giovedì 19 febbraio 2015

DON PASQUALE, G. DONIZETTI – GRAN TEATRO LA FENICE DI VENEZIA, mercoledì 18 febbraio 2015

Risulta quanto mai piacevole la ripresa del Don Pasquale di Donizetti al Teatro la Fenice di Venezia, nell’allestimento di Italo Nunziata che ambienta la vita agro-dolce dell’attempato buon partito in una azienda tessile degli splendidi Anni Trenta del secolo scorso, ispirandosi anche alle immagini cinematografiche note di quegli anni. Tra le mura dell’impresa ‘Manifatture da Corneto e figli’ si alterna il personale al servizio del burbero Don Pasquale, tra le cui segretarie in divisa vi è proprio la bella Norina che spasima per il nipote.  In stile tradizionale ma non obsoleto, tutti gli ambienti di Pasquale Grossi che firma anche i costumi in stile, sono perfettamente integrati agli atti in essere per una regia che davvero offre tanti spunti a ciascun personaggio, rendendolo ognuno unico a suo modo. Niente è fuori posto, le scene scorrono fluide trasformando gli uffici nella bella casa dello scapolone e poi in un giardino delicato per il terzo atto. Certo non mancano momenti di amarezza, la trama stessa dell’opera lo richiede, ma il tutto è condito con tale delicatezza che allo spettatore resta alla fine una sensazione molto serena. Persino le luci di James Patrick Latronica si pongono al servizio degli eventi, cosa che non sempre riesce come qui.

Il cast ha visto trionfare nel ruolo principale l’acclamatissimo Roberto Scandiuzzi. Il carismatico trevigiano ha intagliato un Don Pasquale decisamente istrionico che è in grado di coniugare presenza scenica ed interpretazione vocale ottenendo un personaggio per nulla sconfitto dai raggiri subiti, ma anzi rafforzato moralmente e potremmo dire anche divertito da tutta la situazione. In fin dei conti è pur sempre un uomo d’affari che conduce una bella vita di cui proprio non si può lamentare. Sfrutta al meglio le possibilità della sua voce caldissima e dal colore davvero particolare, che riesce a brillare pur in una esecuzione non sempre perfettissima.

La furba Norina è una deliziosa Barbara Bargnesi: la sua voce delicatamente acuta unitamente alla verve di cui è dotata le consentono di tracciare un personaggio giustamente furbetto, dalle movenze sia fisiche che diremmo vocali, appropriate al ruolo. C’è da dire che il regista le ha reso vita ancor più facile consentendole di adoperare tutte quelle ‘mossette’ nient’affatto banali che il soprano ha potuto sottolineare appunto anche col canto.

Di Alessandro Scotto Di Luzio ricordiamo prove migliori in altre occasioni. Il suo Ernesto è accorato ed ingenuo allo stesso tempo, ma secondo noi non è sostenuto da una prova vocale omogenea lungo  tutta la performance, il che ci avrebbe fatto apprezzare di più il personaggio.
Osiamo dire fantastico il Dott. Malatesta di Davide Luciano. Ottimo il fraseggio, sottolinea ogni singola parola con accento e carattere impressionanti tenendo perfettamente il ritmo con l’orchestra. Valorizza davvero il suo ruolo che ci risulta positivo pur nella sua ‘truffaldaggine’.
A completare il cast nella figura del Notaio Matteo Ferrara.

Nelle vesti di concertatore il Maestro Omer Meir Wellber, sempre più presente alla guida dell’orchestra feniciana, con la quale dobbiamo dire che il feeling diventa sempre più stretto. Potremmo descrivere la sua conduzione in maniera duplice. Innanzitutto ha sfoderato il suo stile inconfondibile: molto dinamico, certo partecipe degli eventi e di sicuro impatto anche ‘visivo’. In qualche punto abbiamo notato un leggero sfasamento ritmico tra buca e palco, soprattutto nel primo atto; ma c’è da dire che ci ha convinto dal punto di vista interpretativo e per come ha compattato le sezioni orchestrali in funzione di un suono nell’insieme ricco, omogeneo ed anche coinvolgente.
Bene come sempre il coro spiritoso e preparato da Claudio Marino Moretti.
Pubblico numeroso, che nonostante il Carnevale fosse appena terminato non ha rinunciato a deliziarci con la presenza di alcuni costumi particolarmente notevoli. Applausi per tutti gli interpreti e soddisfazione generale.

Maria Teresa Giovagnoli



LA PRODUZIONE

direttore                     Omer Meir Wellber 
regia                           Italo Nunziata 
scene e costumi          Pasquale Grossi
light designer             James Patrick Latronica
assistente alla regia   Giacomo Benamati
maestro del coro       Claudio Marino Moretti

GLI  INTERPRETI

Don Pasquale            Roberto Scandiuzzi
Il dottor Malatesta   Davide Luciano
Ernesto                      Alessandro Scotto Di Luzio
Norina                       Barbara Bargnesi
un notaio                   Matteo Ferrara




Orchestra e Coro del Teatro la Fenice
maestro del Coro Claudio Marino Moretti

con sopratitoli in italiano e in inglese
allestimento Fondazione Teatro La Fenice








Foto Michele Crosera per il Teatro La Fenice