Charles Gounod
14 Luglio 2012 - ore 21:15 -
Arena di Verona
Cosa pensare di Verona
e Shakespeare? Un connubio che da secoli contribuisce a diffondere e fare
apprezzare la cultura italiana nel mondo. Ecco che il capolavoro del sommo
poeta anglosassone viene magistralmente eseguito nel tempio delle notti
d’estate della città veneta. Un capolavoro che per la seconda stagione consecutiva
viene presentato al festival lirico areniano. Il regista Micheli e lo scenografo Sanchi
ci trasportano subito in un’atmosfera contemporanea e coloratissima: la
scenografia ci presenta una struttura circolare mobile su più livelli che si
posiziona al centro del palcoscenico proponendo una architettura che ricorda,
come è stato notato da molti, il Globe Theatre di Londra. Sopra ed intorno allo
stesso si alternano i personaggi, avvolti in un abbraccio alato che sovrasta la
scena dalle gradinate che spalleggiano il palcoscenico, in un continuo cambio
di luci molto colorate ed accattivanti.
Il soprano Aleksandra Kurzak
è a suo agio nei panni della giovane veronese, e si muove agilmente anche nei
particolarissimi costumi rigidi che la Aymonino ha pensato per il suo
personaggio. Quando intona la sua aria ‘Je veux vivre’, si è ormai compreso
che è totalmente calata nella parte e che per tutto il resto dell’opera saprà
renderle giustizia. Difatti ottime sono le doti interpretative che certamente
un ruolo del genere richiede, dalla spensieratezza iniziale, alla
drammaticità finale. La voce è agile e ben si destreggia anche nella lingua
francese, cosa non da tutte.
John Osborn
è veramente sorprendente nel ruolo di Romeo, magnifiche capacità canore,
interpretazione convincente, ottima l’intesa con ‘Juliétte’. La cavatina ‘Ah,
lève-toi, soleil! ‘ è eseguita con
passione e sicurezza. La scena del duello con Tebaldo tiene il pubblico col
fiato sospeso come se non fosse noto l’esito.
Particolarmente
apprezzata anche Eufemia Tufano nel ruolo di Stephano, soprattutto per le
capacità interpretative.
In generale tutto il
cast si è ben destreggiato tra capacità canore e recitazione: spiccano tra
gli altri, Elena Traversi in Gertrude, Francisco Corujo in
Tybalt, Paolo Antognetti e Artur Rucinski, rispettivamente
nei ruoli di Benvolio e Mercutio.
Il maestro Fabio
Mastrangelo ha dimostrato un’ottima intesa con l’orchestra e con i
cantanti. Gounod ha risuonato in tutto il suo splendore grazie alla perizia
ed agilità nel gesto del maestro, che
ha saputo dare la sua impronta con leggerezza ove occorreva, drammaticità nei
momenti cruciali, pur non essendo un’opera solitamente in repertorio per
l’organico veronese.
Il pubblico ha
applaudito, si è divertito, si è commosso, sino allo stupore nel coup de
théâtre finale, con l’uscita di scena
dei due protagonisti per mano incontro
al tragico destino, mentre chiedono perdono , e scomparendo nei corridoi del
teatro, non giacendo in palcoscenico, lasciando dunque solo immaginare il
finale ormai fin troppo noto..
Ben tornato
Shakespeare, e grazie ancora, Gounod.
MTG
La
produzione:
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