Quando Victor Hugo
scrisse ‘ Le roi s’amuse’ nella prima metà del 1800, narrò le vicende reali del
libertino re di Francia Francesco I e della sua corte dissoluta. Da questo
dramma Giuseppe Verdi trasse spunto per la trama della sua opera che, insieme
alle altre due della cosiddetta Trilogia Popolare (Rigoletto, Traviata e
Trovatore), è una delle più rappresentate e di maggior successo ancora oggi. Così,
cambiando debitamente nomi e riferimenti, dalla corte di Francia si passò a
quella non più esistente di Mantova, dove a prender vita sono le storie del
povero gobbo e di sua figlia, che per amore di un uomo immeritevole, compie il
gesto di sacrificio fatale che concretizza la maledizione lanciata
sull’infelice genitore.
A Venezia la prima
dell’opera fu allestita l’11 marzo 1851. E ieri sera, ancora una volta, il
pubblico veneziano ha potuto godere di questa opera immortale. Il regista Daniele Abbado ha riproposto la
scenografia ideata nel 2010, estremamente essenziale per una ambientazione
contemporanea, sottolineata dai costumi di
Alison Chitty. Il palco
pressoché vuoto è semplicemente riempito con delle strutture rigide ed arcuate
che si muovono lungo la scena a formare porte o finestre, e gli unici effetti
visibili sono attuati dalle luci in toni piuttosto cupi. Molto spazio viene
dunque lasciato all’immaginazione di pubblico e protagonisti nel vivere i
drammi narrati.
Abbigliato come un
pagliaccio, Dimitri Platanias interpreta
un Rigoletto molto intenso ed appassionato, la cui recitazione ha suscitato forti
emozioni tra il pubblico. La sua voce baritonale è molto corposa, dal buon
volume, e scura, degna del suo ruolo. Grande intesa col personaggio di Gilda,
con cui è stato molto applaudito soprattutto nei duetti: ‘Figlia! Mio padre!’, nella celeberrima
‘Sì, vendetta, tremenda vendetta’, e nel commuovente finale. Al termine della
rappresentazione ha ricevuto una standing ovation da parte degli appassionati
in platea.
Gilda è
interpretata da una Desirée Rancatore profondamente immedesimata nel
personaggio. La sua voce inconfondibile è talmente duttile da cambiare notevolmente
a seconda di ciò che avviene in scena: super acuta nelle note più alte, riesce
a produrre dei pianissimo intensi e ben sostenuti nei momenti più delicati, per poi diventare
particolarmente corposa e scura nelle scene più drammatiche. La famosissima
aria ‘Caro nome’ è cantata con intensità interpretativa e tecnica vocale
davvero notevoli. La sua interpretazione della fanciulla illusa e delusa dall’amore
ha convinto ad ogni atto ed ha strappato molti applausi di ammirazione.
Gianluca Terranova, nel ruolo del Duca di Mantova, ha una voce molto chiara ed acuta. Anche se non particolarmente in linea con quanto il bravo tenore sappia offrire solitamente, ieri sera si è distinto soprattutto per le sue capacità attoriali, ben messe in luce dal personaggio del nobile seduttore, ed il pubblico ha ugualmente apprezzato le sue esecuzioni di ‘Questa o quella per me pari sono ’, del duetto con Gilda ‘È il sol dell'anima ‘, e de ‘La donna è mobile’. Buona l’intesa in scena col soprano Desirée Rancatore.
Applauditi ed apprezzati anche Gianluca Buratto ed Anna Malavasi, rispettivamente nei ruoli di Sparafucile e Maddalena. Molto ben interpretati i loro personaggi e davvero ottima la prova canora, con delle voci interessanti e convincenti.
Bella prestazione interpretativa e vocale è stata offerta anche, tra gli altri, da Elena Traversi, Luciano Batinic, e Luca Dall’Amico, rispettivamente nei ruoli della contessa di Ceprano, del conte di Monterone, e del conte di Ceprano.
Il coro del Teatro La Fenice diretto da Claudio Marino Moretti ha offerto ancora una volta una lodevole prestazione tecnica ed interpretativa, così come il corpo di ballo, che , con le coreografie di Simona Bucci ha offerto anche momenti di sensualità al pubblico in sala.
L’orchestra della Fenice guidata del maestro Diego Matheuz ha ben brillato ieri sera. Il direttore ha tenuto in pugno l’organico, ma sempre con un occhio ben attento ai cantanti. Ha saputo donare carattere di intensità e commozione alla musica, così come brillantezza e leggerezza, a seconda degli accadimenti in scena. Tanti gli applausi tributati alla sua conduzione.
MTG
LA
PRODUZIONE
Maestro
concertatore Diego Matheuz
e direttore
regia Daniele Abbado
regista collaboratore Boris Stetka
scene e costumi Alison Chitty
coreografia Simona Bucci
light designer Valerio Alfieri
e direttore
regia Daniele Abbado
regista collaboratore Boris Stetka
scene e costumi Alison Chitty
coreografia Simona Bucci
light designer Valerio Alfieri
GLI
INTERPRETI
Il duca di Mantova Gianluca Terranova
Rigoletto Dimitri Platanias
Gilda Desirée Rancatore
Sparafucile Gianluca Buratto
Maddalena Anna Malavasi
Giovanna Annika Kaschenz
Il conte di Monterone Luciano Batinic
Marullo Armando Gabba
Matteo Borsa Iorio Zennaro
Il conte di Ceprano Luca Dall’Amico
La contessa di Ceprano Elena Traversi
Un usciere di corte Antonio Casagrande
Gilda Desirée Rancatore
Sparafucile Gianluca Buratto
Maddalena Anna Malavasi
Giovanna Annika Kaschenz
Il conte di Monterone Luciano Batinic
Marullo Armando Gabba
Matteo Borsa Iorio Zennaro
Il conte di Ceprano Luca Dall’Amico
La contessa di Ceprano Elena Traversi
Un usciere di corte Antonio Casagrande
Un paggio della duchessa Emanuela Conti
ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO LA FENICE
ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO LA FENICE
Maestro del Coro Claudio Marino Moretti
con sopratitoli allestimento Fondazione Teatro La Fenice