Cento
recite e dieci anni dalla prima rappresentazione della Traviata targata Robert Carsen sono un traguardo che la Fenice di Venezia ha
voluto festeggiare con la doppia inaugurazione di stagione d’opera,
dopo il fortunatissimo Simon Boccanegra, con relativo taglio di torta il giorno della prima.
Siamo stati all’ultima replica e
nonostante gli anni passino questo allestimento appare sempre fresco ed attuale, sì da ottenere ogni volta un
intramontabile successo di pubblico.
Il
regista non nasconde, anzi sottolinea più volte il ‘mestiere’ della protagonista,
ora con uomini che le ronzano intorno porgendole denaro, ora rendendo il denaro
stesso protagonista in scena con banconote che volteggiano nell’aria. Vita effimera
quella di Violetta, caduca come le foglie degli alberi che invadono il suolo
nel secondo atto, e come le stesse banconote, che rendono felici solo per un
momento, ma non sono in grado di curare il male profondo che inesorabile tronca
la vita della bella parigina. Naturalmente la scenografia di Patrick
Kinmonth , che firma anche i bellissimi e sgargianti costumi,
si rende al servizio del regista, alternando ambienti ricchi e colorati con altri
essenziali che sottolineano l’alternanza delle fortune dei protagonisti ed
anche dei loro stati d’animo. La stanza cadente e spoglia dell’ultimo atto testimonia
quanto ormai il vuoto circondi la sventurata sia materialmente che
interiormente, senza più la speranza di ‘un avvenire migliore’.
Tra i must di questo allestimento vi sono
i balletti in stile cowboy sexy per la festa di Flora, che possono non piacere
a tutti, ma noi troviamo sempre divertenti e soprattutto in linea con quanto
Carsen vuole rappresentare: l’alternanza appunto di gioia e follie, col dolore
che immediatamente segue.
Un allestimento così denso necessita di
un cast di grandi capacità attoriali che completino la preparazione musicale. Luci
ed ombre sull’edizione di quest’anno.
Francesca
Dotto è
stata una Violetta di sensibilità particolare. Il giovanissimo soprano ha una
linea di canto uniforme e una voce dal colore gradevolissimo che siamo sicuri le porteranno questo ruolo sempre
più in gola ed anche nel cuore, sì da offrirne ancor più le complesse
sfaccettature. Già nella scena della lettera di Germont la sua voce è parsa ‘sentire’
e soffrire come Violetta. Per lei un vero trionfo a fine rappresentazione.
Non colpisce particolarmente l’Alfredo
di Leonardo
Cortellazzi che
precedentemente si è fatto apprezzare in altro repertorio. In questo ruolo sembra
soffrire i volumi dell’orchestra e non ci è parso entrare completamente nel
personaggio.
Discreta la prova di papà Germont, alias
Marco
Caria, baritono dalla voce piuttosto ampia e
dal ricco colore.
Tra
i ruoli di contorno Elisabetta Martorana è stata una Flora di spirito, Annina
era Sabrina
Vianello, Francesco Milanese il
premuroso e compassato Dr Grenvil, Matteo Ferrara, Armando
Gabba e Massimiliano Chiarolla erano
rispettivamente il Marchese d’Obigny, il Barone Douphol e Gastone.
Come
sempre ottima la prova del coro affidato a Claudio Marino Moretti e fantastico
il corpo di ballo.
Alla testa dell’orchestra veneziana c’era
il direttore principale Diego Matheuz. Conoscendo il talento del Maestro
sudamericano ed avendolo già sentito in altre occasioni, ci aspettavamo, dopo diverse
edizioni, una maturazione ed un approfondimento nella gestione di una tale
colosso musicale. Purtroppo la sensazione di insieme è quella di un appiattimento
dei colori e soprattutto delle dinamiche, che non collimavano con gli eventi in
scena e talvolta apparivano generare un difficile dialogo con gli interpreti.
Maria Teresa Giovagnoli
LA
PRODUZIONE
Direttore Diego
Matheuz
Regia Robert Carsen
Scene e
Regia Robert Carsen
Scene e
Costumi Patrick Kinmonth
Maestro
Maestro
del
Coro Claudio Marino Moretti
GLI INTERPRETI
Violetta Francesca
Dotto
Alfredo Leonardo Cortellazzi
Germont Marco Caria
Flora Elisabetta Martorana
Annina Sabrina Vianello
Gastone Massimiliano Chiarolla
Barone Armando Gabba
Alfredo Leonardo Cortellazzi
Germont Marco Caria
Flora Elisabetta Martorana
Annina Sabrina Vianello
Gastone Massimiliano Chiarolla
Barone Armando Gabba
Douphol
Marchese Matteo Ferrara
Marchese Matteo Ferrara
d’Obigny
Dottor Francesco Milanese
Dottor Francesco Milanese
Grenvil
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
Allestimento Fondazione Teatro La Fenice
Allestimento Fondazione Teatro La Fenice
Foto Michele Crosera