Champagner
hat's verschuldet,
La la la...
Was wir heut' erduldet,
La la la...
Was wir heut' erduldet,
La la la...
Il New National Theatre
di Tokyo presenta una stagione d'opera e balletto da fare invidia ai più importanti
teatri europei, con cast di primissimo piano e titoli interessantissimi per un
pubblico, quale quello giapponese, entusiasta e famelico di cultura musicale
che da noi è solo uno sbiadito ricordo di anni lontani.
L'attenzione che
il popolo giapponese presta all'opera si manifesta in un teatro perennemente
sold out, in una organizzazione tecnico\musicale ambiziosissima e nel saper
chiamare cast che si ascoltano normalmente a Bayreuth come alla Scala o al
Metropolitan.
Nel mese di
Febbraio è stato messo in scena Die Fledermaus di Johann Strauss II già
proposto nello stesso teatro nel 2006.
Die Fledermaus incarna lo spirito stesso del genere fondendo intimamente
la musica - il valzer - alla brillante commedia che fornisce la trama. Ricca di
smaglianti melodie che si annunciano fin dalla famosa ouverture, Die Fledermaus diverte e
affascina per la situazione in cui la vicenda è collocata: una festa mascherata
dove ognuno è un altro, dove tutto si confonde in un crescendo di situazioni
comiche sino allo scioglimento finale, dove tutti brindano alla burla.
Chiamato a
cimentarsi nella messinscena di un'opera, l'acclamato tenore Heinz
Zednick, impareggiabile Mime nel Ring del centenario di Bayreuth
diretto dalla coppia Chereau\Boulez, sa guidare con mano navigata ed esperta,
una compagnia di canto che lo segue alla lettera in una messinscena
spumeggiante e tradizionale, dove tutti gli interpreti, dal primo all'ultimo,
coro incluso, sanno tenere altissima la frenesia musicale unita ad una
performance attoriale richiesta senza cedimenti da Strauss, inserendo nei
dialoghi parlati elementi d'attualità giapponese in lingua locale che hanno
saputo divertire il pubblico.
Molto belle e
funzionali le scenografie e i costumi di Olaf Zomboeck che si rifanno al
periodo della Sezessionstil viennese, con richiami alle opere di Klimt e
all'utilizzo di materiali tipici di quell'epoca come il vetro smaltato e il
bassorilievo bronzeo.
Adrian
Eroed, si dimostra ancora una volta superbo cantante e splendido
attore. Nella parte di Gabriel, sfodera le sue innate e fuori dal comune
capacità attoriali unite ad una precisione vocale superlativa dimostrandosi
degnissimo erede di quei gloriosi cantanti come Prey, Waechter, Berry che lo
hanno preceduto in questo ruolo.
La Rosalinde di Alexandra
Reinprecht pur dimostrando grande partecipazione e notevole
disinvoltura in scena, è apparsa molto affaticata in un ruolo quale il suo che
richiede un dispiego di energie vocali non indifferente. Voce spesso sfibrata
ma di notevole volume, ha affrontato con difficoltà la sua parte, arrivando
alla difficilissima “Klaenge der Heimat” nel secondo atto, con evidente
affanno.
Bravissimo Horst
Lamnek nella parte del direttore delle carceri Frank, con disinvoltura
e consumate doti da attore, fa divertire il pubblico nella scena del
travestimento da Chevalier Chagrin.
Sottotono Manuela
Leonhartsberger nella parte di un Prinz Orlofsky manierato ed inutilmente
macho, canta comunque con bella voce brunita la sua aria “Ich lade gern mir
Gaeste ein” strappando l'applauso del pubblico.
Bella la voce
squillante ed eroica di Murakami Kota nella parte
dell'innamorato Alfred.
Klemens
Sander sa essere un Dr.Falke convincente ed affascinante, complice una
bellezza fisica non indifferente unita ad una voce suadente.
L'Adele di Jennifer
O'Loughlin si distingue per freschezza di voce e agilità perfette oltre
che per una spigliatezza scenica adorabile, la sua “Spiel ich die Unschuld vom
Lande” scorre elegante e divertentissima.
Okubo
Mitsuya è un Dr. Blind spassosissimo che perde in continuazione la sua
buffa parrucca ocra, emergendo spavaldamente nel terzetto “Nein, mit solchen
Advokaten” al primo atto.
Corretti e
precisi Frosch (Boris Eder) e Ida (Washio Mai).
Alfred
Eschewé dirige con mano sicura e competentissima grazie alla sua
pluriennale esperienza quale direttore principale della Wien Volksoper, seguito
da una Tokyo Symphony Orchestra in forma smagliante che non ha fatto
rimpiangere le più blasonate orchestre austriache, specialiste in questo
repertorio.
Funzionali e
ipertradizionali le coreografie di Maria Luise Jaska eseguite dal Tokyo
City Ballet con precisione e professionalità.
Successo
travolgente da parte di un pubblico al solito entusiasta e felicissimo.
Pierluigi Guadagni
LA PRODUZIONE
Direttore d’orchestra Alfred Eschwé
Regia Heinz Zednik
Scene &
Regia Heinz Zednik
Scene &
Costumi Olaf Zombeck
Coreografie Maria Luise Jaska
Lighting Design Tatsuta Yuji
Coreografie Maria Luise Jaska
Lighting Design Tatsuta Yuji
GLI INTERPRETI
Gabriel Von Eisenstein Adrian
Eröd
Rosalinde Alexandra Reinprecht
Frank Horst Lamnek
Prinz Orlofsky Manuela Leonhartsberger
Alfred Murakami Kota
Dr. Falke Klemens Sander
Adele Jennifer O'loughlin
Dr. Blind Okubo Mitsuya
Frosch Boris Eder
Ida Washio Mai
Coro New National Theatre Chorus
Orchestra Tokyo Symphony Orchestra
Photo:cortese concessione/courtesy of TERASHI Masahiko/New National Theatre,Tokyo
Rosalinde Alexandra Reinprecht
Frank Horst Lamnek
Prinz Orlofsky Manuela Leonhartsberger
Alfred Murakami Kota
Dr. Falke Klemens Sander
Adele Jennifer O'loughlin
Dr. Blind Okubo Mitsuya
Frosch Boris Eder
Ida Washio Mai
Coro New National Theatre Chorus
Orchestra Tokyo Symphony Orchestra
Photo:cortese concessione/courtesy of TERASHI Masahiko/New National Theatre,Tokyo