputo dare la sua impronta
personale ad una partitura marchiata dal confronto con la direzione tesissima e
brillante di Abbado. Montanari sceglie tempi e agogica personalissimi che se,
smarcandosi dalla concezione di Abbado possono risultare spesso in difetto o
addirittura sbagliati in certi punti, a noi sono risultati eccezionali. Il
suono poi degli strumenti barocchi, soprattutto gli ottoni, ci ha regalato
quell'aura originale di una partitura che solo chi era presente il 19\6\1825
potrebbe dire giusta. Montanari ricerca e cesella ogni singola nota con la
precisione del mirabile concertista quale egli è, scegliendo di riaprire i
tagli del coro “L'allegria è un sommo bene” desunto dal Maometto II e delle
“arie da ballo” nella scena finale.
Sul versante vocale
sugli allori la Corinna di Eleonora Buratto, voce
pulitissima, mai una sbavatura, accentuazione vocale impareggiabile, fraseggio
(e la sua improvvisazione nel finale è quanto di più impegnativo si possa
immaginare) esemplare, la Buratto si rivela una cantante formidabile che ci
darà sicuramente molte soddisfazioni.
Molto brava anche Nino Machaidze nell'ingrata parte
di Folleville, canta la sua aria con la desueta precisione pur rivelando un'
appesantimento nella sua voce dovuto probabilmente alla virata verso un
repertorio più pesante nei suoi più recenti impegni.
La Madama Cortese di Carmen
Giannatasio canta i suoi interventi con la precisione e la cura
che le abbiamo sempre riconosciuto, ma anche per lei la scrittura rossiniana
comincia a diventare un poco stretta.
Anna Goryachova è una
bellissima e giovanissima Melibea dalla voce precisissima e incredibilmente
dotata di un volume non indifferente che la fanno arrivare sicura alla fine dei
suoi interventi.
Michael Spyres ha delineato il suo Libenskof in maniera eccellente,
incorniciando la sua aria finale “Onore, gloria ed alto omaggio” con canto
agile, fervido e slanciato.
Juan Francisco Gatell è un iperattivo Belfiore che canta
i suoi due duetti amorosi con perfetta precisione nelle agilità e nel canto di
grazia.
Nonostante
un'annunciata indisposizione, Roberto Tagliavini ha cantato con la consueta
preparazione e senza il minimo inficimento la sua difficilissima aria.
Bruno De Simone ha interpretato con la maestria e la
preparazione da fuoriclasse quale è la breve parte del Barone Trombonok.
Un affaticato Nicola Ulivieri ha eseguito la sua
aria “medaglie incomparabli” con difficoltà evidente, riuscendo comunque grazie
all'esperienza acquisita a terminare la serata con dignità.
Ottima la preparazione
di tutti gli interpreti cosidetti “minori” ma che di minore hanno solamente la
durata della parte cantata: Teresa Iervolino(Maddalena), Mario
Cassi (Don Alvaro), Biagio Pizzuti (Don
Prudenzio), Carlos Cardoso (Don Luigino), Maria
Fiselier (Delia), Florieke Beelen (Modestina), Jeroen
De Vaal (Zefirino), Tomeo Bibiloni (Antonio).
Eccellentissimi gli interventi del coro della Dutch National Opera diretto
da Ching Lien Wu.
Successo calorosissimo per tutti da parte di un caloroso e partecipe
pubblico in gran parte composto da giovani sotto i 30 anni.
Pierluigi Guadagni
LA PRODUZIONE
Direttore Stefano Montanari
Regia Damiano Michieletto
Scene Paolo Fantin
Costumi Carla Teti
Lighting
design Alessandro Carletti
GLI INTERPRETI
Corinna Eleonora Buratto
La Marchesa
Melibea Anna Goryachova
La Contessa
di Folleville Nino Machaidze
Madama
Cortese Carmen Giannattasio
l Cavaliere
Belfiore Juan Francisco Gatell
Il Conte di
Libenskof Michael Spyres
Lord Sidney Roberto Tagliavini
Don Profondo Nicola Ulivieri
Il Barone di
Trombonok Bruno De Simone
Don Alvaro Mario Cassi
Don Prudenzio Biaggio Pizzuti
Don Luigino Carlos Cardoso
Delia Maria Fiselier
Maddalena Teresa Iervolino
Modestina Florieke Beelen
Zefirino Jeroen de Vaal
Antonio Tomeu Bibiloni
Coro Dutch National Opera
Nederland Kamerorkester.
Foto Dutch National Opera