Nel lontano 1875 l’Opera-Comique di Parigi ospitò per la prima
volta quella che è attualmente l’opera
più conosciuta di Georges Bizet. Il soggetto, ispirato dal racconto ‘Carmen’ di
Merimée, narra vicende che non hanno tempo: l’amore non corrisposto, la
passione, la violenza.
Quella che è stata rappresentata
all’Arena di Verona è una produzione all’insegna di Franco Zeffirelli, che ne ha curato sia la regia che le scene, ed
il risultato è di grande impatto, tanto che il pubblico ne resta sempre
colpito, pur non essendo una novità per la Fondazione veronese. Dietro un colorato sipario componibile che scompare dietro le quinte ad ogni inizio atto, si svelano ai lati due edifici che incorniciano una
base fissa che serve a rappresentare, di volta in volta, la piazza del mercato di
Siviglia per il primo atto, la taverna di Lillas Pastia, che ospita il secondo
atto, il paesaggio di montagna per il terzo atto, ed infine la Plaza de Toros nel
quarto atto, con un grande Crocifisso al centro che si eleva da una scalinata
circondata da lampioni. Intorno alla scena principale, a seconda della vicenda,
si alternano pannelli con diverse raffigurazioni. Il coro e le comparse
occupano tutto lo spazio a disposizione, e talvolta fanno il loro ingresso sul
palco anche cavalli ed asini. Il tutto accompagnato dai bellissimi costumi di Anna Anni, che colorano ed
impreziosiscono una produzione davvero importante.
Il cast è di grande
rilievo internazionale: il mezzosoprano Anita
Rachvelishvili è una Carmen intensa, appassionata, che entra in scena scendendo
dalle gradinate dell’Arena come un’apparizione folgorante, ed attira su di sé gli
sguardi ammirati del pubblico, per poi fermarsi al centro del palco ed
incantare ancor più con la sua voce inconfondibile: calda, corposa, dal colore
scuro e profondamente incisiva. La cantante georgiana fa capire la sua abilità
nella famosissima ‘Habanera’, che ha generato entusiasmo vivo tra il pubblico, diverte
con ‘Près des remparts de Séville’, a cui si aggiunge con fermezza il tenore Alejandro Roy nelle vesti di Don Josè, e
lascia quasi senza fiato l’intensità del suo incontro-scontro con questi nell’ultimo
atto. Il mezzosoprano convince in ogni suo movimento, azione scenica, mostrando
incredibili capacità recitative. Un ruolo su misura per le sue doti.
Ben le si accompagna il
personaggio di Micaela, eseguito in modo efficace da Ermonela Jaho. Il soprano ha catturato l’attenzione degli
appassionati presenti in sala con la sua bella voce ben modulata, che si muove
agevolmente fra le note sempre in modo sicuro e ben calibrato. Commuove con i
suoi pianissimo, offre un intenso duetto con Don José, in ‘Parle-moi de ma
mère!’, e incanta in ‘Je dis que rien ne m'épouvante’, lungamente applaudito al
termine.
Un appassionato Don
José è Alejandro Roy, padrone del
palco e del suo ruolo, dalla voce chiara che offre acuti ben sostenuti, riceve
applausi di approvazione tutta la serata, per ottenere un particolare apprezzamento dal
pubblico nel finale, ove le sue capacità attoriali sono degnamente evidenziate.
Intenso e sentito il suo grido ‘Eh bien, damnèe!’, preludio alla tragedia
subito in atto, mentre il coro inneggia al Toreador in lontananza.
Ben si è comportato
anche il basso Alexander Vinogradov nel
ruolo di Escamillo, ‘Votre toast, je peux vous le rendre’, ha ben presentato la
sua vocalità, molto attento al suono di ogni singola parola; inoltre le sue
doti interpretative gli hanno permesso di rappresentare un Toreador sicuro e
disinvolto sulla scena.
Si sono fatti valere,
tra gli altri, anche Elena Borin e Milena Josipovic, rispettivamente nei
ruoli di Frasquita e Mercedes.
L’orchestra diretta da Julian Kovatchev è stata l’altra grande protagonista della serata. Il
Maestro tiene in pugno l’organico con grande attenzione ad ogni dettaglio. Il
suo gesto è chiaro, preciso, morbido ove la melodia lo richieda e fluido nell’
accompagnare e quasi sostenere fisicamente le note, come nel celebre preludio
al terzo atto. Ovazioni e grande apprezzamento alla fine della rappresentazione
non potevano mancare.
Anche il coro diretto
da Armando Tasso ha degnamente accompagnato
questa rappresentazione ben partecipando anche scenicamente alle vicende
susseguitesi, e molto ben si è comportato il coro voci bianche A.Li.Ve. di Paolo Facincani.
Particolarmente apprezzati
i balletti eseguiti dal Corpo di Ballo
dell’Arena diretto da Maria Grazia
Garofoli e dal balletto spagnolo Lucia
Real & El Camborio, con coreografie di El Camborio riprese da Lucia
Real.
Anche in questo caso, a
suggellare un’altra serata di grande spettacolo, dalle gradinate qualcuno ha
esclamato: ‘Viva Bizet!!’.
MTG
LA PRODUZIONE:
Direttore
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Julian Kovatchev
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Regia e scene
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Franco Zeffirelli
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Costumi
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Anna Anni
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Coro voci bianche
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A.Li.Ve.
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Direttore voci bianche
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Paolo Facincani
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Primi ballerini ospiti
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Rosa Zaragoza/Josè Porcel/ Lucia
Real
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Balletto spagnolo di
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Lucia Real & El Camborio
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Compagnia di flamenco
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Claudia Cosentino
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ORCHESTRA E CORO DELL'ARENA DI VERONA
GLI INTERPRETI
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