Come tutti i drammi
storici, la Maria Stuarda di Gaetano Donizetti possiede un fascino intrinseco che
va aldilà di qualsiasi allestimento scenico, per la straordinaria forza
musicale, la drammaticità delle vicende, e soprattutto per la grandezza della
sua protagonista, regina nell’animo oltre che del suo popolo. Un’opera che ebbe
una gestazione molto complicata, con i continui tagli, pasticci e
rimaneggiamenti dovuti alla censura dell’epoca, e soprattutto per il tema
scottante dell’uccisione di una regina cattolica per ordine della protestante
Elisabetta. Fu finalmente il 30 dicembre 1835 che la grande Maria Malibran interpretò il ruolo della monarca scozzese nella
prima esecuzione assoluta dell’opera.
Non solo dramma
politico e religioso, ma soprattutto dramma d’amore nella visione del regista Federico
Bertolani, che interpreta il pensiero donizettiano sottolineando che è
il cuore dello stesso uomo che unisce e divide inesorabilmente le due regine,
il conte di Leicester, e la narrazione punta soprattutto sui sentimenti e gli
stati d’animo delle due donne prima dell’esecuzione di Maria Stuarda. Una visione
fosca, in cui il buio della scena creata da Giulio Magnetto fa da
protagonista assoluto, quasi a riempire quel palco pressoché vuoto, in cui
soltanto un cubo nero è presente al centro come simbolo della prigionia di
Maria, dal primo all’ultimo atto, ad ossessionare Elisabetta, la regina empia,
bastarda, in opposizione alla cugina bella, figlia legittima e amata da subito
dal pubblico, ma soprattutto dal ‘suo’ Leicester. Cupi anche i costumi di Manuel
Pedretti, con la sola eccezione di Maria in abiti bianchi che
sottolineano il contrasto con la regina rivale.
Regina vera della
serata è stata una straordinaria Mariella Devia, che padroneggia
questo ruolo ormai da anni e possiede una naturale regalità che la consacra
come una delle interpreti più adatte e di sicuro riferimento per il ruolo della
sovrana di Scozia. La scena è in suo potere, così come rapito è il pubblico in sala, che le ha tributato
applausi lunghissimi dopo ogni esecuzione, specialmente per il duetto con Roberto
e per quello ‘della confessione’ con Talbot. Un’Artista che padroneggia la
sua voce a suo piacere, e se anche in alcuni passaggi si è mostrata più cauta
del solito, forse dovuto anche ad un po’ di stanchezza, è stata capace di
regalare ancora impressionanti acuti, virtuosistiche scale e pianissimo
commuoventi, come solo una regina della lirica può fare.
La rivale Elisabetta d’Inghilterra
è stata interpretata da Josè Maria Lo Monaco. La giovane
cantante ha sicuramente interpretato il ruolo con generosità che è stata
premiata dal pubblico, nonostante la sua voce non sembri propriamente adatta a
questo tipo di personaggio, che in taluni momenti necessiterebbe di una maggiore scioltezza ed estensione tale da donare più carattere all'interpretazione.
Un buon Dario
Schumunck ha reso il carattere del conte Roberto con presenza scenica
ed una voce piuttosto in forma ieri sera, caratterizzata da un bel colore
chiaro e una certa sicurezza esecutiva, anche nei passaggi più impervi della
partitura.
Si è distinto
positivamente Mirco Palazzi, che ha saputo rendere con efficacia il
personaggio di Talbot sia vocalmente, grazie ad una voce corposa e ben gestita,
che dal punto di vista interpretativo. Buona la prova di Diana Mian e Marzio
Giossi, vocalmente adatti e ben calati rispettivamente nei ruoli di Anna
Kennedy e del tesoriere Cecil.
Ad accompagnare la
recita l’Orchestra ed il bravo coro del Bergamo Musica Festival. Il Maestro Sebastiano
Rolli alla guida ha offerto una direzione
orchestrale ‘di cuore’ e stabilito un buon rapporto con musicisti e cantanti,
cercando anche di mantenere certi suoni contenuti in modo da non sovrastare i
cantanti sul palco.
Che il pubblico abbia
apprezzato quanto visto lo si è evinto dai lunghissimi applausi al termine della
rappresentazione, e dalle numerose richieste di bis alla protagonista. Una
serata positiva per il Teatro Sociale di Rovigo che firma una bella collaborazione
con il Bergamo Musica Festival Gaetano Donizetti.
MTG
MTG
LA
PRODUZIONE
Maestro
concertatore Sebastiano Rolli
e direttore d’orchestra
e direttore d’orchestra
Regista Federico Bertolani
Scene Giulio Magnetto
Costumi Manuel Pedretti
Light
designer Claudio Schmid
Maestro
del coro Fabio Tartari
GLI
INTERPRETI
Maria
Stuarda Mariella Devia
Elisabetta Josè Maria Lo Monaco
Anna
Kennedy Diana Mian
Roberto Dario Schumunck
Giorgio Talbot Mirco Palazzi
Lord Guglielmo Cecil Marzio Giossi
Giorgio Talbot Mirco Palazzi
Lord Guglielmo Cecil Marzio Giossi
ORCHESTRA
E CORO DEL BERGAMO MUSICA FESTIVAL
Nuova
produzione e nuovo allestimento
Bergamo Musica Festival Gaetano Donizetti
e Teatro Sociale di Rovigo
Bergamo Musica Festival Gaetano Donizetti
e Teatro Sociale di Rovigo