giovedì 1 gennaio 2015

CONCERTO DI CAPODANNO AL TEATRO LA FENICE DI VENEZIA – 30/31 dicembre 2014, 1 gennaio 2015

Con un Concerto di Capodanno dal ricco programma si chiude e si apre l’anno solare alla Fenice di Venezia, caratterizzato come di consueto da una prima parte riservata al pubblico in sala ed una seconda parte estesa al pubblico televisivo, che si conclude con il coro del Nabucco ed il brindisi della Traviata di Giuseppe Verdi. Protagonisti di questa edizione il giovane Maestro inglese Daniel Harding alla testa dell’Orchestra della Fenice, gradito ritorno dopo il concerto del 2010/11, il soprano Maria Agresta, di recente applaudita in Simon Boccanegra proprio su questo palcoscenico, e l’atteso tenore Matthew Polenzani.

La prima sezione è dedicata a Beethoven con una ouverture che celebra guarda caso proprio il teatro, Die Weihe des Hauses  (la consacrazione della casa, qui intesa come teatro), ove viene sottolineata proprio la quasi sacralità dell’avvenimento per cui fu eseguita in primis nel 1822, ossia la riapertura dello Joseph-stadt Theater di Vienna. Ed è soprattutto questo carattere di ‘solennità’ profana che affiora dall’esecuzione dell’orchestra per questo lavoro, già nelle prime battute e persistente per tutto il pezzo. La Sinfonia n.8 in fa maggiore, precedente di circa dieci anni, è considerata da molti come un ritorno al settecento di cui piuttosto ne è un elaborato sviluppo se non addirittura una parodia, per la giocosità dei temi, la leggerezza che se ne esala e la sua irresistibile ballabilità. Il Maestro Harding guida le varie sezioni con morbidezza e gesto delicato, da cui deriva un suono raffinato e ricco. In questo caso è parso però che la partitura potesse essere ulteriormente ‘masticata’ per coglierne a pieno carattere e dinamicità.

Con Rossini e la sinfonia de La gazza ladra si cambia decisamente registro: dopo l’introduzione aperta dai tamburi dal tono piuttosto imperioso, quasi una sottolineatura delle singole note ad  esaltarne la componente maestosa, si passa ad un tocco di leggerezza ed un impeto  brioso  che arricchiscono l’impasto di insieme fino allo sfociare nel crescendo finale. L’orchestra trova nuova linfa e sembra decollare nelle mani del direttore.

Breve intermezzo potremmo definire ‘D’immenso giubilo’ eseguito dal coro feniciano,  tratto da un momento di apparente felicità in un’opera marcatamente fosca e drammatica quale Lucia di Lammermoor, che sancisce il passaggio verso la parte cantata dagli interpreti solisti.

Con Puccini e la conclusione del primo atto de ‘La bohème’ si entra nel vivo del concerto. Matthew Polenzani esordisce con ‘Che gelida manina’: la sua è una voce salda e sa imprimere degna espressività al canto.  Maria Agresta dà il meglio di sé con il classico ‘Mi chiamano Mimì’: il suo strumento si fa morbido, il fraseggio impeccabile e l’interpretazione sentita fin quasi alle lacrime. Il duetto ‘O soave fanciulla’ chiude il momento idilliaco con il consueto sparire della coppia tra le quinte. Ed è qui in particolare che l’orchestra si è resa protagonista ed al tempo stesso perfetta cornice per i solisti, creando sonorità vellutate e offrendo colori molteplici, sottolineando pause, dosando con intelligenza i crescendo, come se il respiro dei cantanti fosse all’unisono con il direttore.

Per la sezione dedicata a Verdi, quasi un divertissement per il soprano Agresta la sua ‘Sempre libera’ da La Traviata, per l’occasione dal ritmo particolarmente serrato, come a sottolineare il vortice di pensieri che affollano la mente della giovane festaiola.
Polenzani imprime invece gravità e sentimento alla sua ‘Quando le sere, al placido’ dalla Luisa Miller.

Momenti di deliziosa esaltazione orchestrale con il  Boogie-woogie di Nino Rota da Napoli Milionaria, un omaggio ad Eduardo De Filippo, ed il Can-can della Danza delle ore dalla Gioconda di Ponchielli. Il suono si fa scintillante e carico di vitalità, l’orchestra è coinvolgente.

E balzando da un’epoca e l’altra non potevano mancare i due ‘mast’ del concerto, come detto ‘Va pensiero’, cui va reso merito a coro ed orchestra per la particolare leggerezza con cui è stato eseguito, ed il brindisi della Traviata con i solisti, bissato a furor di una platea parecchio festosa e soddisfatta.

Maria Teresa Giovagnoli



PROGRAMMA

Ludwig van Beethoven
Die Weihe des Hauses 
Ouverture, op. 124

Sinfonia n.8 in fa maggiore op. 93

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Gioachino Rossini
La gazza ladra: Sinfonia

Gaetano Donizetti
Lucia di Lammermoor: «D’immenso giubilo»

Giacomo Puccini
La Bohème: «Che gelida manina» - «Mi chiamano Mimì» - «O soave fanciulla»

Nino Rota
Napoli Milionaria: Boogie-woogie

Amilcare Ponchielli 
La Gioconda: Can-can dalla Danza delle ore

Giuseppe Verdi
Luisa Miller: «Quando le sere, al placido»
La traviata: «Sempre libera degg’io»
Nabucco: «Va’ pensiero sull’ali dorate»
La traviata: «Libiam ne’ lieti calici»  


direttore          Daniel Harding

soprano           Maria Agresta
tenore              Matthew Polenzani

Orchestra e Coro del Teatro La Fenice



Maestro del Coro Claudio Marino Moretti









FOTO MICHELE CROSERA