lunedì 18 novembre 2013

SECONDO CONCERTO DI VERONA LIRICA AL TEATRO FILARMONICO DI VERONA, domenica 17 novembre 2013

Seconda puntata della stagione 2013/14 per l’Associazione veronese che vanta un pubblico costantemente numeroso, tale da riempire il Teatro Filarmonico quasi come ad una prima d’Opera. Il concerto di Verona Lirica, presentato come sempre da Davide da Como, è stato introdotto dal consueto saluto da parte del presidente Giuseppe Tuppini, accompagnato questa volta da due esimi rappresentanti dell’Airc di Verona, che hanno anticipato e spiegato lo scopo benefico del prossimo concerto che sarà tenuto  in atmosfera natalizia, ove l’incasso delle offerte verrà completamente devoluto all’Associazione italiana per la ricerca volta a sconfiggere il cancro. Sul palco, accompagnati come sempre dal piano di Patrizia Quarta, quattro giovani: il soprano Pervin Chakar, il mezzosoprano Annunziata Vestri, il tenore Domenico Menini, il baritono George Andguladze, e dopo il grande successo dello scorso mese, il violinista Giovanni Andrea Zanon, tornato con sua sorella Beatrice Zanon, anch’essa violinista, col Maestro Pierluigi Piran al pianoforte.

Un concerto lungo e molto articolato che ha visto tutti i protagonisti impegnarsi al massimo, come sempre accade in occasioni così festose.

Il soprano Pervin Chakar ha eseguito dalla Lucia di Lammermoor di Donizetti la splendida ‘Regnava nel silenzio’; subito dopo il duetto d’amore dalla stessa opera con il collega tenore, ed infine dal Rigoletto di Verdi ‘Caro nome’. Per quanto difficili siano le arie proposte, con le ben note ed impervie agilità, filati, scale, ecc, possiamo dire che il soprano se l'è cavata, mostrando una voce uniforme e particolarmente squillante sull’acuto, pur non mostrando molta disinvoltura sul palco. Sicuramente ha cantato con impegno e generosità.

Altrettanto generoso è stato il tenore Domenico Menini, che ha mostrato invece una grande scioltezza nel muoversi e possiede uno strumento vocale forte e dal bel colore. Con cuore ha eseguito anche ‘Tombe degli avi miei’ sempre dalla Lucia, il duetto ‘T’amo..E' il sol dell'anima’ con il soprano, ancora da Rigoletto, e da Un ballo in Maschera di Verdi, la romanza di Riccardo ‘Forse la soglia attinse’. La sua voce, che  ha convinto il pubblico caloroso, è adatta a ricoprire ruoli drammatici, e sicuramente il bravo Menini può ottenere un suono ancora più naturale cantando maggiormente sul fiato.

George Andguladze dal Tannhäuser di Wagner ha offerto l’aria ‘O du mein holder Abendstern’ e successivamente dai Puritani di Bellini ‘Ah per sempre io ti perdei’. Queste due arie sono di una bellezza incredibile e richiedono una dolcezza interpretativa che forse il baritono non ha ancora profondamente colto. La sua voce può essere interessante anche se non ha un volume particolarmente incisivo.

Il mezzosoprano Annunziata Vestri, diversamente, ha il palcoscenico in pugno: si muove molto a suo agio, fa sfoggia della sua fisicità e conquista facilmente il pubblico con la sua voce tornita che si fa più particolare nel registro centrale, grazie alle celeberrime Habanera di Bizet e ‘O mio Fernando’ da La Favorita di Donizetti, nonché ‘Esser madre è un inferno’ dall’Arlesiana di Cilea.

Tutti insieme sul palco per il famosissimo quartetto dal Rigoletto: ‘Bella figlia dell’amore’, con Menini e Chakar in evidenza.

Chiamati a sostituire in extremis gli Arena Brass Quintet impegnati con l’orchestra areniana, dopo il successo ottenuto nello scorso appuntamento, come suddetto, il violinista Giovanni Andrea Zanon, questa volta con sua sorella  Beatrice Zanon, ha riempito lo spazio dedicato alla musica strumentale. Per Beatrice una fantasia su Carmen di Bizet firmata  Sarasate, accompagnata al pianoforte dal Maestro Pierluigi Piran, e per il giovane Giovanni, il primo movimento del quinto concerto di Vieuxtemps, e la riproposta del Capricho Basco di Sarasate, sempre con al piano Piran.

Premio a tutti gli interpreti come di consueto e tanti applausi, con punte di ovazioni per i giovani Zanon ed il tenore Menini.

MTG